Milano – “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918–1943″

| 22 giugno 2018
Fondaz Prada - primavera 2018 - 1

Alla Fondazione Prada una mostra ciclopica tra avanguardia e tradizione e la nuova “Torre-Museo”

“L’arte non esiste mai in astratto, ma si forma e prende forma in un determinato contesto storico e culturale”

(Jacques Rancière, “Le partage du sensible – estetique et politique”, 2000)

Ultimi giorni per visitare una particolare “monumentale” mostra ospitata in diversi spazi all’interno dell’area gestita dalla Fondazione Prada al di là dei binari ferroviari dell’ex scalo di Porta Romana. Il particolare titolo assegnato deriva dall’espressione “Zang Tumb Tuuum” scritta nel 1914 da Filippo Tommaso Marinetti, in cui l’ideatore del “Manifesto Futurista” e “mentore” del Movimento applicava la poetica delle “parole in libertà” segnando, lui per primo, una radicale frattura con la tradizione artistica del suo tempo e con il passato. Concepita e curata da Germano Celant, questa iniziativa esplora il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali, partendo dalla ricerca e dallo studio di documenti e fotografie storiche che rivelano il contesto spaziale, sociale e politico in cui le opere d’arte sono state create, messe in scena, vissute e interpretate dal pubblico dell’epoca. L’indagine, svolta in collaborazione con archivi, fondazioni, musei, biblioteche e raccolte private, ha portato alla selezione di oltre 600 lavori, tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, manifesti, arredi, progetti e modelli architettonici, realizzati da più di 100 autori. Le opere presentate sono introdotte da immagini storiche, pubblicazioni originali, lettere, riviste, rassegne stampa e foto personali per un totale di 800 documenti, così da mettere in discussione, come sostiene lo stesso Celant, “l’idealismo espositivo, dove le opere d’arte, nei musei e nelle istituzioni, sono messe in scena in una situazione anonima e monocroma, generalmente su una superficie bianca, per riproporle in relazione a una testimonianza fotografica d’epoca e nel loro spazio storico di comunicazione.” L’intero percorso di visita, che si snoda tra galleria Sud, Deposito, galleria Nord e Podium, si presenta come un viaggio immersivo ritmato da 24 ricostruzioni parziali di spazi pubblici e privati. In questi ambienti, costituiti dall’ingrandimento in scala reale delle immagini storiche, vengono ri-collocate le opere originali di artisti come Giacomo Balla, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Filippo de Pisis, Arturo Martini, Fausto Melotti, Giorgio Morandi, Scipione, Gino Severini, Mario Sironi, Arturo Tosi e Adolfo Wildt, tra gli altri. L’attenzione al contesto sociale si traduce nella presentazione di progetti architettonici, piani urbanistici e allestimenti di grandi eventi anche attraverso spettacolari proiezioni. Focus tematici dedicati a figure di politici, intellettuali, scrittori e pensatori contribuiscono a restituire il clima di forte radicalizzazione delle idee che caratterizza quel periodo storico. All’interno del Cinema della Fondazione Prada sono proiettati 29 cinegiornali integrali, selezionati in collaborazione con l’Istituto Luce-Cinecittà, distribuiti nelle sale italiane tra il 1929 e il 1941. I filmati documentano le fasi di allestimento e i momenti di inaugurazione di alcuni tra i principali eventi espositivi e culturali del periodo. Da non perdere e da collezionare il catalogo che ci offre uno spaccato esaustivo della prima metà del Novecento insieme alla genesi delle opere dei principali protagonisti dell’arte dove spesso gli autori sono talvolta testimoni del loro tempo, talaltra percorritori.  Veniamo ora alla recente novità della Fondazione. Dal 22 Aprile 2018 gli edifici al suo interno si sono arricchiti di una Torre molto speciale: nove piani di cemento bianco ottenuto con la polvere del marmo di Carrara e vetro. Progettata dall’architetto olandese Rem Koolhaas è monumentale, con altezze variabili dal primo piano di 2,7 metri agli 8 metri dell’ultimo. Infine il Terrazzo, dal quale Milano è visibile da tutti i punti cardinali. All’interno della struttura troviamo un Ristorante, prezioso, in quanto arricchito all’ingresso da due opere di Lucio Fontana. Nei vari piani sono esposte opere di arte contemporanea dalla Collezione di Miuccia Prada, scelte dalla stessa con Germano Celant. Nel piano chiamato “Laboratorio Scientifico”, l’opera che di nuovo fra tutte mi ha colpito è l’installazione di Karsten Holler (alla cui visione si accede dopo un percorso stretto al buio completo) che, al suo apparire nella precedente sede espositiva di Prada: splendide “Amanite Muscarie” (funghi con cappella rossa e pallini bianchi, esteticamente tra i più belli dei boschi, utilizzati in molti film animati, ad es. “Cenerentola”, “Biancaneve e i sette Nani”, ma – ricordiamo – velenosi-tossici) in formato gigante, ingannevole fascino di un mondo alla rovescia; messaggio tutt’ora terribilmente valido dell’apparire superiore all’essere. Grazie all’artista ed alla collezionista che l’ha scelto. Rimando ad una descrizione più esaustiva su questa nuova struttura e del suo contenuto in una prossima recensione specifica, unitamente alla mostra fotografica ora in corso da “Prada Osservatorio”, spazio dedicato ad esposizioni fotografiche in Galleria Vittorio Emanuele.

Fondazione Prada – Largo Isarco 2, Milano; fino al 25 Giugno 2018;                                                                                                                    Orari: lunedì, mercoledì, giovedì 10-19; venerdì, sabato, domenica 10-21; venerdì 22 e sabato 23 Giugno fino alle 23 (chiusura biglietteria sempre un’ora prima); Tel. 02 56662611; www.fondazioneprada.org

Fabio Giuliani

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