Cuneo – “IO NON AMO LA NATURA” – Pop Art italiana dalle collezioni della GAM
Una nuova visione della realtà complice la nuova cultura di massa
Quando si parla di Cuneo, nell’immaginario generale popolare viene da subito in mente il suo territorio circostante, le grandi tenute vitivinicole, la vicina Alba e le notissime “voci” quali Dolcetto, Barbera, il tartufo, gli altrettanto celebri (e buonissimi) “Cuneesi”… Ma lo stesso Capoluogo di provincia merita di essere considerato importante anche per gli aspetti culturali ed artistici che sa offrire e che andrebbero diffusi maggiormente, anche tra gli stessi cittadini. La Fondazione CRC (Cassa di Risparmio di Cuneo) e la GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino) con il patrocinio del MiBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, presentano “Io non amo la natura – Pop Art Italiana dalle collezioni della GAM”, a cura di Riccardo Passoni, nel Complesso Monumentale di San Francesco – comprendente l’omonima Chiesa sconsacrata – restaurato e restituito alla città nel 2011 grazie a un ingente finanziamento della Fondazione CRC ed adiacente al Museo Civico. La mostra – promossa dalla Fondazione CRC – propone un excursus intorno alla Pop Art italiana, attraverso una selezione di cinquanta opere tra dipinti, sculture e video. L’esposizione nasce dalla volontà di riflettere sulla vicenda storica della Pop Art in Italia, alla luce della recente rinnovata attenzione da parte della critica. Gli aspetti principali su cui la critica si è soffermata nel rileggere il fenomeno includono, da una parte, lo studio della cronaca di quegli anni, alla ricerca di corrispondenze dirette con l’arrivo e l’esplosione del fenomeno Pop americano sul suolo italiano e dall’altra, la messa a fuoco della provenienza culturale e linguistica degli artisti italiani, evidenziandone contiguità e differenze rispetto agli internazionali. Possiamo vedere i diversi linguaggi degli artisti, tra cui Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Fabio Mauri, Mario Ceroli, attivi sulla scena romana, accanto a personaggi come Jannis Kounellis e Pino Pascali. Sul versante torinese, la mostra raccoglie opere di Ugo Nespolo, Aldo Mondino, Michelangelo Pistoletto, Piero Gilardi, Antonio Carena. Collateralmente, non dichiaratamente Pop ma contestualizzabili in quella temperie di sviluppo e ricerca – sono presenti esempi delle ricerche pioneristiche di Mimmo Rotella e di Enrico Baj. Completano il percorso opere della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris e della Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea, custodite presso la GAM di Torino. “Una mostra che siamo orgogliosi di promuovere insieme alla Fondazione CRC e che permette di esporre a Cuneo, in una cornice davvero particolare come il complesso monumentale di San Francesco, opere del prestigioso patrimonio del nostro museo, che possono così riemergere in un nuovo contesto”, ha sottolineato durante la presentazione stampa Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore della GAM di Torino. Tutte le opere esposte provengono dalla GAM – racconta invece Riccardo Passoni, curatore della mostra e vicedirettore della stessa GAM – Ed è importante sottolineare come la maggior parte di esse abbia trovato posto nelle nostre collezioni già da molto tempo. Questo è stato possibile soprattutto grazie all’arrivo, alla metà degli anni Sessanta, della collezione del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea fondato nel 1963 da Eugenio Battisti presso l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Genova con l’intenzione di creare un giacimento di opere dell’attualità e riferibili al maggior numero di esperienze e ricerche linguistiche. Questo unicum a livello nazionale venne già allo scadere del 1965 proposto in donazione alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, inaugurata nel 1959, subito distintasi per la sua attività espositiva di arte contemporanea. Rileggere quella importante collezione da questo nuovo angolo visuale, ha costituito per noi una vera sorpresa, proprio per la ricchezza di opere sul tema Pop e dintorni.” “Siamo estremamente felici di questa collaborazione con la GAM, dichiara altresì Giandomenico Genta, Presidente della Fondazione CRC: “ ‘Io non amo la natura’ è prima di tutto un evento di grande richiamo e rilievo per la promozione turistica e culturale di Cuneo e provincia. Proprio quest’anno, inoltre, la Fondazione CRC compie i suoi primi 25 anni: una ricorrenza che abbiamo voluto celebrare con questa mostra, occasione unica per avvicinare al mondo dell’arte i nostri concittadini, i giovani e le scuole.” Ma vediamo in sintesi le origini della Pop Art e la vicenda italiana. Nasce, come sintetizzato da Enrico Crispolti nel 1966, nei primi anni Sessanta in America, propagatasi poi a livello internazionale, su una nuova cultura di massa e di comunicazione per cui l’artista propone una nuova visione della realtà elaborando e potenziando gli elementi di questa comunicazione: sorge così una nuova pittura che si risintonizza con il mondo attuale. E’ noto come lo “sbarco” dell’arte Pop americana alla Biennale di Venezia del 1964, con l’assegnazione a Robert Rauschenberg del Gran Premio, venga comunemente indicato come il momento decisivo per l’affermazione del nuovo stile in Europa chiudendo la vicenda dell’Informale. Nella stessa Biennale va osservato che artisti come Mimmo Rotella ed Enrico Baj – che già tra i primi avevano sentito l’aria del tempo che veniva – si erano riappropriati di una realtà oggettuale ed erano presenti in sale personali. Gli artisti italiani vennero a conoscenza della Pop Art americana, oltre che con viaggi personali negli States, osservando le opere dei colleghi nella galleria torinese “Sperone” (ex “Il Punto”) tramite la relazione operativa con la Galleria Sonnabend per esporre Rauschenberg, Warhol, Liechtenstein, eccetera, prima della comparsa alla Biennale del 1964, anche tramite i frequenti soggiorni di Ranschenberg nel contesto romano. Ma che distingue i nostri artisti dagli americani è il bisogno di citare l’antico e la storia. Pistoletto e Gilardi, in origine appartenenti a questa temperie, prenderanno strade diverse con il loro inserimento nell’Arte Povera. Per venire alle opere ora in mostra va sottolineato che tutti gli autori citati nella letteratura critica del tempo (Calvesi, Fagiolo Dell’Arco…) sono presenti in questa rassegna. Il titolo individuato per la mostra è tratto da una nota opera di Mario Schifano, qui esposta, “Io non amo la natura”, oltre ad un’altra sua intitolata “Strada”, costituita da una porzione di asfalto. Questi lavori mi fanno pensare ad una critica dell’artista sul mondo moderno nei confronti di altri suoi dipinti che testimoniano il rimpianto verso la natura rigogliosa dei suoi luoghi natali, come la serie delle “Palme”. Alcune notizie sulla sede espositiva. Il Museo Civico di Cuneo è ospitato entro la suggestiva cornice del Complesso Monumentale di San Francesco, comprendente l’ex convento e l’annessa chiesa, classificato come monumento nazionale e rara testimonianza architettonica di epoca medievale in città. In questo luogo, probabilmente già a partire dal XIII secolo, si insediano i frati francescani; soprattutto dal XV secolo il Complesso diventa un importante punto di riferimento per tutta la cittadinanza cuneese e le famiglie nobili partecipano con ingenti donazioni all’abbellimento e all’ampliamento della struttura. L’esercito di Napoleone si impossessa dell’edificio, caccia i frati ed utilizza chiesa e convento come caserma e guarnigione militare; gli arredi sono dispersi in altri edifici religiosi o venduti. Dopo alterne vicende e diversi cambiamenti d’uso, dal 1980 l’intero complesso è utilizzato come luogo di attività culturali ed ospita la sede del Museo Civico, Istituzione fondata dal professor Euclide Milano negli anni Trenta del secolo scorso. Configurandosi come un’istituzione civica e territoriale, il Museo è composto da: Sezione archeologica, articolata in Preistoria e Romanità, costituita da donazioni storiche e acquisizioni di scavi recenti. Collezione di arte sacra che ospita, fra le altre opere, alcune tavole di pregio attribuite a Defendente Ferrari. Raccolta di “Ex-voto” che ricrea l’interno di una cappella devozionale. Sezione etnografica formata da una variopinta collezione di strumenti, materiali, attrezzi, abiti e gioielli rappresentativi delle comunità alpine locali. Collezioni naturalistiche (mineralogica, entomologica, ornitologica, erbario); queste ultime non sono attualmente esposte al pubblico ma sono conservate nei depositi e possono tuttavia essere visionate previa richiesta scritta da studiosi, studenti e docenti. Esse comprendono: Collezione ornitologica donata dal barone Savio di Bernstiel; è formata da circa 200 esemplari rari, di provenienza territoriale ed extraterritoriale. Collezione mineralogica donata da diversi benefattori, tra cui circa 600 pezzi provenienti da Europa, Asia, Africa e America donati da Giorgio Bogni. Collezione entomologica organizzata, oggetto di donazioni varie e risalente al primo museo fondato da Euclide Milano. Erbario “Costabello”. Collezione di circa 1.600 specie vegetali di provenienza territoriale ed extraterritoriale. Il Museo ospita una biblioteca specialistica, aggiornata su tematiche riguardanti i beni culturali, e archivi grafici e fotografici, tra cui il Fondo Vacchetta e il Fondo Scoffone. Biblioteca ed Archivio Storico sono visitabili su appuntamento durante l’orario di apertura. Vengono organizzate visite guidate comprese nel biglietto d’ingresso il sabato, la domenica e i giorni festivi visite guidate per gruppi, previa prenotazione laboratori didattici per le scuole.
Complesso Monumentale di San Francesco – Via Santa Maria 10, Cuneo; Fino al 22 Ottobre 2017; orari: da martedì a domenica 15.30-18.30, ingresso libero; per informazioni, approfondimenti, visite guidate: Tel. 0171 634175; catalogo: Silvana Editoriale;
Fabio Giuliani
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