Lazise (Vr) ANTEPRIMA BARDOLINO, 3^ EDIZIONE

| 1 marzo 2011
Lazise

Domenica 6 marzo sarà presentata l’annata 2010 del Bardolino e della sua versione rosata, il Chiaretto. Nello storico edificio della Dogana Veneta saranno ospitati gli stand di circa 70 produttori soci del Consorzio di tutela del Bardolino e del Chiaretto, che proporranno in libera degustazione, dalle 10 del mattino alle 18, circa 150 vini dell’ultima vendemmia. Di scena il rosso Bardolino e il Chiaretto, rosato, entrambi del 2010, cui si aggiunge la rara tipologia del Chiaretto Spumante.

Dipende ha incontrato Angelo Peretti, responsabile comunicazione del Consorzio di tutela del Bardolino per fare il punto sulla produzione e soprattutto sulla sperimentazione effettuata negli ultimi anni.

“A fronte di uno scenario che nel 2010 ha visto, in Italia, il crollo delle quotazioni dei vini sia doc che da tavola fra il 10 e il 30%, con l’ultima vendemmia il Bardolino ha visto crescere sia i prezzi delle uve, saliti del 30%, sia la quotazione del vino, aumentata del 20%. Probabilmente, si tratta del massimo incremento possibile, in un solo anno, senza avere ripercussioni sul fronte della domanda. I dati di vendita sono estremamente positivi, con un ulteriore, seppur modesto, incremento rispetto ai dati record dell’ultimo biennio, ma la crescita è ancora più significativa se si considera che la produzione della vendemmia 2009, venduta nel 2010, era inferiore rispetto a quella del 2008. In sintesi, in questi ultimi due anni la doc del Bardolino ha venduto più vino di quello prodotto, consumando le giacenze. Quanto alle due diverse e principali tipologie della doc, il Chiaretto continua la corsa che l’ha portato a salire in pochi anni da 6 a 10 milioni di bottiglie, mentre il rosso Bardolino continua a posizionarsi intorno ai 22 milioni di bottiglie vendute” spiega Angelo Peretti. “Anche se le prime sperimentazioni hanno preso avvio più di 25 anni fa, il Chiaretto Spumante è una tipologia ancora marginale, ma che potrebbe comunque diventare un’interessante prospettiva per l’area del Bardolino; basti pensare che negli ultimi due anni i produttori sono saliti da 4 a 20. Le bottiglie prodotte sono ancora poche, intorno alle 300 mila annue, ma l’interesse del pubblico va crescendo, e così pure quello della critica, al punto che lo scorso anno un Chiaretto Spumante ha conquistato la medaglia d’oro al Mondial su Rosé a Cannes. Nei giorni scorsi il Consorzio di tutela ha anche lanciato a Verona e Bardolino il Chiaré, un aperitivo da realizzare con Chiaretto Spumante, sciroppo di sambuco, foglie di menta, soda e ghiaccio, e la risposta è stata molto buona, tant’è che già una quindicina di bar l’hanno adottato come offerta fissa” continua.

Durante l’evento molti produttori offriranno la possibilità di comparare la nuova annata con quella del 2009, portando a circa 200 i vini complessivamente in assaggio con la consueta formula ad ingresso libero. “Le prerogative del Bardolino e del Chiaretto devono essere quelle che derivano dai suoli e dalle uve dell’area orientale del Garda, dove il vitigno principe è la corvina veronese: dunque, colore scarico, nitidi aromi fruttati di lampone, fragola e ciliegia, una speziatura che ricorda la cannella e il chiodo di garofano e una freschezza quasi salina. E poi una grande abbinabilità con il cibo e una bevibilità assoluta. Se il Bardolino e il Chiaretto sanno essere fedeli a questo modello di tipicità, hanno pochi rivali. Credo che il ritrovato successo del Bardolino derivi proprio dal deciso, convinto recupero dell’identità tradizionale” aggiunge Peretti. Uno straordinario ritorno di interesse per questa doc gardesana che va al di là di fattori di moda dunque? “Certamente il gusto del consumatore va cambiando: sta finalmente tramontando l’ossessione per i vini concentrati, strutturati, tannici, alcolici, costruiti secondo un modello di riferimento dettato dalla critica americana, e si riscopre invece il piacere del vino bevuto a tavola, insieme con il cibo, come elemento di convivialità. Il Bardolino sa interpretare da sempre questo stile di vino, che è tradizionale, ma che è nel contempo moderno. Ecco, la chiave di volta della rinascita del Bardolino sta proprio nell’aver rinunciato a inseguire modelli che non gli appartengono, ritornando ad essere se stesso, e facendolo sapere al pubblico. Certamente, molto hanno aiutato il pressoché totale rinnovo dei vigneti ed il netto miglioramento della capacità produttiva in termini qualitativi, e così pure la campagna di comunicazione lanciata dal Consorzio, ma la chiave di volta è l’aver ritrovato una precisa identità” dice. “L’Anteprima del Bardolino è nata tre anni fa con un preciso intento: quello di essere completamente trasparenti verso il pubblico, gli operatori e la critica, mostrandosi per quello che si è, senza nascondere nulla a nessuno, avendo coscienza dei propri pregi e anche dei propri limiti. La sfida è stata accettata pressoché da tutti i produttori, al punto che all’Anteprima è davvero possibile assaggiare praticamente tutto il Bardolino e il Chiaretto dell’ultima annata, con settanta espositori e circa duecento etichette in assaggio. Già la prima edizione, nel 2008, ha visto partecipare, in una sola giornata, cinquemila persone, e lo stesso è accaduto l’anno scorso”.

Al banco d’assaggio allestito durante la manifestazione saranno gli stessi produttori a servire e presentare al pubblico i propri vini, affiancati dai sommelier della delegazione Ais di Verona; sul lungolago, sarà aperto anche uno spazio food con piatti e prodotti tipici del territorio veronese, a partire dal formaggio Monte Veronese, partner dei vini locali in numerose iniziative di promozione. “Per il Bardolino e per il Chiaretto l’unione con il cibo, con la cucina, è fondamentale. Sono vini che vogliono e devono stare in tavola. Su questa prerogativa ha decisamente puntato il Consorzio di tutela nelle sue politiche di informazione, tant’è che non c’è iniziativa varata in quest’ultimo biennio che non abbia visto il Chiaretto e il Bardolino presentarsi al pubblico senza il cibo. La grande soddisfazione è che questo invito all’accostamento fra Bardolino e cucina l’hanno accettato tutti, dalla trattoria di paese ai grandi chef premiati con la stella Michelin, facendo leva sulla straordinaria abbinabilità sia del Bardolino che del Chiaretto” commenta. “Il Bardolino si abbina perfettamente con la classica cucina all’italiana, e dunque con la pasta, con i ravioli, con i risotti, con la pasta e fagioli, ma anche con le carni alla griglia o in umido, con il bollito misto della tradizione veronese. Molto interessante l’abbinamento con piatti a base di castagne o di funghi. Sul lago di Garda, il Bardolino si beve da sempre col pesce di lago. Servito fresco, si accosta bene anche col pesce di mare, soprattutto di grossa pezzatura. Chi vuole osare, lo provi con la cucina esotica, orientale o maghrebina. Insomma, è un vino eclettico. Il Chiaretto lo vedo bene con gli antipasti di salumi, di pesce o di verdure, oppure con la tipica cucina estiva all’italiana, come l’insalata caprese o il prosciutto e melone, l’insalata di riso, il carpaccio di carne. Un curioso abbinamento è quello con i piatti a base di tartufo nero estivo. Si adatta alla cucina orientale, anche speziata, ed è un compagno ideale per il sushi”. 

info: www.ilbardolino.it

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