I CARNEVALI D’ITALIA

| 1 febbraio 2016
carnevale bassa risoluz

Il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Verona, lo Storico Carnevale di Ivrea, e il Carnevale di Putignano sono considerati tra i maggiori al mondo.

Il Carnevale di Viareggio è apprezzato per i carri allegorici su cui troneggiano enormi caricature in cartapesta di uomini famosi nel campo della politica, della cultura e dello spettacolo. Il Carnevale di Putignano è il più lungo d’Italia. L’origine del Carnevale di Verona è remota: la maschera principale della città, il Papà del Gnocco, nata nel 1531 è la più antica al mondo e viene festeggiata il Venerdì Gnocolar con la sfilata dei carri nel centro cittadino. Lo Storico Carnevale di Ivrea, famoso per il momento culminante della Battaglia delle Arance, rappresenta allegoricamente la rivolta dei cittadini per la libertà dal tiranno della città, probabilmente Raineri di Biandrate, ucciso dalla Mugnaia su cui si apprestava ad esercitare lo jus primae noctis. Il Carnevale di Venezia è conosciuto per la bellezza dei costumi e lo sfarzo dei festeggiamenti nella magica atmosfera lagunare. Un tempo il Carnevale consentiva ai veneziani di sospendere le occupazioni per dedicarsi totalmente ai divertimenti. La gente accorreva ai palchi nei campi principali, lungo la riva degli Schiavoni e in piazza San Marco per ammirare i giocolieri, i saltimbanchi, gli animali danzanti, gli acrobati, mentre gli ambulanti vendevano frutta secca, castagne, fritòle e dolci al gusto d’oriente. Alcune edizioni sono passate alla storia come nel 1571, in occasione della battaglia delle forze cristiane a Lepanto, quando venne allestita una sfilata di carri allegorici con la Fede trionfante sul drago incatenato. Il 27 febbraio 1679 il Duca di Mantova sfilò con un seguito di indiani, neri, turchi e tartari che, lungo il percorso, sfidarono e uccisero sei mostri. Per il Carnevale del 1706 alcuni giovani patrizi si mascherarono da persiani e attraversarono la città per poi esibirsi nelle corti e nei parlatoi dei monasteri delle monache di San Zaccaria e di San Lorenzo. La Venezia settecentesca divenne il simbolo europeo del piacere e del gioco, della maschera e dell’irresponsabilità. Venezia era allora il palcoscenico di Giacomo Casanova, un mondo superficiale, festante, decorativo e galante, il mondo di pittori come Giambattista Tiepolo, la patria del padre della Commedia dei Caratteri, Carlo Goldoni che, in una poesia dedicata al Carnevale, così rappresenta lo spirito della festa: “Qui la moglie e là il marito/Ognuno va dove gli par/Ognun corre a qualche invito/chi a giocar chi a ballar”.

febbraio 2011 A.D.

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