LA VERA AUTENTICITA’

| 6 luglio 2012
shopping-selvaggio

E’ stato stabilito che un uomo single che vive in un appartamento di proprietà, spende circa un terzo di ciò che una donna della stessa età e di pari condizioni sperpera. Ho discusso con alcuni amici, siamo giunti a questa amara conclusione ed ho dovuto, mio malgrado, chinare il capo ammettendo che si, una donna spende effettivamente in un mese più del doppio di un uomo. Ovviamente la validità e l’indispensabilità di certe spese femminili non viene assolutamente capita dagli uomini.“Cosaaa??? Ottantasette euro dal parrucchiere!!!” Ha detto il marito di Elsa simulando un attacco di angina pectoris. Ed Elsa ha avuto un bel da fare a spiegare che i capelli della donna, se non vengono tinti assumono la stessa nuance del vello dei roditori ed il capello nella tinta “topo di fogna”, si sa, non piace a nessuno. Ma il marito di Elsa scuote il capo, sostiene a spada tratta che una donna, di qualsiasi età, è più affascinante senza “tutti quei pasticci sulla faccia” e se la fatica che lei spreca a cercare di rendersi più carina la mettesse in cucina o dimostrandosi più affettuosa, apparirebbe anche più bella. “Che cumulo di scemenze” dice Elsa; ci sarebbe da fargliela pagare e lasciare davvero tutto “allo stato brado”. Niente parrucchiere, niente estetista e le unghie tagliuzzate con un lavoretto di incisivi, tipo quello in cui si applica lui, il consorte, la sera dopo cena. Ma quale donna immolerebbe se stessa e la propria avvenenza solo per dimostrare ad un uomo che effettivamente si può diventare un cesso in poche semplici mosse? Nessuna! Nessuna nella realtà intendo; perché è pur vero che un teorema si dimostra soprattutto per iscritto ed armati di carta e penna si può ferire di più che con una spada. Quindi facciamo un esperimento virtuale e prendiamo una donna di età variabile tra i 38 ed i 78 anni ed interrompiamo di  etto il cordone ombelicale che la lega al parrucchiere, all’estetista, alla manicure ed alle boutique del centro. Dopo il primo mese la striscia di capelli nella nostra “splendida tinta naturale”, campeggia sulla parte centrale del cranio, facendoci assomigliare ad una puzzola; i vestiti acquistati nella bancarella del mercato “che tanto sono uguali a quelli firmati” hanno preso la forma del nostro corpo e chiunque può indovinare il perimetro e l’area del nostro sedere nonché delle ginocchia anche quando siamo dritte in piedi. Le gambe cominciano già a non vedersi ormai più dietro l’intrico di peli e per la nostra zona bikini temiamo un’incursione di Greenpeace al grido di “salviamo la foresta amazzonica”. Come reagisce secondo voi l’ipotetico marito di questa selvaggia del terzo millennio? Ma è ovvio…. accende la tv e guarda le veline! Ebbene per chiudere il mio teorema devo prendere in prestito una perla di saggezza e citare Almodovar perché noi donne lo sappiamo ma forse agli uomini sfugge che …”La vera autenticità non sta nell’essere come si è, ma nel riuscire a somigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi”.

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