Venezia – RUSKIN – “LE PIETRE DI VENEZIA” e “RUSKIN A VENEZIA. THE STONES REVISITED”

| 9 maggio 2018
Ruskin 1

“Io sono di Venezia un figlio adottivo, mi ha insegnato tutto quello che so delle arti che sono la mia gioia” (John Ruskin)

Personaggio centrale nel panorama artistico internazionale del XIX secolo, scrittore, pittore e critico d’arte, l’inglese John Ruskin     (1819-1900) ebbe un legame fortissimo con questa particolare città, alla quale dedicò la sua opera letteraria più nota, “Le pietre di Venezia”: uno studio della sua architettura, sondata e descritta nei particolari più minuti, e un inno alla bellezza, all’unicità ma anche alla fragilità di quella che, fino a non troppo tempo prima del suo soggiorno, era il punto focale della “Serenissima” Repubblica, che, dopo secoli di sviluppo e prosperità in gran parte del Nord-Italia, e non solo, aveva cessato di esistere come Costituzione sul finire del Settecento a seguito dell’occupazione napoleonica, con una data precisa, il 12 Maggio 1797, allorchè l’ultimo Doge depose le insegne del comando. Ruskin, ammirato da Tolstoj e da Proust (che lo definì “Direttore di coscienze” nel necrologio pubblicato a pochi giorni dalla sua morte, avvenuta il 27 gennaio 1900), capace di influenzare fortemente l’estetica del tempo con la sua interpretazione dell’arte e dell’architettura, “torna” idealmente ora a Venezia nei luoghi della sua ispirazione e soprattutto a Palazzo Ducale, edificio emblematico che egli esplorò a lungo da angolazioni diverse riportandone le sue impressioni su taccuini, acquarelli, rilievi architettonici, calchi in gesso, albumine, platinotipi, di cui possiamo ammirare (è il caso di dirlo) un centinaio di esempi. Ad ospitarlo è la sequenza di sale e loggiati tante volte raffigurati, ove la scenografia di Pier Luigi Pizzi dà risalto alle presenze architettoniche e scultoree della Venezia gotica e bizantina, medievale e anticlassica che egli tanto amava e che desiderava preservare dall’oblio. Voluta da Gabriella Belli (Direttrice dei Musei Civici Veneziani) quale tributo alla conoscenza e al mito veneziano, questa mostra, curata da Anna Ottani Cavina, è la prima presentazione completa, in Italia, dell’opera di un artista che, “ha valicato ogni confine in nome di una visione interdisciplinare, praticata quando il termine ancora non c’era”. Pervaso da spirito religioso maturato nell’Inghilterra vittoriana, animato da una visione etica, che lo spinse ad agire sul piano sociale e politico con l’obiettivo utopico di una società organica e felice per tutti (tanto che Gandhi ne sarà incantato), Ruskin nel corso della sua vita opera e s’interroga sulle questioni sociali, sull’arte, sul paesaggio e sulla Natura; scrive di mineralogia e di botanica, così come di economia, architettura e restauro, preoccupato che le tecniche allora in uso finissero con il cancellare gli edifici medievali. Quelli esposti qui sono prestiti tutti internazionali – un grande merito dell’esposizione – considerato che i musei italiani non custodiscono suoi lavori. Monito per la salvezza di Venezia, la mostra vuole dunque essere anche una sfida a celebrare John Ruskin come grande e singolare pittore, al di là del suo eclettismo e della sua stessa determinazione a privilegiare la parola scritta. La città, l’architettura, i grandi maestri veneziani (Carpaccio, Veronese, Tintoretto) di cui riproduce le opere reinterpretandole, la tensione ad esplorare la natura, fra curiosità e immaginazione, sono i motivi predominanti di questo incontro con i lavori di Ruskin, che da critico si batté per la modernità riconoscendo, in particolare, la forza rivoluzionaria della pittura di Turner, difeso contro i detrattori in vari scritti e nell’opera in più volumi “Modern Painters”. Un incontro fondamentale quello avvenuto, in giovane età, con l’ormai maturo Maestro inglese, al quale, secondo lo stesso Ruskin, “la natura ha dato un occhio particolare e un’immaginazione selvaggiamente bella”: tanto che del “pittore della luce” (come era definito Turner) sono esposte alcune straordinarie raffigurazioni della città lagunare, come “Venezia, Punta della Dogana e Santa Maria della Salute” prestato dalla National Gallery di Washington e “Venezia, cerimonia dello Sposalizio del mare” dalla Tate di Londra. La pittura di Ruskin non punta in realtà al sublime come quella di Turner, né all’astrazione tutto colore e luce: è descrittiva, analitica, finalizzata a immortalare la realtà; eppure nello studio del dato naturale o nella ossessiva resa dei particolari architettonici c’è assoluta visionarietà, convinto – proprio dai quadri di Turner – che il vero artista sia un veggente, un profeta o, addirittura, uno “scriba di Dio”, capace cioè di cogliere e rappresentare la verità divina contenuta nella realtà naturale. Oltre al viaggio in Italia e alla fascinazione per la natura – con una serie di acquarelli che privilegiano il tema della montagna e i paesaggi della penisola – il cuore dell’esposizione è comunque il rapporto dell’artista con Venezia. Questo legame, coltivato nell’arco di una vita, a partire dal primo incontro a sedici anni, e alimentato in undici viaggi tra il 1835 e il 1888, è esplicitato sotto diversi punti di vista – Studi di nuvole, Tramonti, Pleniluni, Scorci della laguna – ma verte essenzialmente sul tema cruciale della “natura del gotico”, con la sua riscoperta e celebrazione: il momento più alto dell’arte e dell’architettura non solo dal punto di vista estetico ma anche morale. Il testo di riferimento è il magnifico libro “The Stones of Venice” (1851-1853, 3 volumi), al quale si aggiungono le scenografiche tavole in folio degli “Examples of the Architecture of Venice”, pubblicate negli stessi anni, e “St. Mark’s Rest”, nato come revisione de “Le pietre di Venezia”, dopo che egli aveva assistito alla demolizione di parti importanti della Basilica di San Marco, e divenuto una guida della città, a suo dire, “per i pochi viaggiatori che ancora hanno a cuore i suoi monumenti”. In coincidenza con l’esposizione veneziana è uscito il volume edito da Jaca Book, “Ruskin a Venezia. The stones revisited” (traduzione di L. Tasso, serie “Illustrati. L’arte nel mondo”) ispirato dal testo sopra citato dell’artista, in cui i suoi disegni ed acquerelli “dialogano” con le fotografie da Sarah Quill, offrendoci un confronto tra la Venezia dell’Ottocento e l’attuale; un racconto per immagini accompagnato da lettere del pittore-poeta, da lei commentate. La fotografa londinese in oltre quarant’anni ha realizzato un archivio fotografico veneziano tra architetture, ambienti, vita quotidiana ed è una sostenitrice del “Venice in Peril Found”, il comitato britannico per la conservazione della città lagunare, patrimonio unico al mondo.  E proprio con la citazione dalla mostra in corso terminiamo questi due straordinari omaggi al protagonista. “[Venezia] giace ancora davanti ai nostri sguardi come era nel periodo finale della decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa,   così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza, che qualche volta quando ammiriamo il languido riflesso nella laguna, ci chiediamo quasi fosse un miraggio quale sia la città, quale l’ombra. Vorrei tentare di tracciare le linee di questa immagine prima che vada perduta per sempre, e di raccogliere, per quanto mi sia possibile, il monito che proviene da ognuna delle onde che battono inesorabili, simili ai rintocchi della campana a morto, contro le pietre di Venezia.” (John Ruskin, “The Stones of Venice”, vol. I, ch. I, § 1)                          L’esaustivo catalogo dell’evento espositivo, pubblicato da Marsilio, è basilare per la conoscenza di questo artista che i più ritengono solo un letterato. Sempre a corredo è pubblicata un’esemplare mappa, “A Venezia con Ruskin”, con gli itinerari “ruskiani” che ci consentono di scoprire luoghi che, con ogni probabilità, molti italiani non conoscono.

Palazzo Ducale (Appartamento del Doge) – Piazza San Marco, Venezia; fino al 10 Giugno 2018; Orari: 8.30-19 (ultimo ingresso ore 18); Tel. 041 2715911; www.palazzoducale.visitmuve.it

Fabio Giuliani

Ruskin 2    Ruskin 3    Ruskin 5

Ruskin 6    Ruskin 7    Ruskin 8

Commenti

Salvato in: MOSTRE, Pittura
×