Verona – Presentata la stagione del Grande Teatro veronese

| 27 settembre 2012
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Il 6 novembre s’inaugura al Nuovo il Grande Teatro 2012-13. Otto gli spettacoli previsti che spaziano da Shakespeare a Brecht, da Ruzante a Pirandello, da Marivaux a Scarpetta. In scena anche i testi di due autori viventi: la francese Yasmina Reza e l’italiano Massimo Carlotto. Tra gli interpreti Giuliana Lojodice, Tullio Solenghi, Lello Arena, Giuseppe Battiston, Giulio Scarpati, Umberto Orsini e Alessandro Haber. Dal 4 al 15 ottobre conferma degli abbonamenti. Dal 17 al 26 ottobre vendita di quelli nuovi. Il Grande Teatro, la fortunata rassegna di prosa organizzata dal Comune di Verona con il contributo di Unicredit e della Provincia di Verona e in collaborazione col Teatro Stabile di Verona, si apre al Nuovo il 6 novembre con uno dei maggiori autori italiani del Novecento, Luigi Pirandello. A chiuderla, il 19 marzo, sarà una scrittrice-drammaturga francese di origini russo-iraniane, Yasmina Reza, che in breve tempo ha acquisito grande fama internazionale. Gli altri sei autori in programma sono Shakespeare, Brecht, Ruzante, Marivaux, Scarpetta e il cinquantaseienne scrittore-drammaturgo Massimo Carlotto di cui sarà proposto un celebre romanzo appositamente trasposto per le scene. Quarantotto le recite complessive in un interessante mix di “classici” e di novità che vedrà alternarsi sul palcoscenico attori che i veronesi hanno visto e apprezzato in più occasioni (da Giuliana Lojodice a Umberto Orsini, da Tullio Solenghi a Lello Arena, da Pino Micol ad Alessandro Haber) ad altri che, come Giulio Scarpati, Alessio Boni, Giuseppe Battiston e Francesco Montanari, rappresentano, per il Grande Teatro, delle interessanti quanto prestigiose new entry. Per altri ancora (è il caso di Paolo Briguglia e Antonia Liskova) si tratta addirittura del debutto veronese. Fedele al suo imperativo di sempre, anche quest’anno il Grande Teatro punta su registi (da Marco Sciaccaluga a Giampiero Solari, da Alessandro Gassman a Piero Maccarinelli) e interpreti che negli anni hanno saputo conquistarsi il favore di critica e pubblico. Come nel 2011-12 si è voluto allargare l’orizzonte accostando a pietre miliari della drammaturgia mondiale – Shakespeare, Brecht, Pirandello e Marivaux – autori molto particolari. Dal Ruzante, “il più grande autore di teatro che l’Europa abbia avuto nel Rinascimento prima ancora dell’avvento di Shakespeare” (la definizione è del Nobel Dario Fo) a Eduardo Scarpetta che il pubblico ama particolarmente grazie anche a Totò. Dalla cinquantaduenne Yasmina Reza nota al pubblico francese anche come attrice (in particolare per le sue interpretazioni di Molière e di Marivaux) al padovano Massimo Carlotto, divenuto scrittore, drammaturgo e sceneggiatore dopo una drammatica e controversa vicenda giudiziaria che lo vide protagonista per diciassette anni, dal 1976 al 1993. Come nella scorsa stagione, anche quest’anno la rassegna si aprirà (dal 6 all’11 novembre) nel nome di Luigi Pirandello (1867-1936): in programma Così è (se vi pare) con Giuliana Lojodice (che nel mese di luglio è stata insignita al Teatro Romano del prestigioso “Premio Renato Simoni per la fedeltà al teatro di prosa”, Pino Micol e Luciano Virgilio. A dirigerli sarà Michele Placido, reduce dal successo del Re Lear rappresentato lo scorso agosto al Teatro Romano nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese. Definita da Pirandello “una parabola in tre atti”, la commedia ruota attorno alla ricerca della verità e alle diverse interpretazioni d’essa, tema assai caro al drammaturgo siciliano. In questo caso si tratta di stabilire chi sia realmente pazzo tra il signor Ponza e la sua suocera, la signora Frola. Il tutto, in un sapiente intreccio di enigmi e labirinti verbali. Lo spettacolo è prodotto  da Francesco Bellomo e dall’Isola trovata. Il secondo titolo in cartellone (dal 20 al 25 novembre) è Moscheta di Angelo Beolco detto Ruzante (1496-1542) con Tullio Solenghi e Maurizio Lastrico. L’allestimento è del Teatro Stabile di Genova, la regia è di Marco Sciaccaluga. Moscheta, commedia scritta intorno al 1530, prende il nome dal parlar “moscheto”, nome dialettale della lingua cittadina qui contrapposta al dialetto contadino pavano normalmente usato dal Ruzante. A parlar “moscheto” ci prova il personaggio Ruzante (assurto a secondo nome dell’autore) quando si traveste per mettere alla prova la fedeltà della moglie Betia. La moglie, che capisce l’inganno, lo punisce riannodando una relazione adulterina con un compare di Ruzante, Menato. Tullio Solenghi, divenuto celebre giusto trent’anni fa col trio Marchesini-Lopez-Solenghi, ha diradato le frequentazioni televisive per dedicarsi sempre più al teatro. Il pubblico veronese ne ricorda la bella interpretazione di Petruccio nella Bisbetica domata al Teatro Romano nel 2005. Il terzo titolo in programma (dall’11 al 16 dicembre) è di Eduardo Scarpetta (1853-1925). Si tratta di una delle sue opere più famose, Miseria e nobiltà, proposta nell’allestimento del Teatro Stabile di Calabria e del Teatro Quirino. Nei ruoli principali Geppy Gleijeses (che è anche regista) Lello Arena e Marianella Bargilli. Protagonista della commedia è Felice Sciosciammocca, famosa maschera di Scarpetta (proposta al Grande Teatro, anni fa, da Carlo Giuffré), chiamato a dirimere, con la tipica arte d’arrangiarsi partenopea, le controversie nate dal tormentato amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di un cuoco arricchito. Il nuovo anno si apre (dall’8 al 13 gennaio) con Il gioco dell’amore e del caso di Marivaux (1688-1763), considerato il più importante commediografo francese del XVIII secolo. Prodotto dalla Fondazione Teatro della Pergola di Firenze, ha  come regista Piero Maccarinelli e come protagonisti Paolo Briguglia e Antonia Liskova affiancati da Francesco Montanari e Fabrizia Sacchi. Portato al successo nel gennaio del 1730 dagli attori della Comédie Italienne, il testo è una tipica commedia  degli equivoci in cui si trovano coinvolti Silvia e Dorante che hanno assunto le sembianze dei loro servitori che a loro volta sono diventati i padroni. In questo scambio di ruoli e di intrecci di coppie, la passione regna sovrana. Attore soprattutto cinematografico, Paolo Briguglia ha lavorato, tra gli altri, con Giordana (I cento passi), Pupi Avati (Ma quando arrivano le ragazze?) e Giuseppe Tornatore (Baarìa). Dal piccolo schermo approda invece per la prima volta a teatro la bella slovacca naturalizzata italiana Antonia Liskova, vista in parecchie fiction tra cui la fortunata Tutti pazzi per amore 2. Arcinoto al pubblico televisivo per il ruolo del Libanese in Romanzo criminale, la fortunata serie ispirata alla storia della banda della Magliana, Montanari si divide con successo tra cinema e teatro. Tra le sue intepretazioni cinematografiche Oggi sposi (2009) e Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata (2011) di cui è protagonista nei panni dell’ispettore Malerba. La quinta opera in programma (dal 22 al 27 gennaio) è Macbeth di Shakespeare nella messinscena della Fondazione Teatro Stabile di Torino e del Teatro Stabile del Veneto. Ne è protagonista Giuseppe Battiston, attore che, negli ultimi anni, si è conquistato vasta credibilità e notevoli consensi di critica e di pubblico. Battiston darà al sovrano un’impronta molto cruenta e sanguinaria in un contesto quasi di noia esistenziale, di crisi d’identità. L’allestimento è a firma di Andrea de Rosa che si cimenta con la versione in prosa di questa tragedia shakespeariana dopo averla diretta con grande successo nella versione operistica di Giuseppe Verdi. Lady Macbeth sarà interpretata da Frédérique Loliée. Giuseppe Battiston, new entry del Grande Teatro, torna a Verona dopo essere stato l’applaudito protagonista (al Camploy nel febbraio del 2010) di Orson Welles’ Roast. Artista eclettico, Battiston vanta una massiccia presenza nel cinema: ha recitato, tra gli altri, per Silvio Soldini sin dai tempi di Un’anima divisa in due e in molti film di Carlo Mazzacurati, l’ultimo dei quali è La passione. Frequenti anche le sue apparizioni televisive: tra le sue interpretazioni le prime due edizioni di Tutti pazzi per amore.Ancora sotto l’egida dello Stabile di Torino e di quello del Veneto va in scena (dal 12 al 17 febbraio) Oscura immensità, spettacolo tratto dal romanzo di Massimo Carlotto dal titolo pressoché identico: L’oscura immensità della morte. La pièce che ha per protagonista Giulio Scarpati affiancato da Claudio Casadio, parla di giustizia, vendetta e perdono, temi estremamente cari a Carlotto che spesso porta sulla scena frammenti della sua vicenda esistenziale. Due uomini, Raffaele Beggiato e Silvano Contin, il carnefice e la vittima, si pongono domande universali a cui non è possibile sottrarsi. Una in particolare.  «Chi deve perdonare colui che ha commesso un delitto e sta scontando una pena detentiva o è rinchiuso  nel braccio della morte? I familiari delle vittime, lo Stato o entrambi?» Eclettico e versatile, Giulio Scarpati si divide tra prosa (il suo primo amore), tivù (celeberrimo il suo dottor Lele Martini in Un medico in famiglia) e cinema. Molti lo ricorderanno nel Giudice ragazzino di Alessandro de Robilant, in Mario, Maria, Mario di Scola e in Cuori al verde di Piccioni. La regia dello spettacolo è di Alessandro Gassman. Per lui un’altra sfida interessante dopo i grandi consensi ottenuti lo scorso anno con Roman e il suo cucciolo. L’autorevole scrittura di Bertolt Brecht (1898-1956) e la bravura di Umberto Orsini sono al centro della Resistibile ascesa di Arturo Ui (dal 5 al 10 marzo) in un allestimento di cui è regista Claudio Longhi e che la critica ha ampiamente elogiato. Scritta tra il 1940 e il ’41, la pièce, definita dal suo autore una “farsa storica” e qui rappresentata in forma di musical, è una parabola satirica sulla corruzione del potere. Vi si raccontano episodi di cronaca nera in una Berlino anni Trenta invasa dalle squadre naziste ma trasferita da Brecht in una coeva Chicago in cui l’industria dei cavolfiori si arricchisce all’ombra sinistra del gangster Arturo Ui, ironico “alias” di Adolph Hitler. La produzione dello spettacolo è di Emilia  Romagna Teatro. Finale di stagione (dal 19 al 24 marzo) con un “trio doc” formato da Alessandro Haber, Alessio Boni e Gigio Alberti al centro della “disputa tutta maschile” che è Art di Yasmina Reza. Andata in scena con successo nel 1995 a Parigi, Art è stata tradotta e rappresentata in oltre trenta lingue. Oltre che per Art, Yasmina Reza ha ottenuto fama internazionale grazie a Carnage, trasposizione cinematografica (presentata alla Mostra del Cinema di Venezia 2011) a firma di Roman Polanski, tratta da un suo testo teatrale del 2007, Il dio della carneficina. In Art l’acquisto di un quadro contemporaneo presumibilmente di valore offre l’opportunità a tre amici di vecchia data, Serge, Yvan e Marc (rispettivamente un medico, un ingegnere e un cartolaio) di confrontarsi sul tempo che è trascorso e sul senso delle loro vite. Alessandro Haber è per l’occasione affiancato da due new entry della rassegna: Alessio Boni e Gigio Alberti. Recente volto televisivo di Walter Chiari, Boni è stato tra gli interpreti della pellicola di culto di Marco Tullio Giordana La meglio gioventù (2003), e protagonista, tra le altre, delle due produzioni Rai Caravaggio (2007) e Puccini (2008). Alberti lo si è visto invece spesso nei film di Gabriele Salvatores. Regista di questa produzione del Nuovo Teatro – Gli Ipocriti è Giampiero Solari. Come nelle passate edizioni, nei giovedì di spettacolo i protagonisti del Grande Teatro incontreranno il pubblico nel foyer del Nuovo alle ore 17.00. Gli otto incontri saranno preceduti da altrettanti “inviti alla visione”, otto “aperitivi teatrali” a cura di Simone Azzoni.

   INFORMAZIONI Comune di Verona tel. 045 8077201 e www.comune.verona.it

 

CONFERMA ABBONAMENTI  Palazzo Barbieri, angolo via Leoncino 61

tel. 0458066485 e 0458066488, dal 4 al 15 ottobre ore 16-19.30, esclusi i giorni festivi.

NUOVI ABBONAMENTI Palazzo Barbieri, angolo via Leoncino 61, tel. 0458066485

e 0458066488, dal 17 al 26 ottobre, ore 16-19.30, esclusi i giorni festivi.

 

PREZZI DEGLI ABBONAMENTI

platea                         €  176,00  (ridotto carta giovani e anziani € 145,00)

balconata                  €  145,00  (ridotto €  115,00)

galleria                       €    95,00  (ridotto €    75,00)

seconda a galleria   €    55,00  (seconda galleria speciale  studenti  € 43,00)

 

Dal 29 ottobre vendita biglietti al Teatro Nuovo, tel. 0458006100. Biglietti anche tramite circuito GETICKET (numero verde sportelli Unicredit Banca abilitati 800323285) e CALL CENTER (tel.848002008). Biglietti on line su www.geticket.it. Servizio biglietteria anche presso BOX OFFICE, via Pallone 12/a, tel. 0458011154.

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