Venezia – ALDO MANUZIO – IL RINASCIMENTO DI VENEZIA

| 12 giugno 2016
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E la cultura divenne tascabile

Aldo Pio Manuzio, Aldus Pius Manutius in latino (Bassiano, tra 1449 e 1452-Venezia, 1515), è stato un editore, grammatico e umanista italiano. È ritenuto tra i maggiori editori d’ogni tempo, dobbiamo a lui l’invenzione del libro moderno con l’introduzione di innovazioni destinate a segnare la storia dell’editoria. Prima di lui i volumi erano enormi, appoggiati a leggii, privilegio di pochissimi, dovuti a trascrizione di amanuensi, soprattutto conventuali. Egli, geniale ed umanitario, volle rendere disponibili con la stampa i “classici” greci e latini in lingua originale restituendo “ai buoni ingegni il materiale letterario integro, semplice e senza errori, cercando quello che si nasconde, tirando fuori quello che si è messo in disparte, richiamando ciò che è scomparso, ricostruendo ciò che è mutilo per costituire una biblioteca la quale non abbia altro confine che il mondo stesso, senza tenere nulla nel suo tesoro che non mettesse in comune”, onde ritrovare la vera lezione dei testi. Scelse il “corsivo” e piegò e ripiegò il foglio di stampa, in quarto, in ottavo, in sedicesimo, creando così il libro tascabile. Per primo scelse un “marchio” che rese immediatamente riconoscibili le sue edizioni: un delfino attorcigliato all’ancora, emblema tratto da una moneta dell’Imperatore Tito che gli era stata donata dall’amico letterato ed umanista Pietro Bembo. Oltre ai “classici” greci e romani, fra cui Virgilio, egli pubblicò anche opere in “volgare” (Dante e Petrarca) nonché dei suoi contemporanei: gli “Asolani” di Pietro Bembo, “L’Arcandia” di Sannazzaro e la ““Hypnerotomachia Poliphili”, il libro illustrato più celebre e raffinato di Manuzio con fantasiose xilografie forse approntate su disegno del miniatore Benedetto Bordon. Con oltre 100 opere d’arte, provenienti da grandi musei italiani e stranieri, e pù di 30 rarissime edizioni, la mostra attualmente in corso alle Gallerie dell’Accademia gli rende omaggio a 500 anni dalla sua scomparsa e vuole essere una testimonianza su come il libro cambiò il mondo. Curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia, questa importante iniziativa ripercorre una stagione unica e irripetibile nella storia della cultura europea e occidentale, durante la quale il libro diede al rinascimento di Venezia, città effervescente – con oltre 150mila abitanti nel XVI secolo, una tra le più ricche e popolose del continente, dove ogni tipo di linguaggio artistico riesce, nello spazio di pochi decenni, a trovare la sua più efficace espressione.  È nel Cinquecento che Venezia conquista ed afferma definitivamente il ruolo di cerniera tra l’Oriente e l’Occidente, passando da essere semplice piattaforma per scambi di natura commerciale a luogo dove si mescolano culture, tradizioni, saperi. La circolazione di questo patrimonio di testi e di idee non solo contribuì a creare una cultura comune europea, capace di integrare l’ambito classico greco-romano al mondo moderno e contemporaneo, ma favorì l’emergere di temi e motivi mitologici assolutamente nuovi anche nel campo delle arti figurative; maestri quali Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Jacopo de’ Barbari trassero decisa ispirazione dai testi della classicità greca e latina, ora finalmente fruibili con facilità anche da un pubblico laico. A seguito della riscoperta della poesia greca e latina, la pittura rivolse ora un nuovo sguardo anche sulla natura: abbandonate le suggestioni medievali che dipingevano una natura ostile, dura, popolata da fiere feroci, l’arte si aprì a una rappresentazione del paesaggio inteso come culla della civiltà, come paradiso terrestre nel quale l’uomo è destinato a vivere. La mostra testimonia questo passaggio attraverso i paesaggi di Giorgione (è presente qui anche la sua celebre “Tempesta”, tra i “fiori all’occhiello” e tra i pezzi più pregiati della collezioni permanenti dell’Accademia stessa) i disegni del giovane Tiziano, le incisioni di Giulio Campagnola, i bronzetti di Andrea Briosco. La novità del libro tascabile influenzò la ritrattistica dell’epoca: uomini e donne ritratti stringono fra le mani un piccolo prezioso libro di Aldo, in alcuni casi lo esibiscono, in altri, con un dito fra le pagine, meditano assorti; qui ne vediamo illustri esempi. Un’importante sezione del percorso espositivo è dedicata all’intenso rapporto che legò lo stampatore alla cultura del nord d’Europa e ad Erasmo da Rotterdam. Il filosofo olandese – che per pubblicare la nuova e definitiva edizione dei suoi “Adagia” visse a Venezia, ospite della famiglia di Aldo per quasi un anno – oltre ad apprezzare la cura delle edizioni aldine, riteneva che fosse di importanza fondamentale per la circolazione trasmissione del suo pensiero in tutta Europa che i suoi lavori fossero stampati proprio da Manuzio. Questo evento espositivo è promosso dal Comitato per il V Centenario della morte Aldo Manuzio Regione Veneto e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Gallerie dell’Accademia di Venezia, principale donor partner World Monuments Fund, in memoria di George e Vera Kaestlin-Bock. Il catalogo, con le riproduzioni delle opere esposte, i saggi critici dei curatori è pubblicato da Marsilio: un manuale da collezione per approfondire le radici di tutto quanto ci è giunto e le motivazioni di rapporti interpersonali ed internazionali. Per i più giovani il settimanale “Topolino”, ha creato una storia a fumetti sul n° 315 in edicola lo scorso 13 Aprile per far conoscere la vicenda di Manuzio ai suoi giovani lettori, “Zio Paperone e i libri segreti di Paperus Picuzio”, affidanzola a due artisti dalla profonda conoscenza di Venezia: lo sceneggiatore Alessandro Sisti e il disegnatore Valerio Held. Divertentissima! Alcune note sulla sede espositiva. Le Gallerie dell’Accademia sono un museo statale, che raccoglie la migliore collezione di arte veneziana e veneta, soprattutto legata ai dipinti del periodo che va dal XIV al XVIII secolo. Vi si conservano anche altre forme d’arte come sculture e disegni, tra i quali il celeberrimo “Uomo vitruviano” di Leonardo da Vinci. Dai primi giorni di Febbraio sono arricchite da sette nuove sale, allestite nell’ala del convento dei Canonici Lateranensi disegnata da Andrea Palladio, che vanno ad aggiungersi alle cinque aperte alla visita nel maggio dello scorso anno. Si tratta di un ulteriore, importante passo verso la realizzazione del progetto delle Grandi Gallerie promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Ciò è stato reso possibile grazie al sostegno di Venice International Foundation – Friends of Venice Italy e di Venice in Peril, Fund London nell’ambito del Programma congiunto UNESCO – Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia.

Venezia, Gallerie dell’Accademia, Ala Palladio (Campo della Carità, 1050); fino al 19 giugno 2016; Orari: lunedì, 8.15-14; da martedì a domenica, 8.15-19.15; Informazioni e prenotazioni: Tel. 041 5200345 www.gallerieaccademia.org; www.mostraaldomanuzio.it

Fabio Giuliani

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