Verbania – I VOLTI E IL CUORE – La figura femminile da Ranzoni a Tozzi e Sironi

| 21 aprile 2017
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Le “metamorfosi” della donna nell’arte tra Realismo, Scapigliatura, “Novecento”

“In nessuna età come la nostra, inquieta e variabile, si è sentita più profondamente la misteriosa affinità che lega l’anima umana al paesaggio.” (Antonio Massara, fondatore del Museo del Paesaggio di Verbania)

I prossimi “ponti” del 25 Aprile e quello di poco successivo del 1° Maggio possono rappresentare un’ottima opportunità per una gita verso luoghi “aperti” e lontani dal traffico e dal rumore, specie delle grandi città. Un ambiente suggestivo è la sponda di parte piemontese del Lago Maggiore e, nel dettaglio, il territorio di Verbania. Qui è sicuramente meritevole di una visita il Museo del Paesaggio, strutturato all’interno di Palazzo Viani, storico edificio nobiliare settecentesco riaperto al pubblico nel Giugno 2016 dopo un lungo ed importante restauro generale, compreso il riallestimento della Gipsoteca “Toubetzkoy”, lo scultore di origine russa, ma italiano, o meglio, “verbanese” d’adozione, vissuto tanti anni in questa località. Oggi al suo interno sono conservate in permanenza anche interessanti sezioni di pittura, scultura, archeologia e religiosità popolare. Vengono allestite anche esposizioni temporanee, in particolare dedicate all’arte italiana tra Otto e Novecento. Nelle sale al primo piano è attualmente in corso una bella mostra, curata Elena Pontiggia, (storica dell’arte, docente a Brera e al Politecnico di Milano) incentrata sulle diverse interpretazioni dell’universo femminile date da vari artisti a cavallo tra i due secoli, in cui la donna è celebrata come simbolo degli affetti di casa ed eroina della storia, come instancabile lavoratrice ed appassionata amante. Il percorso di visita si sviluppa lungo 11 sezioni tematiche: I LUOGHI DELLA VITA, LA CASA, IL GIARDINO, LA VIA, LA STALLA, GLI AFFETTI, L’AMORE E LA MATERNITÀ, FIGURE DELLA STORIA, LA RELIGIONE, IL LAVORO, IL NUDO. Si parte da Daniele Ranzoni, pittore della nobiltà e maestro indiscusso della “Scapigliatura”, quel movimento artistico nato dopo la metà del 1800 e caratterizzato da una pennellata nervosa ed agitata, proprio come i capelli di una chioma femminile scomposta, arricciata dal vento. Osservando qua e là ho trovato personalmente di maggiore interesse – per soggetto e per fattura tecnica le seguenti opere: “Il convegno”, 1918, di Ambrogio Alciati, scelto dalla curatrice quale “immagine guida” della mostra e riprodotta sulle locandine; la splendida “Maternità” in gesso e il dolente “L’addio dello spazzacamino”, 1898, bronzo di Giulio Branca;     il monumentale “Alla Vanga”, 1890 di Arnaldo Ferraguti, opera-manifesto del realismo sociale, premiata alla Triennale di Milano del 1891 e, mi pare giusto, visto che qui si “gioca” praticamente “in casa”, “Le lavandaie a Pallanza”, 1897 sempre di Ferraguti; “L’aratura a Miazzina”, 1890, di Achille Tominetti opera-simbolo della condizione femminile tra Otto e Novecento. Oltre che come “musa” ispiratrice e soggetto da ritrarre, la donna viene qui considerata anche come artista sé medesima attraverso una sezione su due figure da riscoprire, come la simbolista Sophie Browne (sua l’inquietante “Eva”, 1898) e Adriana Bisi Fabbri, protagonista nel 1914 del gruppo futurista “Nuove Tendenze”, scomparsa nel 1918 a trentasette anni, di cui è esposto il dipinto “La principessa Pignatelli”, 1917, anch’esso di gusto simbolista. Quindi due sezioni “monografiche”: su Mario Tozzi, artista internazionale che fonda a Parigi il famoso “Gruppo dei sette”, con Campigli, De Pisis, De Chirico, Savinio, Paresce e Severini, rimanendo legato alla sfera famigliare, ai sentimenti più semplici e veri per la moglie e la madre, principali modelli delle sue opere. Segue quella su Arturo Martini, unico scultore esponente del movimento artistico dei “Valori plastici”, con una selezione di opere che vanno dagli anni Venti agli anni Quaranta, provenienti dall’ingente Collezione di proprietà del Museo del Paesaggio, costituita in parte da donazioni della giovane compagna, originaria dei luoghi, Egle Rosmini, e in parte acquisita nel 1980 con un contributo straordinario per l’acquisto della Giunta regionale, per cui, nel 1998, viene allestita la “Sala Martini”. Incontriamo poi una speciale sezione dedicata a preziosi lavori Mario Sironi provenienti dalle collezioni di Cristina Sironi e Lodovico Isolabella, che comprendono il suo periodo “divisionista” (al quale risale la celebre “Madre che cuce”) e quello futurista della monumentale “Vittoria alata”, realizzata per l’Università La Sapienza di Roma.

La mostra, corredata da un bel catalogo edito da Skira, con biografie di tutti gli artisti, è stata realizzata con il fondamentale sostegno di Compagnia di San Paolo e di Fondazione Cariplo. Ben vengano queste mostre che portano alla conoscenza di un vasto pubblico beni architettonici ed autori validissimi, alcuni noti per lo più solo in ambiente specialistico. In questo caso il valore aggiunto è la meditazione su come è cambiato il ruolo della donna dalla metà del Novecento in poi nonché come è cambiato il modo di fare arte, in particolare con le performance. Tutto questo lo dobbiamo alla competenza della curatrice che dalle collezioni permanenti ha saputo creare questo percorso specifico. In particolare, in concomitanza con la mostra, John & Levi Editore pubblica la biografia “Arturo Martini. La vita in figure” della stessa Pontiggia che, unendo semplicità d linguaggio e rigore di approfondimento, aiuta a far conoscere la figura e l’opera di questo grande artista, tra i maggiori scultori del Novecento europeo. Sarà presentato proprio al Museo del Paesaggio il prossimo 27 Maggio alle ore 17.30.

Museo del Paesaggio – Palazzo Viani Dugnani, Via Ruga 44 Verbania; Fino al 1° Ottobre 2017; Orari: da martedì a venerdì 10-18; sabato, domenica e festivi 10-19; Il biglietto (intero € 5, ridotto € 3) comprende la visita alla Gipsoteca Troubetzkoy; gratuito per disabili con accompagnatore, accesso da Via Marconi; Per informazioni: 0323 556621; www.museodelpaesaggio.it

Fabio Giuliani

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