Venezia: LA POESIA DELLA LUCE – Disegni veneziani dalla National Gallery of art di Washington

| 27 febbraio 2015
Poesia della Luce 2

 

La quintessenza degli artisti

Disegni preparatori, schizzi rapidi a fermare l’idea, modelli e studi per la bottega ma anche composizioni finite, lavori autonomi capaci di proporre una poetica diversa fatta di linee, ombre, chiaroscuri, lumeggiature, definizione di forme e movimenti, traduzione di sentimenti e visioni, esplorazione delle infinite possibilità della luce. Tutte situazioni che possiamo vedere al Museo Correr in un importante evento espositivo organizzato dalla National Gallery of Art di Washington in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e con il contributo della The Gladys Krieble Delmas Foundation. Dalla più importante istituzione espositiva della Capitale degli Stati Uniti d’America sono stati concesse oltre centoquaranta opere realizzate tra il XVI e il XIX secolo a Venezia, quando la città dei Dogi e i suoi possedimenti di terraferma erano fondamentali per i fatti dell’arte. Andrew Robison, Senior Curator del dipartimento di disegni e stampe del museo americano, ha onorato la città di Venezia di alcuni preziosi pezzi che peraltro costituiscono solo una parte di una delle più importanti collezioni di disegni al mondo, tanto più preziosa anche per l’estrema fragilità delle opere esposte, e che, per tale ragione assai raramente hanno varcato i confini di quella sede. Ci inoltriamo così in un percorso che attraversa quattro secoli dell’arte veneziana, dal Cinquecento all’Ottocento, rivelando la capacità grafica di sommi autori; e sullo sfondo c’è Venezia: non solo centro di produzione artistica ma anche soggetto vero e proprio, fonte d’ispirazione, mito perenne. La mostra, si apre con i disegni dei più importanti maestri del Rinascimento: Andrea Mantegna, Giovanni Bellini e Vittore Carpaccio di cui è presentata anche una “Sacra conversazione” in un paesaggio di grande lirismo; quindi un foglio raffigurante un immaginario imperatore orientale, eseguito da Dürer durante il suo soggiorno veneziano e poi Domenico Campagnola e Gerolamo Romanino. Dell’artista, bresciano di nascita ma attento alla nuova pittura veneziana, viene eccezionalmente presentato un disegno firmato, magnifica combinazione di effetti sfumati inondati di una luce straordinaria: la “Madonna con bambino, Sant’Antonio Abate, San Francesco e un donatore” considerato dalla critica la pietra di paragone dell’arte su carta del maestro, sia dal punto di vista dell’autenticità sia da quello della massima qualità. Vediamo poi disegni di Lorenzo Lotto e Tiziano ed un magnifico foglio con un angelo e un profeta di Sebastiano del Piombo, ritenuto fin dalla sua comparsa ad un’asta del 1977 come un vero capolavoro dell’artista nonché del Rinascimento veneziano. In questo caso l’aggettivo “veneziano” si riferisce a quel connubio più unico che raro di sensibilità veneziana e forma romana, caratteristico dell’arte matura di Sebastiano. Tra i veneti di terraferma sono presenti Muziano, Lattanzio Gambara, Jacopo Ligozzi, veronese di nascita, poi fiorentino al servizio del granduca Francesco I per documentare flora e fauna, specializzazione però, pare, nata proprio a Venezia, con la sua trasformazione degli studi di natura, creando le prime nature morte indipendenti italiane. Opera chiave è anche il rarissimo disegno a gessi colorati di Jacopo Bassano, che introduce la selezione di lavori del Cinquecento maturo. Il suo “Cristo deriso” è uno dei disegni più riusciti tra i sei dedicati dall’artista alla vita di Gesú: tutti di dimensioni insolitamente grandi, eseguiti in gessi policromi su carta azzurra veneziana e risalenti alla fine degli anni Sessanta o agli inizi degli anni Settanta del XVI secolo, divisi tra Parigi, Amburgo, Berlino, Ottawa, Malibu e Washington. Seguono, nel percorso, studi di figura e composizioni anch’esse di mirabile fattura di Jacopo Tintoretto, Paolo Veronese e Palma il Giovane. La felice stagione del Settecento veneziano è documentata in tutti i suoi aspetti attraverso esempi di grande qualità, nella maggior parte dei casi mai esposti in Italia. I maestri del rococò come Sebastiano Ricci, Antonio Guardi e Antonio Pellegrini (del quale viene proposta un’opera di nuova attribuzione) sono tutti presenti in mostra con disegni caratterizzati da una spiccata libertà di movimento della mano da parte degli esecutori. Fanno da contraltare le “teste di carattere” di Giambattista Piazzetta, eseguite a gessetto, fra i primi disegni a essere intesi come opere d’arte compiute e, come tali, esposti già dai contemporanei sulle pareti di casa, protetti da un cristallo. Ne è esempio in particolare il sorprendente “Giovane uomo abbraccia una fanciulla” del 1743 ca. (in cui Piazzetta ritrae probabilmente la figlia Barbara), realizzato in carboncino – come scoperto grazie agli studi ora eseguiti – e in gesso bianco: potenza straordinaria e poesia, scelto per la copertina del catalogo. In mostra vediamo anche ben dodici opere di Giambattista Tiepolo, una selezione semplicemente imponente che copre quasi tutto l’arco cronologico della sua attività documentando ogni aspetto della produzione grafica dell’artista – studi compositivi a penna, il disegno del nudo, le caricature. E’ presente anche il figlio Giandomenico che si rivela ottimo disegnatore. Quindi una speciale sezione dedicata ai paesaggi, dove si ammirano le pitture a guazzo colorate realizzate da Marco Ricci e Francesco Zuccarelli, insieme a viste di canali, lagune e palazzi realizzate dai protagonisti del vedutismo veneziano Francesco Guardi, Bernardo Bellotto e Canaletto – di cui si segnalano i due disegni della serie dei Fasti dogali – oltre a un nucleo davvero notevole di “fantasie” architettoniche di Giovanni Battista Piranesi di cui la National Gallery of Art di Washington possiede una delle collezioni più importanti al mondo. Se la grande storia dell’arte veneziana si fa generalmente terminare con la caduta della Repubblica nel 1797, nel corso dell’Ottocento la città, con i suoi canali e le calme ed evocative atmosfere lagunari, diventa invece fonte d’ispirazione per i pittori stranieri dal Romanticismo all’Impressionismo. La parte finale della mostra ci porta così nel mito, in quel sogno che ha costruito e diffuso nel mondo l’immaginario romantico di Venezia, non più “Serenissima” ma sempre unica. Non a caso la mostra si chiude con alcuni suggestivi disegni di James McNeill Whistler e di John Singer Sargent, entrambi amici dello scrittore e poeta Henry James, dove la stessa luce si fa poesia.  La realizzazione di questo evento espositivo conferma ulteriormente la felice ed importante collaborazione internazionale che la Fondazione Musei Civici di Venezia, sotto la direzione scientifica di Gabriella Belli, intende portare avanti a fianco delle più prestigiose istituzioni museali del mondo.

Museo Correr – Piazza San Marco, Venezia; fino al 15 Marzo 2015; orari: tutti i giorni 10-17 (ultimo ingresso ore 16); Call Center: 848082000 (dall’Italia); +39 04142730892 (dall’estero); Sito Internet: www.correr.visitmuve.it

Fabio Giuliani

 

 

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