Desenzano: L’ULTIMO DEI BRUNATI

| 19 aprile 2007
Villa Brunati (Small)

Nicola Brunati ph.Movida

Nessuno lo aveva invitato. Non risultava proprio fosse ancora vivo e vegeto specie dopo che nel tracciare l’albo genealogico della famiglia l’unica discendente vivente in quel di Lazise risultava la sorella Cecilia. Che forte della sua riservatezza aveva solo accennato al fratello desenzanese. Ma Nicola il redivivo s’è presentato nel giorno dell’affollata inaugurazione dei lavori di restauro di Villa Brunati cogliendo in contropiede un po’ tutti. Lui, Nicola di nome, porta infatti il cognome dei Brunati, molto conosciuto a Desenzano e Rivoltella proprio per via dell’antica villa ritornato agli onori della cronaca dopo il completamento dei restauri di quella che fu la casa dei suoi avi. Archiviato, non senza qualche imbarazzo, l’involontario incidente ma trapelata la notizia, siamo andati a suonare alla porta di ‘casa Giberti’, prestigiosa dimora della famiglia materna, per incontrare l’ultimo dei Brunati maschi che vive dai tempi del liceo proprio a Desenzano. La sua famiglia, come ben scrivono Ilaria e Valentino Volta nel libro pubblicato dal comune ‘Villa Brunati, storia arte e restauro’ vede l’arrivo dei Brunati di nobiltà salodiana a Rivoltella nel 1868, passando la casa dagli Arrighi ai cugini Tracagni, portata in dote da Cecilia a Nicola Brunati di Salò. Nel 1871 l’intera proprietà viene unificata comprendendo anche l’antica vigna dei Roveglio cintata fino alla strada postale. Fu il figlio Giovan Battista, padre del nostro Nicola, ad amare più di tutti la villa di Rivoltella. Egli chiamò l’architetto bresciano Antonio Tagliaferri a riqualificarla. La grande villa fu ceduta nel 1932 ai Sanguinetti di Genova. E proprio ad una visita alla casa, ospiti dei Sanguinetti risale il ricordo più vivo di Nicola Brunati, farmacista a riposo . “Era l’8 settembre del 1943-racconta- eravamo appena arrivati quando l’attendente dello zio materno il Conte Piero Giberti arrivò trafelato e disse ‘scappi, scappi colonnello, è ricercato dalla Ghestapo’. Non ricordo altro anche perché quando sono nato la villa era già stata ceduta. Per il resto -continua- conservo lo stemma di famiglia, firmato il 7 settembre del 1928 anno VI° dal capo di governo del regno d’Italia Benito Mussolini. Lo stemma contiene l’aquila dal volo abbassato con la testa rivoltata e nel riquadro azzurro sottostante 2 chiavi al naturale poste in croce di S. Andrea con gli ingegni all’insù. Ho frequentato il liceo a Desenzano e la facoltà di farmacia a Padova”. Grande collezionista di francobolli dedicati ai viaggi degli Zeppelin Nicola Brunati rimanda, per le memorie alla sorella Cecilia che vive a Lazise. “Ci andavamo d’estate con i miei genitori racconta quest’ultima al telefono. Estati lunghe e calde. Ricordo in particolare il grande giardino ed il parco immenso che è stato tutto tagliato per fare il parcheggio comunale. Che peccato. Fra i grandi alberi si giocava a nascondino. Andavamo anche al lago. La villa era separata dalla riva da un muraglione, ma c’era una scaletta per raggiungere il lago dove ho imparato a nuotare. Della grande villa ricordo quello che a me, bambina, appariva un grandissimo camino. Conservo anche qualche fotografia di quel periodo.”

documenti famiglia Brunati - Mussolini

Di: Moruzzi

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