VERONESE E PADOVA

| 18 ottobre 2014
Veronese - Padova 2014

Padova

L’artista, la committenza e la sua fortuna

All’interno delle celebrazioni dedicate a Paolo Veronese, iniziate lo scorso 4 Luglio con l’evento espositivo principale presso il Palazzo della Gran Guardia a Verona, anche Padova fa la sua importante parte per far conoscere meglio l’opera di questo grande artista e la sua eredità poetica. Pur non essendo questa città il centro principale dell’attività del Veronese, la committenza dei Benedettini e di alcune famiglie importanti come i Pisani e i Contarini ottenne, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Cinquecento, una serie di capolavori del maestro per la città e il territorio. La sua opera fu accompagnata da altri artisti che esprimevano un mondo figurativo a lui affine, come Zelotti, fu proseguita dai figli e dal fratello, dagli allievi come l’Aliense, e da altri interpreti locali, quali Bissoni e Damini, che riproposero il suo stile alla luce della sensibilità barocca. Nel corso del secolo XVII i suoi pregevoli dipinti conobbero un’immensa fortuna, furono ripresi in copie e stampe, rivisitati da artisti di notevole livello, da Lefèvre, Pellegrini e Fumiani fino a Sebastiano Ricci, il quale fece del gusto veronesiano la base per la diffusione su scala europea del rococò veneto. Negli spazi per esposizioni temporanee della sede dei Musei Civici di Piazza Eremitani è in corso la mostra “Veronese e Padova”,             un interessante iniziativa che intende approfondire l’apporto dell’arte del grande pittore e il suo seguito a Padova. Eccezionale è la presenza nel percorso                      dell’ “Ascensione di Cristo”, databile al 1575, proveniente dalla chiesa di San Francesco a Padova, che fu al centro di una singolare vicenda di furti e di esportazioni illecite; la parte inferiore dell’opera, identificata negli “Undici Apostoli”, ora nella Repubblica Ceca a Praga, venne rubata e la sua ricostruzione affidata a Pietro Damini nel 1625. Dopo circa 400 anni la parte trafugata torna a Padova per essere raffrontata con il “Cristo” veronesiano e con l’invenzione di Damini. Nel 1575 a Santa Giustina veniva collocata la pala raffigurante il martirio della Santa, considerata l’opera più impegnativa di Paolo per Padova. La sua tela più tarda  in mostra è una “Maddalena”, rimasta allo stato di abbozzo, databile verso il 1582, interessante per comprendere il suo metodo di lavoro. Lo stile del maestro aveva avuto successo, come dimostrano le opere in città dei figli Carletto e Gabriele, operosi a Santa Giustina con il fratello Benedetto che spesso con loro collaborò.                Dagli anni cinquanta si data la presenza di un altro maestro veronese, Giovan Battista Zelotti, la cui preferenza per i colori chiari e i personaggi rappresentati in vesti sontuose in scene complesse, lo impose alla medesima committenza che si era già rivolta al Caliari. Non fu attivo solo per gli ordini religiosi, i benedettini e la chiesa della Misericordia, ma lasciò affreschi a villa Roberti a Brugine, al Castello del Catajo e, a Padova, a Palazzo Nani Mocenigo. Dario Varotari, a Padova dagli anni Sessanta, tradusse le opere del Caliari in una dimensione più domestica e provinciale sia nella ritrattistica che nei dipinti civili e religiosi, a Praglia, dove lavorò anche con il fiammingo Pozzoserrato, alla Scuola della Carità e alla Villa Capodilista a Montecchia. Lavorò fino alla morte, giunta nel 1596.                             Pubblicato in occasione della mostra padovana, il volume di Skira illustra molto bene queste vicende attraverso i saggi di Davide Banzato, Giuseppe Gullino, Giovanna Baldissin Molli, Sergio Marinelli, Elisabetta Gastaldi.

Musei Civici agli Eremitani – Piazza Eremitani 8, Padova; Fino all’11 Gennaio 2015;                                                                                                                                          Orari: martedì-domenica 9-19; chiuso i lunedì non festivi, 25, 26 Dicembre 2014, 1° Gennaio 2015;                                                                                                                  Tel. 049 8204551; Visite guidate a cura di ImmaginArte per gruppi e scuole max 30 persone; prenotazione obbligatoria +39 049 2010010

Fabio Giuliani

 

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