I CANNETI DEL GARDA
Negli ultimi cinquanta anni, la mano dell’uomo ha trasformato radicalmente l’ambiente naturale anche nell’acqua, bene comune.
Dalla punta di San Vigilio alla rocca di Manerba una verde cintura quasi ininterrotta ondeggiava sulle rive, cullata dal vento. Luogo di frega di lucci, tinche, carpe e ciprinidi , popolato da ogni sorta di uccelli acquatici. Solo i tratti di costa tra Desenzano e Rivoltella e al Lido di Lonato ne erano spogli, per la loro disposizione frontale al Suer e al Vent Balì e per la conseguente violenza della risacca che strappa le radici dal fondo. Dagli anni cinquanta in poi privati e comuni hanno fatto a gara per distruggerli, in barba a tutte le crociate di verdi ed ambientalisti. Nuovi porti, muri di contenimento, riempimenti per spiagge e passeggiate, stabilimenti balneari hanno modificato quasi totalmente la linea costiera facendo scomparire i canneti. Anche la sola costruzione di un muro di contenimento sulla spiaggia, alterando la risacca naturale può determinarne in pochi anni la dissoluzione. Le uniche zone rimaste intatte sono quelle dove per cause spesso fortuite, la mano dell’uomo non è ancora arrivata. La località S. Francesco tra Desenzano e Sirmione è una di queste. Lasciamola così come è, poche centinaia di metri di canneto miracolosamente scampato alla distruzione per merito dei rovi che cingono la spiaggia. Lasciamo perdere l’idea di portarvi i visitatori, di costruire un pontile, di affittare le canoe, non piantiamo alcuna insegna di oasi naturale. Rispettiamola così come è e basta.
Di: Giorgio Fezzardi
Tags: canneti del Garda
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