Venezia 63ma Mostra del Cinema di Venezia

| 30 agosto 2006

Finalmente è iniziata la Mostra del Cinema. Al Lido, grande, grandissimo fermento per quello che è, ancora, l’evento più importante del cinema italiano. Nonostante tutte le polemiche, alimentate anche dalle dichiarazioni (un “tantino” provocatorie “a Roma sono andati film rifiutati da Cannes e da Venezia”) del Direttore della Mostra Marco MÜller nei confronti della Festa del Cinema che si terrà a Roma il prossimo 13 ottobre, quello di Venezia è, e rimane, il festival più antico del cinema mondiale (Montecarlo non può essergli paragonato) e uno dei più prestigiosi (assieme a Cannes). Quindi, con i problemi di sempre, quelli logistici soprattutto, questa sera nella Sala Grande del Palazzo del Cinema si è celebrato l’inizio del rito: Isabella Ferrari, madrina della Mostra, ha presentato “ The Black Dahlia” il film-evento, in Concorso, di Brian De Palma con Hilary Swank, Scarlett Johansson, Mia Kirshner, Josh Hartnett e Aaron Eckart. Film noir che, tratto da un romanzo di James Ellroy, narra del torbido mondo che gravita intorno al cinema e ai nuovi ricchi della Los Angeles nell’immediato dopo guerra. Mondo che ha prodotto un assassinio di una giovane aspirante attrice (assassinio vero tuttora irrisolto). Brian De Palma, reduce dal brutto film del 2002 “Femme Fatale”, si è riscattato solo in parte, ma non è più il regista de “Gli intoccabili” o di “Carlito’s Way” o di “Mission Impossibile”. Anche la recitazione lascia a desiderare.

Fuori Concorso l’opera dell’ottuagenario Vittorio De Seta che torna, dopo tredici anni (l’ultimo documentario “”In Calabria” è del 1993) a girare un film-documento sulla vita degli emigrati e sull’ambiente nel quale vivono. In questo caso è la storia di un giovane senegalese che arriva, clandestino, che passa dal sud al nord dell’Italia e, dopo un’aggressione razzista, torna in patria sconvolto e privo di sicurezze. Bel “filmetto” un po’ troppo didascalico e minimalista.

Nella sezione Orizzonti un, a mio parere, un bel film. “Infamous” di Douglas McGrath, pur complesso e “difficile” (narra di una parte della via di Truman Capote, uno scrittore americano famosissimo negli anni sessanta, autore, tra l’altro di “Colazione da Tiffany” da cui è stato tratto il film interpretato da Audrey Hepburn, di un’artista, omosessuale dichiarato) che riesce a darti dei momenti di ilarità alternati a momenti di alta drammaticità sorretti da una grande prova recitativa di Toby Jones che impersona, in modo straordinario (anche nella somiglianza fisica) Truman Capote durante la gestazione del suo libro più importante “A sangue freddo” scritto prendendo spunto da un fatto vero: Fanno da degna corona le interpretazioni dei “caratteri” di personaggi reali cheformavano la cerchia di amicizie di Capote, gli attori Sandra Bullock, Peter Bogdanovich, Isabella Rossellini, Gwyneth Paltrow e Sigourney Weaver.

Due le opere “importanti” nella giornata: “David 50” di Antonello Sarno, Evento fuori concorso, sui 50 anni della storia dei Premi David di Donatello e “ The U.S. Vs John Lennon” di David Leaf e John Scheinfeld, nella sezione Orizzonti sull’attività pacifista del grande Beatle e su come il Governo USA cercò di metterlo a tacere.

Di: CARLO GHELLER

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