Venezia: 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

| 12 luglio 2013
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All’Arena di Campo San Polo Le mani sulla città (1963) di Francesco Rosi a 50 anni dal Leone d’oro in una nuova copia restaurata per l’occasione, in prima mondiale.

La tradizionale Serata di pre-apertura della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che si svolge nel centro storico della città, si conferma quest’anno in veste rinnovata. Il 27 agosto, all’Arena di Campo S. Polo, sarà proiettato il capolavoro di Francesco Rosi Le mani sulla città (1963), film vincitore del Leone d’oro 50 anni fa, in un restauro digitale a cura della Cineteca Nazionale di Roma, effettuato per l’occasione e presentato in prima mondiale. La Serata di pre-apertura del 27 agosto della 70. Mostra del Cinema è organizzata in collaborazione con il Comune di Venezia – Circuito Cinema Comunale. La 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica avrà luogo al Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2013, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. Le mani sulla città di Francesco Rosi (Leone d’oro alla carriera della Mostra di Venezia 2012) è un’opera fondamentale della storia del cinema italiano, un film-denuncia che racconta l’intreccio tra politica e poteri economici in una Napoli devastata dalla speculazione edilizia. Una magistrale interpretazione di Rod  Steiger, un affresco di grande potenza visiva, con una memorabile fotografia in bianco e nero di Gianni Di Venanzo, le cui sfumature saranno di nuovo apprezzabili su grande schermo. Nel film, il crollo di un palazzo mette in luce gli intrallazzi dell’astuto imprenditore edile Edoardo Nottola (Rod Steiger), che vuole piegare ai propri fini il piano regolatore della città. Nottola aspira a diventare assessore comunale, ma con il crollo del condominio vede compromesso il suo prestigio. Così abbandona il partito di destra per il quale voleva candidarsi, passa a quello di centro e viene eletto. Nonostante le proteste dell’opposizione, Nottola diventa assessore all’edilizia e apre indisturbato nuovi cantieri. Avverte una didascalia: “I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce”. Con la sua tecnica semidocumentaristica, Francesco Rosi si preoccupa di esporre i fatti con rigore e di mettere continuamente a confronto idee e posizioni politiche, senza per questo rinunciare al proprio inequivocabile giudizio. Nel film l’equilibrio fra la realtà e la finzione, caratteristico di Rosi, raggiunge la perfezione anche attraverso la verosimiglianza delle interpretazioni, sia di un grande attore hollywoodiano come Rod Steiger nel ruolo del protagonista, sia di un politico di professione come Carlo Fermariello. Anche in Le mani sulla città, come in Salvatore Giuliano, la fotografia di Gianni Di Venanzo offre i giusti toni al racconto, ricorrendo a immagini contrastate (per sottolineare il duello oratorio tra gli speculatori e l’opposizione) o a impasti grigi (da reportage) per la descrizione degli ambienti. Con Le mani sulla città, quarto film di Rosi, scritto anche da Raffaele La Capria, prodotto da Lionello Santi per la Galatea Film e dalla Societé Cinématographique Lyre, il regista ottenne la definitiva consacrazione, raccogliendo e rinnovando la difficile eredità del Neorealismo.

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