Concluso con successo di pubblico il IX Filmfestival del Garda, premiati i film di Ferdinando Cito Filomarino e Alessio Lauria
Due film italiani hanno vinto il IX Film Festival del Garda. A conclusione di quattro intense giornate di proiezioni e incontri, la giuria e il pubblico hanno espresso il loro verdetto premiando due dei cinque film in concorso: il primo lungometraggio di Ferdinando Cito Filomarino e quello di Alessio Lauria.
“Per la manifestazione – dice Veronica Maffizzoli, direttrice artistica – si chiude un’edizione di successo, con un’ottima partecipazione di pubblico (2700 persone, ndr), nonostante le incerte condizioni meteo e la concomitanza con i Campionati europei di calcio, a tutte le iniziative: i lungometraggi in gara, l’arena serale, le proiezioni supine, il Focus Slovenia, il Garda Ciak e la passeggiata cinematografica a Salò”.
La giuria della critica, composta da Angelo Signorelli (Bergamo Film Meeting), Caterina Rossi (Laba/Radio Onda d’urto) e Ilaria Feole (FilmTv), ha scelto di premiare “Antonia” di Ferdinando Cito Filomarino con la seguente motivazione:
Per la capacità di riscoprire e soprattutto raccontare una figura cruciale nel panorama letterario italiano del Novecento, restituendone la complessità, la dimensione intima e la grande energia creativa. Del film vanno apprezzati la messa in scena misurata e accurata dei dettagli e l’interpretazione appassionata e intensa dell’attrice protagonista Linda Caridi.
Una menzione speciale è stata assegnata a “A long story” della regista olandese Jorien van Nes con la motivazione:
Per la solidità di un racconto che unisce la vita di personaggi ben tratteggiati con un affresco sociale convincente di due realtà europee distanti ma in dialogo.
Il premio del pubblico, espresso con il voto degli spettatori presenti alle proiezioni, è invece andato a “Monitor” di Alessio Lauria.
Dopo la cerimonia di premiazione di domenica sera, il festival si è concluso con capolavoro restaurato “Il cielo può attendere” (1943) di Ernst Lubitsch con Charles Coburn, Marjorie Main, Gene Tierney e Dom Ameche.
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