Passariano di Codroipo (Udine): MAN RAY

| 10 dicembre 2014
Man Ray 4

 

Arte, vita, estetica, erotismo

“Dipingo quello che non può essere fotografato. Fotografo quello che non voglio dipingere. Dipingo l’invisibile. Fotografo il visibile.”

In questo modo usava spesso esprimersi Man Ray, uno degli artisti più poliedrici e particolari del Novecento, autore di alcune delle opere più celebri del XX secolo come “Le violon d’Ingres”, nudo femminile con due intagli di violino all’altezza delle reni (in cui ritrae Kiki de Montparnasse, modella di artisti, cantante ed attrice con la quale egli visse una storia d’amore appassionata) e “Cadeau”, ferro da stiro con la piastra percorsa da una fila di chiodi. La straordinaria inventiva di un artista allo stesso tempo fotografo, pittore, ideatore di oggetti e autore di film sperimentali, viene raccontata a Villa Manin in un ampia mostra, curata da Guido Comis e Antonio Giusa, con la collaborazione della Fondazione Marconi di Milano, attraverso più di trecento opere che permettono di seguire il grande artista nella sua lunga e movimentata carriera fra Stati Uniti ed Europa, amori e amicizie. Per Man Ray non esiste infatti distinzione fra arte e vita, fra interesse estetico e sentimentale, desiderio e invenzione visiva. Pur mettendo in evidenza le diverse espressioni dello stile dell’artista, talvolta quasi disorientanti nel loro carattere enigmatico, la mostra permette di cogliere gli elementi di continuità nella sua opera, le curiosità e le ossessioni che lo  caratterizzano. La sua creatività si esprime anche nei film sperimentali girati negli anni Venti: “Retour à la raison”, “Emak Bakia”, “Les Mystères du Chateau du dé”, “Etoile de mer”, oggi unanimemente considerati fra i capolavori della cinematografia surrealista, visibili durante la mostra stessa. Vediamo la sua vita in sintesi. Man Ray (pseudonimo di Emmanuel Radnitzky) nasce a Filadelfia nel 1890 d a una famiglia di religione ebraica da poco immigrata dall’Europa orientale. Dopo l’apprendistato a New York, dove si avvicina all’opera delle avanguardie e stringe amicizia con alcuni fra i più importanti artisti dell’epoca, come Marcel Duchamp (con cui condivide la passione per gli scacchi) sbarca nel 1921, con viaggio finanziato da un ricco collezionista, a Parigi, dove trova ad accoglierlo lo stesso Duchamp che lo presenta nei circoli d’avanguardia. E’ uno sperimentatore e un innovatore e i movimenti artistici cui si avvicina, dadaismo e surrealismo in primo luogo, rappresenteranno lo spunto per invenzioni sempre nuove in campo fotografico, come i rayograph e le solarizzazioni, in pittura, nella cinematografia e nella creazione di oggetti e assemblaggi. Tra gli anni Venti e Trenta realizza numerose immagini per il mondo della moda e per le riviste Vogue e Harper’s Bazar. L’eccentricità, ma anche la libertà di quella società fatta di figure geniali e spesso eccessive si ritrova negli straordinari ritratti scattati da Man Ray a scrittori, come James Joyce e Gertrude Stein, ad aristocratici come la Marchesa Casati (già annoverata da D’Annunzio fra le proprie amanti) ai colleghi artisti, da Picasso a Braque, da Henri Matisse a Max Ernst, e naturalmente a donne di cui Man Ray riesce a trasferire sulla carta fotografica un fascino che appare ancora irresistibile. Nel 1940, poco dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, dopo un ventennio di intensissima attività artistica, ripara nuovamente negli Stati Uniti. Nel 1940 si trasferisce a Los Angeles dove risiede fino al 1951, dedicandosi in prevalenza alla pittura, per poi ritornare a Parigi. Negli ultimi decenni l’artista rivisita temi che gli sono propri, accentuando le allusioni erotiche come espressione di una nuova carica libertaria. Realizza molti ritratti della moglie Juliet dimostrando una grande capacità di immaginare soluzioni formali sempre diverse. Nel 1951 l’artista, questa volta accompagnato da Juliet, conosciuta in California e sposata nel 1946, fa ritorno a Parigi dove risiederà fino alla morte, nel 1976. Questo evento espositivo rappresenta altresì un’ottima occasione per recarsi a visitare uno dei monumenti artistici più significativi del Friuli Venezia Giulia fatto edificare nel Seicento da Ludovico I Manin per celebrare la ricchezza e la potenza della sua casata, utilizzata dai Manin come casa di  campagna. Dopo la già suggestiva veduta esterna e il percorso interno diviso tra pianterreno e piano superiore, tra sale eleganti, stucchi e soffitti affrescati, si esce e ci si trova sul retro in un parco secolare di diciotto ettari che costituisce parte integrante del complesso monumentale. La progettazione del giardino di Passariano, nota attraverso una serie di incisioni, presentava i tipici elementi della tipologia barocca, tratti dal repertorio francese e diffusi in tutta Europa. La passeggiata, che in esso è consigliata, permette di ammirare scorci estremamente interessanti lungo il viale delle Mimose, oppure il viale delle Magnolie, soffermandosi alla vista di numerose sculture disseminate lungo tutto il percorso del parco. Vi sono presenti colline con statue simboleggianti le allegorie delle virtù. Carlo Goldoni definì la villa e il suo maestoso parco un “soggiorno degno di un re” e lo stupore che provoca è rimasto intatto fino ad oggi. Tra gli eventi collaterali collegati alla mostra si distingue “Intorno a Man Ray. Incontri, film, concerti” (a cura di Carlo Montanaro e Piero Colussi) che avrà come momento clou nel Salone centrale-musica il concerto “Theo Teardo. Le retour à la raison”, eseguito dal musicista-compositore che riproporrà dal vivo le musiche da lui realizzate appositamente per l’occasione (diffuse in sottofondo nel percorso espositivo) mentre sulle pareti saranno proiettate le immagini dei capolavori cinematografici di Man Ray “Le Retour à la raison”, “Emak Bakia” e “L’étoile de mer.” I biglietti sono acquistabili direttamente durante gli orari della mostra.

Villa Manin – Passariano di Codroipo (Udine); Fino all’11 Gennaio 2015; Orari: da martedì a domenica 10-19; Biglietti: € 10 intero, € 8 ridotto, € 5 ridotto gruppi; Servizio di audioguida (italiano, inglese) compreso nel biglietto di ingresso (la biglietteria chiude 45 minuti prima); Con il biglietto della mostra si ha diritto all’ingresso ridotto di € 2 al Museo Civico delle Carrozze e del Giocattolo di San Martino di Codroipo.                                                                                                               Per informazioni: Azienda speciale Villa Manin, Tel. 0432-821211

Fabio Giuliani

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