Vendemmia 2021 in Valtènesi

| 11 ottobre 2021
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Quantità in calo, attese per una qualità eccezionale

 Produttività media inferiore del 30% rispetto ai limiti del Disciplinare di Produzione, ma sanità delle uve straordinaria, con attese per una qualità assolutamente d’eccezione. Sono queste le caratteristiche principali della vendemmia 2021 in Valtènesi, partita in ritardo rispetto alle tempistiche usuali, anche se alla data del 20 settembre, grazie al tempo soleggiato, le maturazioni sono tornate ad allinearsi con quelle delle annate precedenti.

In particolar modo – spiega l’agronomo Marco Tonni -. ad inizio fioritura si registravano quasi due settimane di ritardo rispetto al 2020: questo a causa di un andamento climatico caratterizzato da un gennaio piovoso, marzo e giugno aridi, luglio moderatamente piovoso, agosto e settembre asciutti.  Il primo trimestre dell’anno è risultato poco più freddo della media (somma termica di 537 °C rispetto a 601 °C di media). Il mese di marzo è stato il più freddo da quando si hanno a disposizione dati, seguito da un aprile comunque freddo, che si è soprattutto caratterizzato per un deciso ritorno di freddo nei giorni 7-8 e 14-16. Questo fenomeno ha causato alcuni danni da brinate in zona, localmente assai rilevanti, con perdite anche significative della produzione in alcuni vigneti, e ha contribuito a ritardare il germogliamento su tutto il territorio. Anche dove il gelo non ha causato danni diretti, ha comunque indotto una minore dimensione dei grappoli, probabilmente a causa di una riduzione della vitalità dei fiori”.

Ma l’evento che ha colpito gran parte del territorio (si stima il 30% degli ettari vitati) è stata una grandinata che si è verificata il giorno 26 luglio, a seguito della quale si sono verificate significative perdite di superficie fogliare ed ulteriore riardo nel processo di maturazione dei grappoli. Agosto e settembre asciutti hanno limitato l’accrescimento degli acini e quindi il peso del grappolo. La maturazione si è avviata molto in ritardo rispetto agli ultimi 10 anni, tanto da ritornare a epoche di inizio invaiatura che possiamo ormai considerare di qualche decennio fa, quando l’effetto del riscaldamento globale non era ancora evidente.

Dopo l’invaiatura, il tempo soleggiato, non troppo caldo di giorno (ad eccezione della settimana di ferragosto) e fresco di notte, ha permesso alla pianta di recuperare gran parte del ritardo, tanto che al 20 settembre le maturazioni sono in linea con varie annate precedenti.

La bellezza delle uve è eccezionale – spiega il direttore del Consorzio Valtènesi Carlo Alberto Panont -. Le perdite di peso si faranno sentire con una mancanza di litri in cantina, compensate da una qualità chimico-fisica di valore assoluto per contenuto acidico: con un malico così alto avremo vini rosa di grande profondità organolettica. Si potrà quindi attendere la giusta maturazione aromatica dei vini e uscire sul mercato con pazienza per una vendemmia molto speciale”.

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