Verona – ARTE E VINO
Due eccellenze italiane nei secoli
“Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore.” (Josef Ratzinger-Benedetto XVI, 19 Aprile 2005)
Il rapporto tra vino, arte, cultura e tradizione in Italia, e in generale in Occidente, è antichissimo. I greci avevano divinità specifiche come Dioniso e i satiri e il vino era un elemento indispensabile dei simposi, i raffinati banchetti cui partecipavano anche filosofi e intellettuali. Dall’antica Grecia la cultura del vino si diffuse in tutto il Mediterraneo e alla penisola italica, al sud con le colonie della Magna Grecia e al centro nord con gli Etruschi, grandi ammiratori dello stile di vita greco. La nostra penisola venne chiamata Enotria, ossia “terra del vino”, a riprova della grande vocazione vitivinicola del territorio e del clima favorevole. I Romani raccolsero il testimone, diffondendo e sistematizzando la coltivazione della vite in tutti i paesi che andavano conquistando. Il vino divenne uno dei prodotti più importanti dell’alimentazione e dell’economia dell’antica Roma. Con il Medioevo e la diffusione del cristianesimo questa bevanda si caricò di ulteriori valori e profonde simbologie. Vite e vino hanno un importante ruolo nei Vangeli e durante la messa il vino si tramuta addirittura nel sangue di Cristo. Nei secoli bui dell’alto medioevo la diffusione dei monasteri sul territorio garantì la conservazione e lo sviluppo di una variegata tradizione viticola. Il vino continuò ad essere cosiderato un alimento nell’Italia agricola e artigiana delle epoche successive, importante fonte di calorie di una dieta povera e sollievo dalle fatiche del duro lavoro nei campi per il popolo, raffinato piacere per le elite che continuavano la tradizione greca dei simposi. Con l’epoca moderna e il cambiamento degli stili di vita, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, il vino si è andato trasformando per tutti in un piacere da degustare e non più da bere, e la ricchissima e complessa produzione italiana è andata sempre più orientandosi verso la qualità e l’eccellenza, valorizzando la formidabile e unica biodiversità italiana, con circa mille varietà di uva. L’immagine del vino è da sempre una presenza costante nelle opere d’arte, dalla pittura alla scultura fino alle arti decorative, ed intorno a questo elemento di assoluto valore identitario è nata l’idea di un particolare quanto importante evento espositivo prendendo in esame due eccellenze, due punte di diamante della nostra cultura e della nostra storia, due simboli dell’Italia nel mondo: appunto l’arte e il vino. Verona è stata scelta non a caso come sede della mostra per il ruolo di capitale vitivinicola che la città si è conquistata grazie alla qualità delle sue produzioni nel terriririo circostante e al Vinitaly, la più grande fiera italiana del settore, tra le più grandi e conosciute al mondo, a cui è stata affidata l’organizzazione e la gestione dell’importante padiglione dedicato al vino all’interno di Expo 2015 a Milano. Al secondo piano di Palazzo della Gran Guardia, raffigurazioni di grappoli, calici che si intrecciano in brindisi ideali, in segno di comunione e di fratellanza, cascate di tralci e di pampini, Cristo che sottrae la vite e il suo frutto al Tempo assicurandone l’eternità (con l’esempio tipico dell’ “Ultima Cena”); putti vendemmianti, menadi e satiri in travolgenti processioni e Bacco ebbro, Bacco in Trionfo, Bacco con Arianna, Bacco giovane e bello oppure vecchio e disfatto dal bere e dagli eccessi; e poi la fatica dell’uomo, il lavoro nei campi, il raccolto e il risvolto bucolico ed agreste; il ciclo delle stagioni, il senso della terra, il rito del convivio, la gioia della festa, la “natura in posa”. Attraverso immagini tra sacro e profano, racconti, allegorie, metafore, paesaggi, stati d’animo, il caleidoscopico universo delle rappresentazioni del vino nell’arte attraverso i secoli – pittura, scultura, arti decorative – viene messo in scena per la prima volta chiamando a raccolta oltre 180 opere da circa 90 prestatori italiani e stranieri. Nel percorso espositivo, sala dopo sala, il visitatore si immerge in un intenso dialogo tra le creazioni artistiche italiane e quelle di artisti stranieri che hanno avuto uno stretto rapporto con l’Italia, sia culturale sia di vera e propria frequentazione, fra cui, solo per citarne alcuni, Giovanni Bellini, Arcimboldo, Caravaggio, Rubens, Tintoretto, Lorenzo Lotto, Tiziano, Guido Reni, Luca Giordano, Annibale Carracci, Peter Paul Rubens, Jusepe Ribera, Goya, Nicolas Poussin, Jacob Jordaens, Giovanni Battista Tiepolo fino al Novecento con pregevoli esempi di Depero, Boccioni, Depero, Manet, Degas, Picasso, Magritte, Guttuso. I titoli delle sezioni della mostra ci dicono tutto dell’ampiezza e della trattazione dell’argomento: “Suggestioni dall’antico”; “Vino e sacro”, “Sacro e arti applicate”, “Vino e Mito”; “Vino, uomo e natura in posa”; “Profano e arti applicate (Oreficierie rami, Vetri e cristalli, Porcellane e biscuit). Prodotta ed organizzata da Villaggio Globale International e da Skira editore (che ha pubblicato un bellissimo, esaustivo catalogo) in relazione con Expo 2015, l’esposizione è curata da Annalisa Scarpa e Nicola Spinosa con il supporto di un prestigioso comitato scientifico. Particolari gli eventi e le iniziative promosse “tra arte vino”: a partire dalla presenza, accanto al bookshop, di un wine shop in cui acquistare i vini delle aziende sostenitrici dell’evento e di uno spazio degustazione che propone al pubblico abbinamenti tra prestigiose etichette vinicole e i prodotti doc e dop della migliore tradizione locale. Oltre visita all’esposizione è possibile effettuare un itinerario di approfondimento delle tematiche trattate con visite enogatronomiche in una delle numerose zone di produzione vitivinicola del veronese, alcune delle quali, famose in tutto il mondo (Valpolicella, Soave, Bardolino, Custoza, Durello, Lugana) che vantano tradizioni plurimillenarie in cui la viticoltura ha dato forma ai territori contribuendo a modellare panorami ed architetture con castelli, ville gentilizie, antiche pievi. Territori ricchi di storia dove alla visita ad una cantina, con l’approfondimento delle tecniche di produzione e la degustazione dei famosi vini, si può abbinare una visita guidata storico-artistica. In conclusione chi scrive si sente in dovere di auspicare un importante successo di pubblico per questa mostra, e per chi va a visitarla, dopo avere ammirato i tanti capolavori esposti torni a casa con una una maggiore conoscenza sull’elemento-alimento vino, e possa avere dentro di sé una maggiore consapevolezza allorchè si accosta alla bocca questo particolare liquido ottenuto dalla fermentazione dell’uva dopo vari processi di vinificazione, che vanno da pochi mesi – nel caso dei vini novelli – a diversi anni – nel caso dei vini da invecchiamento, soprattutto per i rossi e i passiti, cosiddetti da “meditazione”. Ci si dovrebbe ricordare di meditare praticamente sempre e con tutte le tipologie di vino, come, del resto, hanno giusta abitudine i conduttori di “Linea Verde”, trasmissione da anni in onda su RAI UNO la domenica all’ora di pranzo, al momento dei saluti: “…e ricordiamo, una volta di più, gentili telespettatori: l’acqua si beve, il vino si degusta.” Il confine tra il binomio interesse-passione e il binomio abuso-vizio è molto più sottile di quanto si possa pensare.
Palazzo della Gran Guardia, Piano Nobile – Piazza Bra, Verona; fino al 16 Agosto 2015; Orari: 9.30-20.30, venerdì sera fino alle 22.30 (chiusura biglietteria ed ultimo ingresso un’ora prima); Info e prenotazioni: Tel. 045 71 101 27 (lunedì-venerdì 9-18; sabato 9-13) Sito Internet ufficiale: www.mostraarteevino.it
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