2005: 62ma MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA

| 1 settembre 2005
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62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
1° GIORNATA
E’ iniziato il carosello! Regna su tutto la preoccupazione dei controlli antiterrorismo, ma per questo primo giorno tutto è sospeso, vedremo domani come andrà: non bisogna fasciarsi la testa prima della botta.
Comunque un inizio peggiore non poteva esserci: il primo film “Fuori concorso” è stato “L’educazione fisica delle fanciulle” tratto da un’opera di Frank Wedekind e sceneggiato da Alberto Lattuada che, come ha detto qualcuno, per fortuna non ha potuto vederlo. Regia dell’inglese John Irvin (I mastini della guerra) con Jacqueline Bisset, Enrico Lo Verso, Eva Grimaldi e uno stuolo di belle e “promettenti” giovani attrici. Un opera che avrebbe potuto essere interessante se… Ancora le solite malelingue hanno detto che la Biennale ha pagato il “debito” all’ex Ministro Urbani mettendo in mostra un film prodotto da Ida Di Benedetto!
Il secondo film in Mostra (ancora “Fuori Concorso”) è stato “Seven swords” (sette spade): un genere classico sulle arti marziali che, sull’onda del successo de “La tigre e il dragone” del 2000, sta spopolando sugli schermi occidentali. Regia di Tsui Hark che è anche il produttore: una bella favola cinese (il riferimento ai “sette samurai” viene spontaneo) con tutti i suoi insegnamenti morali e storici e con tanta, troppa azione (forse qualche decina di minuti in meno gli avrebbe fatto bene), ma con grande maestria. D’altra parte Tsui Hark è uno dei più celebri e acclamati registi di questo genere (in cinese si chiama “Wuxia) dove le spade, assieme ai loro spadaccini, sono assolute protagoniste.
L’ultima visione di questa prima giornata è stata “Final fantasy VII Advent Children” un film giapponese di animazione diretto da Nomura Tetsuya. Per gli appassionati del genere sarà una chicca.

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
2 °GIORNATA
A mio parere c’è stato, quest’oggi, un cambio netto e positivo, di direzione. Intanto l’impatto dei controlli antiterrorismo non è stato così traumatico: speriamo che continui così! Poi i tre film che ho visto mi sono parsi all’altezza. Il primo, per la sezione “Orizzonti”, “La vita segreta delle parole”, un film spagnolo con forte accento catalano diretto da Isabel Coixet, riflette un grande senso civile ricordando la tragedia dei Balcani a più di dieci anni dalla conclusione formale, ma non sostanziale. Fondamentale la sceneggiatura (sempre della Coixet) e interpretazioni eccezionali di tutti gli interpreti a cominciare da Sara Polley, passando da Tim Robbins e col “cammeo” di Julie Christie.
Il secondo “All the Invisibile Children” nella sezione “Fuori concorso”, è un’opera a più mani, di produzione italiana, i cui proventi andranno all’Unicef, al World Food Programme e alla Direzione per la Cooperazione allo sviluppo per dare una risposta tangibile ai bisogni dei bambini nel mondo. Otto i registi per sette episodi: Medhi Charef per l’Africa, Emir Kusturica per la Serbia-Montenegro, Stefano Veneroso, che anche uno dei produttori, per l’Italia, Jordan e Ridley Scott per l’Inghilterra, Spike Lee per gli Stati Uniti e John Woo per la Cina. L’argomento, come recita il titolo, vuole ricordare i bambini di tutto il mondo.
Il terzo ed è il primo in “Concorso” è stato sicuramente il migliore. “Good night, and good luck” diretto interpretato e cosceneggiato (assieme a Grant Heslov che è anche il produttore) da Gorge Clooney, girato in bianco e nero, pur riferendosi al periodo (anni ’50) che vede la famosa “caccia alle streghe” del Senatore americano Mac Carthy contro “i rossi”, risulta particolarmente e terribilmente attuale. Narra la lotta che il giornalista della CBS, Ed Murrow fece per sostenere i diritti civili che, secondo lui erano messi a repentaglio dal comportamento di Mac Carthy. Film che, oserei dire. Può aspirare alla meta più ambita. Altri interpreti: David Strathairn, Grant Heslow e frank Langella.
E’ cominciata la sezione “Storia segreta del Cinema italiano” con due film di Mario Bava, due di Massimo Dallamano e uno, di animazione di Nino Pagot e Gibba.

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
3° GIORNATA
Secondo film in “Concorso” a Venezia. In visione un “classico”: Manoel de Oliveira, ormai il decano di tutti i registi (97 anni!) ancora all’opera con “Specchio Magico”, di cui è anche sceneggiatore, una storia basata sul romanzo di Augustina Bessa-Luis “L’anima dei ricchi”. Ancora un film troppo lungo (137 minuti) che riflette la ricerca religiosa del regista portoghese, autore prolifico e simbolo della filmografia lusitana.
Ancora un film horror nella sezione “Fuori concorso”, dopo quello di ieri “L’esorcismo di Emily Rose”, ispirato ad un fatto di cronaca, oggi si è visto “Fragile”, un film spagnolo del regista Jaume Balaguerò che è anche cosceneggiatore assieme a Jordi Galceràn. Interessante la storia, a mio parere, anche se il finale lascia un po’ a desiderare, ma il genere è difficile! La protagonista Calista Flockart, riesce ad essere coinvolgente. Si è inaugurata la sezione “Storia segreta del Cinema Asiatico” che fa vedere molta produzione recuperata e restaurata col contributo della Fondazione Prada.
Quest’oggi il Ministro Bottiglione è venuto ad inaugurare la mostra dei progetti per il Nuovo Palazzo del Cinema e Aree Limitrofe allestita nell’atrio del Palazzo del Casinò. Presenti anche il Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari e il Presidente della Biennale, Davide Croff. Il progetto vincitore del concorso bandito a livello internazionale, è opera dello Studio 5 + 1 & Rudy Ricciotti, la cui caratteristica principale è quella di avere poco impatto ambientale visto che due terzi della costruzione principale si sviluppa sotto terra. Ma, se non ricordo male, qualche anno fa, i plastici di altri progetti erano in bella mostra, ma non se n’è fatto nulla. Questa volta, tra l’altro, si dichiara apertamente che non ci sono i fondi, quindi…

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4°GIORNATA
Inizia bene la giornata con il documentario molto ineressante, nella sezione “Orizzonti”, “Workingman’s Death”, un film in coproduzione austrotedesca, di Michael Glawogger. L’interrogativo è: il faticoso lavoro manuale sta scomparendo oppure sta solamente diventando invisibile? Il regista va in giro per il mondo a scoprirlo: in Ucraina, nelle miniere di carbone autogestite. In Indonesia, nel vulcano alla raccolta dello zolfo. In Pakistan, dove si smantellano le petroliere. In Nigeria, nei macelli a cielo aperto. In Cina, negli altiforni. Bellissimo l’incipit di William Faulkner: “non si può bere, né mangiare, né fare all’amore per otto ore di seguito. Si può solo lavorare. E’ per questo che l’uomo rende triste sé stesso e quelli che gli stanno intorno”!
Con “Bubble” , nella sezione “Fuori Concorso”, è di scena la provincia americana con le sue storie “minime”. Il regista americano Steven Soderbergh (“Sesso,bugie e videotape”, “Out of Sight”), ha costruito un “filmino” ben confezionato, ma che lascia a desiderare.
Ancora nella sezione “Fuori Concorso”, l’opera tanto attesa, per le polemiche nate in questi giorni, vista la mancata soddisfazione alla richiesta del Comune di Venezia di proiettare “Casanova” in Campo San Polo (il motivo sarebbe stato il pericolo di “pirateria”) è stata, a mio parere, ma anche di molti altri, un flop. Il regista svedese/americano, Lasse Hallstrom (“Le regole della casa del sidro”, “Chocolat”), probabilmente, si è fatto coinvolgere in una “americanata”. Heat Ledger, astro nascente della cinematografia USA (qui a Venezia è protagonista oltre che in “Casanova” anche in “Brokeback Mountain” e “I fratelli Grimm”, entrambi in Concorso) se la cava, assieme a Jeremy Irons e Sienna Miller, in una situazione quanto mai paradossale. D’altra parte, già tanti registi di chiara fama hanno dato il loro contributo al mito di Casanova, che era difficile dire qualche cosa di nuovo. Però si sarebbe potuto dirlo meglio.
Dopo la produzione canadese, “Brokeback Mountain” di Ang Lee, il film che ha fatto discutere soprattutto per l’argomento trattato (amori omo tra cow boys), ma che è qualche cosa di diverso oltre alla stupenda fotografia, arriva in “Concorso” il film coreano “Lady Vendetta” di Park Chan-wook (“Old boy”), una storia , che, secondo il regista dovrebbe concludere il ciclo sulla vendetta. A noi miseri occidentali, forse non preparati sugli usi e i costumi coreani, è parsa una storia sconclusionata e tragicomica non ostante i terribili contenuti (rapimento con uccisione di bambini e vita carceraria).

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Nella sezione “Fuori concorso” un film di John Singleton (“L’università dell’odio”, “Shaft”), una produzione USA, “Four brothers” ovvero quando il legame dell’affetto conta più di quello del sangue. Le strade violente di Detroit vedono quattro fratelli farsi giustizia da soli anche perché la giustizia istituzionale lascia molto a desiderare.
Grande delusione per l’opera, nella sezione “Orizzonti”, di Franco Battiato, regista e cosceneggiatore, “Musikanten”. Un film non film, a mio parere, senza capo né coda, mal sceneggiato, mal interpretato, mal fotografato. Una delusione per chi, come me, stima ed apprezza Battiato, artista poliedrico e di grande talento.
Ancora di scena la provincia americana: dopo “Bubble”, ambientato nell’Ohio, ora è la volta di “Elizabethtown”, nella sezione “Fuori concorso”, ambientato nel Kentucky. Con un cast di tutto rilievo, Orlando Bloom, Kirsten Dunst, Susan Sarandon e un “cammeo” di Alec Baldwin, diretto da Cameron Crowe (“Non per soldi…ma per amore”, “Vanilla sky”) che ne è anche coproduttore assieme a Tom Cruise. È l’esempio lampante di come gli americani sono capaci di fare i film, anche se il finale è un po’ troppo enfatico (sembra uno spot dell’ente americano per il turismo).
In mattinata si è proiettato, nella sezione “Concorso”, la produzione francese, diretta da Philippe Garrel, “Gli amanti regolari”, un film sul ’68. Ma 3 ore di durata sono veramente troppe!!!
In Campo San Polo si è vista la versione cinematografica delle miniserie televisiva “Sacco e Vanzetti” che sarà trasmessa da Canale 5. Interpreti: Sergio Rubini, Ennio Fantastichini, Anita Caprioli, Omero Antonutti.

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“Persona non grata” film in “Concorso” (una produzione italorussopolacca) del regista polacco Krzysztof Zanussi è, secondo me, un’amara constatazione di come le cose non stanno andando in Polonia. Tutti i sogni e le aspettative che l’avvento di Solidarnos aveva fatto nascere, sono naufragati nella ricerca della soddisfazione degli interessi personali. Tra gli interpreti il regista russo Nikita Mikhalkov.
Nella sezione “Orizzonti” un film di Werner Herzog (“Nosferatu” , “Fitzcarraldo”), “L’ignoto spazio profondo”, una docufiction che mostra il mondo della fantasia fantascientifica del regista: molto affascinante la fotografia.
Sempre in “Orizzonti”, un film molto intrigante, “Ogni cosa è illuminata”, di produzione USA, tratto da un romanzo di Jonathan Safran Foer, e diretto dall’esordiente Liev Schrieber (l’anno scorso a Venezia come attore in “The Manchurian candidate”), Un viaggio alle origini di uno studente americano di religione ebraica nei luoghi di provenienza del nonno ucraino.
“Fuori Concorso” il film più atteso della giornata. “Cinderella Man”, di Ron Howard (“Apollo 12”, “Cocoon” e, ancora con Russell Crowe, “Beautiful Mind”), con Russell Crowe, Renée Zellweger e uno strepitoso Paul Giamatti nella parte dell’allenatore di Russell Crowe-Jim Braddock: storia vera di un campione di pugilato che svolge la sua carriera a cavallo della grande depressione americana: caduta e riscatto dei semplici. Ancora una volta il sogno americano si è realizzato!!!

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Si apre benissimo la giornata con il film americano in “Concorso”: “Proof (La dimostrazione)” con la coppia di “Shakespeare in love”, John Madden alla regia e Gwyneth Paltrow come protagonista. Prova magistrale per la Paltrow che, quasi, quasi, dà dei punti al mostro sacro Anthony Hopkins, suo partner, mettendo così una seria ipoteca sulla Coppa Volpi. Tratto da un’opera del Premio Pulitzer, David Auburn era già stato rappresentato in teatro sempre dalla stessa coppia (Madden e Paltrow).
Sempre in “Concorso” un film di Abel Ferrara (anche cosceneggiatore), regista di culto che alterna direzioni di successo ad altre meno (“The funeral”, Occhi di serpente”, “New rose hotel”). “Mary” è una coproduzione italofrancoamericana con Juliette Binoche, Stefania Rocca, Forest Whitaker. E’ la storia della Maddalena attraverso la quale Ferrara cerca di dire una sua opinione sulla religione e sulla situazione attuale in Medio Oriente. Se devo essere sincero mi è parso che il regista ad un certo punto non sapesse più come venirne a capo.
Ancora in “Concorso” uno dei film più attesi: di John Turturro, che ne è anche lo sceneggiatore, “Romances & Cigarettes”, un musical “sui generis” che val la pena di vedere anche se, per il linguaggio “particolare”, ci saranno parecchie difficoltà nel doppiaggio. Nutrito e molto bravo il cast con Susan Sarandon, Kate Winslet, Steve Buscemi.
“Fuori Concorso” un film tratto da un romanzo di David Mamet e sceneggiato dallo stesso, “Edmond” di Stuart Gordon, una coproduzione anglofrancoamericana, interpreto da William H. Macy, Julia Stiles e Joe Mantenga è una visione personale della filosofia di Mamet.

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Primo film italiano in “Concorso” quello di Roberto Faenza (anche sceneggiatore), “I giorni dell’abbandono”, con Margherita Buy, Luca Zingaretti e Goran Bregovic. Tratto dal romanzo di Elena Ferrante, è la cronaca di una separazione tra coniugi con tutto ciò che comporta, soprattutto per quanto riguarda la parte femminile. Protagonista una Margherita Buy, forse troppo sfruttata nei ruoli nevrotici che, comunque è l’unica cosa che si salva del film.
Nella sezione “Orizzonti” un’opera prima di un giovane regista (29 anni) di belle speranze. “Texas” di Fausto Paravidino che è anche sceneggiatore e protagonista vede uno spaccato di provincia italiana: “una ex campagna non più rurale e non ancora urbana” con le sue storie e i suoi problemi.
Coprotagonista Valeria Golino ed una miriade di giovani, ed anche meno giovani, attori non professionisti.
Un film molto atteso, quello di animazione diretto da Tim Burton e Mike Johnson, “La sposa cadavere” con le voci di Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Christopher Lee, Albert Finney. E’ splendido!!! Ed è una specie di continuazione di “Nightmare bifore Christmas” girato in stop motion. Tim Burton, eclettico regista californiano (è anche scrittore di libri per bambini), ha diretto tra gli altri anche “Edward mani di forbice”, “Ed Wood”, Mars Attacks!”, “Batman – Il ritorno”, “Il pianeta delle scimmie” e, ultimissimo uscito in questi giorni, “Charlie e la fabbrica di cioccolato”.
Nella sezione “Fuori concorso”, una produzione francese: “Il profumo della dama in nero” per la regia di Bruno Podalydès, con Denis Podalydès, Olivier Gourmet e Pierre Arditi. Un feuilleton “classico” con soluzione a sorpresa che viene dopo “Il mistero della camera gialla” e che ha come protagonista il segugio Rouletabille.

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Non credo ai miei occhi durante la visione del film francocanadese (in Concorso), “Verso sud” di Laurent Cantet (anche cosceneggiatore) che, dopo “Risorse umane” e “A tempo pieno” si ripresenta a Venezia con una vera opera d’arte. Nel raccontare la storia di tre donne nordamericane in vacanza “sessuale” ad Haiti, evidenzia la tragica situazione dell’isola (una delle zone pià povere del mondo) con una leggerezza esemplare, con una sceneggiatura struggente e con una recitazione magistrale di Charlotte Rampling, Karen Young e Louise Portal.
A mio parere può essere uno dei premiati.
Nella sezione “Orizzonti” il film brasiliano “Arido Movie” di Lìrio Ferriera. Una storia che si sviluppa nel nordest del Brasile. I colori violenti, le situazioni estreme, il caldo opprimente rendono tutto molto particolare. Se a questo si aggiungono anche le truffe delle multinazionale, il quadro è completo.
Un altro film in “Concorso” è stato quello russo “Garspastum” di Aleksey German jr. Purtroppo tanto materiale buttato alle ortiche! Tanto incomprensibile da far esclamare: Con quale criterio è stato scelto?
Ancora un film in “Concorso”. Questa volta è cinese di Hong Kong: “Canto dell’eterno rimpianto” di Stanley Kwan, regista nato ad Hong Kong chehainiziato come attore, ma presto si è trovato dall’altra paerte della macchina da presa. Il suo film, tratto da un romanzo di Wang Anyi, narra la storia di una donna dalla bellezza leggendaria e, attraverso di essa, anche la storia di Shanghai ed Hong Kong.

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
Siamo agli sgoccioli, col film italiano in “Concorso” di Cristina Comencini siamo arrivati alla penultima giornata di questa Mostra. “La bestia nel cuore”, film riuscito non ostante l’argomento molto scabroso, tratto dall’ultimo romanzo della regista. Buona la sceneggiatura, alla quale la Comencini ha collaborato e buona anche l’interpretazione nella quale spiccano le personalità di Giovanna Mezzogiorno, Stefania Rocca, Luigi Lo Cascio e, soprattutto, di Angela Finocchiaro. La regista ha voluto raccontare il fondo oscuro di ognuno di noi – qualcosa che ci portiamo dentro fin da bambini o, forse, anche da prima.
Quest’oggi ci sono state le prime proiezioni della sezione “Corto cortissimo” proseguiranno per altri due giorni per un totale di 22 film.
Penultimo film in “Concorso”: “Il giardiniere tenace” di produzione anglotedesca keniana per la regia del brasiliano Fernando Meirelles. Tratto da un romanzo di John Le Carrè, è un’occasione per far vedere l’Africa con tutte le sue contraddizioni che vengono strumentalizzate anche dagli occidentali. Meirelles afferma”ancora non so se questo film sia un thriller politico-esistenziale o una storia d’amore”. Ralph Fiennes e Rachel Weisz dono gli interpreti.

62ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Ultimo giorno di proiezione e ultimo film in “Concorso”. Pupi Avati, dopo Faenza e Comencini, affronta la giuria per l’assegnazione del Leone d’0ro. “La seconda notte di nozze” presenta la novità Katia Ricciarelli: un buon esordio che fa intravvedere degli sviluppi. Neri Marcorè all’altezza e Antonio Albanese, sempre all’apice: peccato che Avati non l’abbia fatto recitare in pugliese (non si capisce perché), cosa che gli sarebbe riuscita benissimo e che ne avrebbe aumentato l’espressività. Film, comunque. Non all’altezza di quello della Comencini, anche se moderatamente godibile.
Film sorpresa (mica tanta) quello di Sabina Guzzanti: “Viva Zapatero!” evidentemente satirico, raccoglie le “testimonianze” di numerosissimi personaggi dello spettacolo, del giornalismo e della politica. Da Daniele Luttazzi a Dario Fo, da Enzo Biagi a Elio Veltri, da Francesco Alberini a Maurizio Gasparri. La Guzzanti non ne risparmia nessuno, destra e sinistra (in modi diversi) si spartiscono le sue critiche e anche la stampa viene messa sotto accusa “perché ha sottovalutato il pericolo o ha avuto paura di disturbare”.
Film di chiusura “Se fosse amore” di Peter Ho-sun Chan, nella sezione “Fuori concorso”: in questa Mostra i cinesi sono stati, comunque, protagonisti, da quelli nella “Storia segreta del film asiatico” al film di apertura e a quello di chiusura, a molti altri in concorso e non. Nell’ultimo giorno si danno i Leoni alla carriera e i due premiati di quest’anno sono Stefania Sandrelli e Hayao Miyazaki, maestro giapponese del film di animazione che ha avuto l’onore di veder proiettate tre sue opere: “On your mark” “Nausicaa nella valle del vento” e “Porco rosso”. Ora tutti in trepidante attesa di conoscere i vincitori, anche se alcuni vincitori ci sono già stati come quelli del Premio Bianchi: Natalia Aspesi, Lietta Tornabuoni, Callisto Cosulich, Tullio Kezic, Morando Morandini e Gianluigi Rondi. Quelli del Premio Cinema e cultura del Dialogo: “Fuoco su di me” di Lamberto Lambertini e “Kukumi” di isa Qosja.

62ma Mostra del Cinema di Venezia

Siamo giunti all’ultimo atto della Mostra del Cinema, quello che tutti, più o meno, attendono. Ancora una volta ci sono gli entusiasti e i delusi, ma questo fa parte della tradizione. La giuria internazionale presieduta dallo scenografo, premio Oscar, Dante Ferretti e composta da: Acheng, scrittore cinese, Claire Denis, attrice francese, Amos Gitai, regista israeliano, Edgar Reitz. Cineasta tedesco, Emiliana Torrini, musicista italo islandese, ha premiato col Leone d’oro il film “La montagna di Brokeback” del taiwanese Ang Lee, col Leone d’argento il film “Gli amanti regolari” del regista francese Philippe Garrel (già vincitore nel 1991), la Coppa Volpi femminile a Giovanna Mezzogiorno per il film di Cristina Comencini, “La bestia nel cuore” quella maschile a David Stranthaim per il film di George Clooney, “Good Night, and good luck”. Premio speciale della giuria al regista americano Abel Ferrara, per il film “Mary”. Leone speciale ad Isabelle Huppert interprete del film “Gabrielle”.
Osella d’oro per la sceneggiatura a George Clooney.
La giuria giovani ha assegnato il Leoncino d’oro Agiscuola, a “Lady Vendetta” del coreano Park Chanwook.
Il Future Film Festival Digital Award è stato vinto da “La sposa cadavere” di Tim Burton e Mike Johnson.
“Mater Natura” di Massimo Andrei ha vinto il premio del pubblico alla Settimana della Critica.
Il Premio Città di Roma-Arcobaleno è stato assegnato ex aequo a “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini e a “La dignidad de los nadies” dell’argentino Fernando Solanas.
Angela Finocchiaro ha vinto il premio Wella Cinema Donna.
Si chiudono i battenti della Mostra con qualche patema d’animo (e qualche polemica) da parte della Biennale per la prossima apertura concorrenziale del Festival del cinema di Roma (ottobre 2006). Contenti, invece, tutti coloro che hanno trovato un posto di lavoro a Roma! Giornalisti e critici, più o meno delusi, ma con l’impegno di venire anche il prossimo anno. Il pubblico soddisfatto per la marea di divi che ha percorso la passerella del Palazzo del Cinema. Il mio giudizio, per quello che conta, è che si poteva fare di più: come si è migliorato, ma ci voleva poco, sul piano organizzativo, lo si poteva anche su quello qualitativo. A meno che, come afferma qualcuno, che questo sia quello che presenta il mercato!!

Di: Carlo Gheller

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