Zardini – Ragnolini “Presentata al Ministero dell’Ambiente una richiesta di verifica sul declassamento di rischio idrogeologico della Rocca Vecchia di Garda”

| 1 marzo 2017
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Su segnalazione della consigliera comunale di Garda, Lorenza Ragnolini, l’on. Zardini ha depositato un’interrogazione per richiedere una verifica sul declassamento di rischio idrogeologico della Rocca Vecchia.

La Rocca è un monolite roccioso accertato essere instabile in caso di terremoto o eventi atmosferici avversi e che si protende verso la riva del lago, in alcuni casi, sporgendo per un altezza di circa 50 metri sull’arteria Gardesana Orientale e sulla spiaggia. La sua criticità era già stata rilevata dall’Autorità di Bacino del Po con propria delibera di adozione del PAI (Piano stralcio per l’assetto idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del Fiume PO) del 2001, aggiornata nel 2003, all’interno della quale al promontorio roccioso è stato attribuito il grado di rischio più elevato, Frana Attiva (FA) con divieto assoluto di edificazione.

Sottolinea la consigliera Ragnolini: “I Comuni, che in sede di adozione degli strumenti urbanistici o di varianti devono recepire le disposizioni del PAI, sono tenuti ad effettuare una verifica della compatibilità idraulica e idrogeologica degli strumenti urbanistici vigenti con le condizioni di dissesto presenti o potenziali rilevate nella cartografia del PAI, eventualmente aggiornandone le prescrizioni. Tuttavia in un’area ai piedi della Rocca l’Amministrazione Comunale nel 2007 ha adottato, in variante urbanistica, un Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica ed Ambientale (PIRUEA) di durata quinquennale, come previsto dalla L.R. Veneto n. 23 del 1999, di concerto con la Regione Veneto al fine di consentire al proprietario la realizzazione del 30% della cubatura esistente. Il progetto in questione, nel 2005 ha avuto il benestare della Regione Veneto che ha accolto la richiesta avanzata dal Comune di declassare l’area interessata da zona Frana Attiva (FA) a zona Frana Stabilizzata (FS), condizionandola all’onere di monitoraggio annuale al fine di provare la ridotta o inesistente pericolosità della zona”.

Nel 2009, nell’area oggetto del PIRUEA- nel corso dei lavori di scavo per la costruzione degli immobili assentiti con Permesso di Costruire nel 2007, si è verificato il distacco e il rotolamento di un enorme masso dalla sommità della Rocca, a seguito del quale veniva ordinata l’evacuazione degli abitanti e chiuso il passaggio sulla Gardesana e l’accesso pedonale lungo la spiaggia per diverso tempo.

Commenta la consigliera Ragnolini: “alla riapertura della strada il proprietario ha chiesto di poter riprendere i lavori e il Comune ha poi concesso due proroghe al PdC originario consentendo la realizzazione di ingente cubatura in applicazione del Piano Casa della Regione Veneto, senza considerare la situazione di maggior pericolosità e rischio venutasi a creare per effetto dell’autorizzazione ai lavori. Le recenti indagini della Procura hanno indotto l’amministrazione comunale, avvedutasi dell’errore, ad attivarsi nell’adottare il corretto iter procedurale necessario per aggiornare l’atlante dei rischi idraulici ed idrogeolgici. Da qui la necessità di mettere, prima, in sicurezza la Rocca per poi poter argomentare che il rischio, per effetto di dette opere, sarebbe stato mitigato. Dice bene l’Autorità di Bacino Po’ quando con nota del 10.05.2012 evidenziava alla Regione la necessità di effettuare una valutazione non solo idraulica ma anche urbanistica, ovvero incentrata sulle previsioni urbanistiche che il comune intende effettuare. Infatti, il vincolo di inedificabilità assoluto collegato al grado di rischio FA viene meno nel caso l’area venga poi declassata nel rischio in Frana Stabilizzata, lasciando così libero il Comune di concedere su di essa nuova cubatura o addirittura garantendo al privato il diritto di chiedere all’amministrazione ampliamenti della cubatura esistente attraverso l’applicazione della norma regionale relativa al Piano Casa”.

L’on. Zardini, membro della Commissione Ambiente, ha ritenuto doveroso presentare al Ministero dell’Ambiente un’interrogazione al fine di tutelare l’incolumità pubblica e ridurre la vulnerabilità territoriale in aree ad elevato rischio idrogeologico. “Chiediamo al Ministero se ritiene opportuno far accertare dagli enti competenti se siano stati previsti o realizzati interventi di edificazione in difformità a quanto previsto dagli strumenti di pianificazione di bacino e se nei casi di richiesta di declassamento del grado di rischio, eliminando il vincolo di inedificabilità assoluta, si possano ritenere sufficienti le opere di mitigazione e di messa in sicurezza previste per ridurre la vulnerabilità territoriale e se risultano approvate dall’Autorità di Bacino del Fiume Po”

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