Vicenza Igor Mitoraj

| 9 settembre 2005

L’arte infonde vita alla materia inerte


Questo che stiamo vivendo è un periodo in cui, in campo artistico, si ha una rivalutazione della creatività sotto forma di scultura, specialmente verso gli artisti italiani. Nel salone superiore della celebre Basilica Palladiana di Vicenza è attualmente in corso una mostra davvero importante che riunisce, possiamo dirlo, i nomi più significativi del secondo Novecento italiano con una oculata scelta di opere provenienti da raccolte pubbliche, fondazioni e collezioni private degli artisti e di collezionisti. Anche in questo caso si è ottenuto un felice connubio tra materiale esposto e situazione ambientale in cui esso è inserito: infatti la Basilica Palladiana, di solito chiusa al pubblico, verrà aperta per l’occasione con biglietto unico a chi visiterà la mostra attigua. Questa rassegna è un’ideale seguito ad una precedente esposizione, sempre in questa sede, dedicata alla scultura italiana del primo Novecento e in particolare a Minguzzi, Rambelli e Manzù. Ora vediamo 46 capolavori realizzati da 27 artisti che dimostrano le prerogative e i cambiamenti della scultura nella seconda metà del ventesimo secolo, partendo dai rappresentanti più celebri per arrivavate ai protagonisti delle tendenze più attuali e contemporanee.
Il percorso è strutturato in tre sezioni:
1) I maestri storici; Arturo Martini (di cui è presente una bellissima terracotta ‘Cavalla che allatta’, dal Museo Civico di Vicenza), Marino Marini, Giacomo Manzù e Francesco Messina; questi personaggi fanno, per così dire, da punto di collegamento tra le generazioni precedenti e quelle a loro seguite, ad esempio, con Lucio Fontana e Fausto Melotti, e ricerche stilistiche nuove, verso concetti legati all’informale ed al concettuale.
2) Tra figurazione e astrazione; entriamo nel ‘cuore’ della mostra con un’alternanza tra figurazione ed astrazione: il linguaggio di forme e materiali dagli anni Sessanta in avanti; l’inventiva di Pietro Consagra e la sua scultura ‘frontale’ (come la serie dei ‘Colloqui’), con assenza di tridimensionalità densa spesso di impegno sociale, al contrario, fedeli alle tre dimensioni sono Andrea e Pietro Cascella, Somaini (‘Grande traccia nascita di Venere’), Arnaldo e Giò Pomodoro, nelle cui realizzazioni subentra l’esigenza di un cambiamento strutturale in rapporto anche con l’ambiente circostante. Ramous, Uncini, Spagnulo, Staccioli usano materiali di derivazione industriale come ferro, acciaio, cemento e altro, badando all’essenzialità e semplicità e, in particolare per Spagnolo, notiamo impegno e denuncia sociale. La figurazione come espressione diretta di un messaggio ideologico è tipica di autori quali Alik Cavaliere, Augusto Perez, Giuliano Vangi (qui con la conosciuta ‘Figura di donna’) e Floriano Bodini (di cui vediamo l’interessante ‘Ritratto di un Papa’). In queste opere viene affrontata la figura dell’uomo contemporaneo con immagini ‘forti’ spiegando il suo tormento spirituale, la sua inquietudine, la sua desolazione. La scultura dell’immagine e dell’oggetto riceve evidente influenza dalla Pop Art italiana: Mario Ceroli e Valeriano Trebbiani nelle loro composizioni esprimono le contraddizioni della vita moderna, mentre Luciano Fabro, esponente dell’Arte Povera, inventa una scultura, diremmo, elegante, con soggetti come stella e obelisco.
3) L’ultimo ventennio; il ‘viaggio’ si conclude con uno sguardo alla ‘scultura al femminile’: Cordelia Von den Steinen e Alba Gonzales e alle tendenze dell’ultimo ventennio, per un’arte ormai senza limiti tecnici e spaziali. Quindi Mimmo Paladino (tra gli eredi della nostrana Pop Art e protagonista della Transavanguardia) spiega come la scultura possa esprimere il mondo interiore di un artista, specialmente dal 1985 con grandi opere in bronzo. Infine vediamo anche Igor Mitoraj, straniero di provenienza ma italiano d’adozione. Le sue riletture del mondo classico dimostrano come questa forma di espressione artistica secondo tradizione e con materiali storici come il bronzo e il marmo, possa sorprendere e piacere ancora oggi. La mostra, curata da Alessandra Zanchi con il contributo scientifico di Rossana Bossaglia, è promossa dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Regione Veneto e Artemisia, con l’apporto di Unicredit Banca, Trivellato – Mercedes Benz e AIM.


Vicenza, Basilica Palladiana, Piazza dei Signori
Fino al 25 Settembre 2005
Informazioni e prenotazioni: 0444/541685 ; www.arthemisia.it ; www.comune.vicenza.it
Orari: tutti i giorni 10-19 ; lunedì chiuso 


 




 

Di: Fabio Giuliani

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