Una svolta per il CUSTOZA?

| 28 marzo 2011
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40 anni per la DOC del Custoza ed un nuovo presidente: Carlo Nerozzi.

Se lo chiedono tutti gli appassionati che amano il Custoza e lo considerano uno dei vini più piacevoli della vasta gamma veronese: profumato e bevibilissimo. La DOC coi suoi 1200 ettari vitati (solo 200 in più del Lugana!), che quest’anno festeggia i suoi quarant’anni, è passata da momenti di vera gloria, a momenti di depressione e di assestamento. Ora ha consolidato i suoi risultati e sta vivendo nel suo tran tran: ma ci vuole uno scossone! E’ quello che si propone il Presidente neo eletto, l’architetto Carlo Nerozzi che da 25 anni fa anche il vignaiolo, oltre ad avere vari interessi in altri settori, sempre con successo. Il suo brand, “Le vigne di San Pietro”, è conosciutissimo ed apprezzato e servirà da viatico in questa nuova avventura. I quindici Consiglieri di Amministrazione della DOC hanno dato tutto il loro appoggio ed hanno aderito alle proposte del Presidente. Con circa 500 Soci, tra cui le due Cantine Sociali di Custoza e di Castelnuovo, le potenzialità potrebbero essere notevoli, ma… Come si spiega che il Lugana (uva e vino) vale tre volte il Custoza? “Credo che una buona parte della responsabilità sia dovuta al marketing – afferma Carlo Nerozzi – E’ necessario che qualità e comunicazione, le due rotaie del binario vendita, vadano di pari passo, e per fare questo è necessario soprattutto investire e, come si dice, “fare rete”. Questo avverrà solo se ci saranno fiducia e reciprocità tra i Soci. Il campanilismo aziendale non può più esistere: bisogna sentire il senso di appartenenza ad una comunità. Ognuno con il proprio ruolo e le proprie competenze. Il miglioramento della qualità, e c’è ancora spazio, sarà la prima cosa da fare– aggiunge il neopresidente – ma si dovrà anche migliorare l’immagine del Custoza a partire dal proprio territorio: non è possibile che molti dei ristoratori della zona non promuovano il Custoza! Al di là del prezzo che, sicuramente, è un fattore importante, bisogna far capire loro quello cheabbiamo scritto sopra: il senso di appartenenza ad una comunità! E, per fare questo bisogna crederci!” L’intenzione è di mobilitare tutte le Associazioni di categoria del Custoza, prima fra tutte la “Strada del Custoza”. Inoltre è tempo di essere consapevoli che le elargizioni istituzionali sono terminate e che si deve fare da soli, ed è proprio col Consorzio di tutela che non si è più soli.

Di: Carlo Gheller

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