Castellaro Lagusello (Mn): un villaggio neolitico nelle Colline Moreniche

| 9 dicembre 2015
VERBALE CONSIGLIO DIRETTIVO

L’avvincente storia della vita agricola a sud del Garda 6000 anni fa raccontata in un libro edito dagli “Amici di Castellaro”.

Quando nel 2003, durante le arature autunnali, forse un po’ più profonde del solito, vennero in superficie numerosi reperti in ceramica ed in selce in un campo denominato la Tosina nei pressi di Monzambano, fui contattato dai proprietari, la famiglia di Bruno Arieti. Mi recai immediatamente sul posto e da un sommario esame degli oggetti rinvenuti, in particolare selci, cocci e ossi, mi resi conto che si trattava di materiale certamente preistorico. Sentito il Direttore del Museo dell’Alto Mantovano, Adalberto Piccoli, contattammo la Responsabile di zona della Soprintendenza archeologica, Dott.ssa Maria Menotti, e quindi segnalammo per iscritto i ritrovamenti e indicammo l’area interessata. Da quel momento iniziò una meravigliosa avventura che ha visto come protagonista in primo luogo l’Associazione culturale Amici di Castellaro – che tra l’altro, come sua missione principale, ha la promozione di ricerche in campo scientifico e culturale ed in particolare in quello preistorico e naturalistico – attraverso campagne informative, azioni di stimolo delle Istituzioni, di controllo dell’area, di coordinamento delle ricerche e di reperimento di finanziamenti. Le campagna di scavo del 2006-2007, 2011-2012 e 2014-2015, precedute da due sistematiche ricognizioni in superficie, insieme a quelle periodiche effettuate dopo le arature, il Decreto di vincolo posto su tutta l’area da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali il 3 marzo 2009, gli interventi, insieme alle Istituzioni, per far spostare la linea del gasdotto SNAM, il cui passaggio era previsto proprio nell’area archeologica, le attività didattiche svolte nelle scuole insieme alle ricorrenti presenze sui mezzi di informazione, la mostra aperta nel mese di maggio 2014 nelle scuderie di Villa Mirra a Cavriana e successivamente al Museo archeologico nazionale di Mantova, la ricerca incessante di contributi e collaborazioni per lo svolgimento delle ricerche, degli scavi e degli studi, l’elaborazione di un volume illustrativo sul sito della Tosina hanno costituito in questi 12 anni importanti tappe di un percorso di conoscenza e consapevolezza, in particolare per la Comunità mantovana.

Il volume “Contadini e allevatori e artigiani a Tosina di Monzambano (Mn) tra V e VI millennio a.C. conta 230 pagine, con tavole e oltre 130 foto, curato da Raffaella Poggiani Keller, già Soprintendente per i Beni archeologici della Lombardia, dopo la prefazione da parte degli Enti che hanno nel tempo finanziato il progetto Tosina, ripercorre la storia delle ricerche dal 2004 al 2013, comprese le raccolte sistematiche di superficie e le campagne di scavo del 2006-2007 e 2011-20013.Le forme del territorio e la cartografia storica sono presentati rispettivamente da Nicola Cappellozza e Alberto Crosato. Ci sono poi contributi molto significativi sui materiali rinvenuti (le industrie litiche di Domenico Lo Vetro e Fabio Martini – la ceramica di Raffaella Poggiani Keller – la fauna di Fabio Bona – i pollini e i resti carpologici di Marco Zanon, Mauro Rottoli ed Elisabetta Castiglioni). Vengono presi in esame quindi una serie di siti neolitici mantovani, da Cavriana a Solferino, da Bagnolo San Vito a San Giorgio e a Levata di Curtatone da parte di Adalberto Piccoli, Daniela Castagna,, Marco Baioni e James Tirabassi. Raffaella Tremolada racconta le attività didattiche e divulgative svolte negli anni. Ed infine Emilio ed Alberto Crosato presentano il contesto territoriale ed urbanistico attuale delle Colline moreniche mantovane con i loro valori paesaggistici, ambientali, storici, monumentali, enogastronomici e della memoria. La pubblicazione è edita dalla Associazione Culturale Amici di Castellaro con il contributo del Gal Colline moreniche del Garda, di altri Enti e di privati. Tantissimo comunque resta da fare per gli scavi e gli studi dell’insediamento preistorico di circa 50.000 metri quadrati, di questo villaggio neolitico di agricoltori e di allevatori di 6.000 anni fa, sorto sulle Colline moreniche a sud del Lago di Garda, che già per la quantità e qualità dei resti finora rinvenuti, per l’ubicazioni topografica e per la straordinaria conservazione dell’assetto urbanistico antico si presta ad essere valorizzato anche con la creazione di un Parco archeologico.

Emilio Crosato
Presidente Associazione culturale Amici di Castellaro

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