Trento: RINASCIMENTI ECCENTRICI – Dosso Dossi al Castello del Buonconsiglio di Trento

| 10 ottobre 2014
Dosso Dossi - Fuga in Egitto - Galleria degli Uffizi

“E quei che furo a’ nostri dì, o sono ora, / Leonardo, Andrea Mantegna, Gian Bellino, /

duo Dossi, e quel ch’a par sculpe e colora, / Michel, più che mortale, angel divino; /

Bastiano, Rafael, Tizian, ch’onora / non men Cador, che quei Venezia e Urbino; /

e gli altri di cui tal l’opra si vede, / qual de la prisca età si legge e crede: (…)”

Ludovico Ariosto, nel XXXIII Canto dell’ “Orlando Furioso”, cita i fratelli Dossi e li avvicina per valore a Leonardo, Mantegna, Bellini, Michelangelo, Raffaello, Sebastiano del Piombo e Tiziano. Dosso, il più famoso, raggiunse gloria, fortuna ed ebbe commissioni dalle più importanti corti rinascimentali italiane.                     Tra il 1531 ed il 1532 lo videro protagonista a Trento assieme a Battista nella decorazione del Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio, sede a lungo appartenuta ai Principi-vescovi che dominavano la vita religiosa e sociale trentina di quei tempi. Proprio in questa sede, e nelle medesime ambientazioni, è attualmente in corso un importante evento espositivo ideato dalla Galleria degli Uffizi di Firenze nell’ambito del progetto “La città degli Uffizi” : una trentina di dipinti mettono a confronto le opere dei due artisti, in particolare quelle realizzate da Dosso alla corte di Alfonso d’ Este a Ferrara, a Pesaro presso la duchessa Eleonora d’ Urbino fino a Trento al servizio del principe vescovo Bernardo Cles. Una vita di corte fortunata la sua, “aperta con intelligenza a creazioni originali e folgoranti, tra l’illustrazione perfetta della mitologia ariostesca e storie sacre, temi eleganti ed affrontati con insolita stravaganza e ironia, quasi con divertimento.”                                                Curato dallo storico dell’arte Vincenzo Farinella con Lia Camerlengo, il percorso espositivo, costituito da 40 capolavori è stato diviso in cinque sezioni per facilitare la comprensione dei diversi aspetti artistici nel corso del terzo e quarto decennio del Cinquecento.  Possiamo ammirare, tra questi, il “Suonatore di flauto” della Galleria Borghese, il “Ritratto di un cavaliere di Malta” conservato agli Uffizi, due magnifici disegni di Casa Buonarroti, e il “Riposo durante la fuga in Egitto” in un paesaggio ombroso alle pendici di un bosco. Ma il “pezzo forte” della mostra è quello che, a detta di molti critici, è il più celebre dipinto di Dosso: “Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù”, un’opera così complessa ed enigmatica da essere paragonata alla notissima “Tempesta” di Giorgione. Il dipinto viennese con tre figure dal fascino misterioso immerse nella luce irreale dell’arcobaleno e di un paesaggio che potremmo definire quasi dorato, è un chiaro omaggio alla pittura e continua ad affascinare gli studiosi per il suo messaggio. Un’opera, questa, che, secondo il curatore, sintetizza con esattezza la “maniera” eccentrica del pittore di trasfigurare la natura, creando una dimensione onirica in cui forme alterate e originali, convivono in una poesia imprescindibile e sempre elegantissima. Da qui certamente deriva l’assegnazione alla mostra del titolo “Rinascimenti eccentrici”.  Pregevoli prestiti sono stati concessi anche da altre note istituzioni museali italiane quali Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Fondazione Roberto Longhi di Firenze, Collezione Cini di Venezia, Galleria Estense di Modena, Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Pinacoteca Brera di Milano. Vediamo qui inoltre altre importati opere di artisti coevi di importanza fondamentale come Raffaello, Michelangelo, Tiziano e Giorgione. Giovanni di Niccolò Luteri, conosciuto meglio come Dosso Dossi nacque a Tramuschio attorno al 1486 e si spense a Ferrara nel 1542. Del suo luogo d’origine si sa poco ma il padre nel 1485 risiedeva a Tramuschio di Mirandola e quindi si ipotizza là la nascita di Dosso e di suo fratello Battista. Successivamente il genitore entrò in possesso del podere di Dosso Scaffa nei pressi di Mantova, da cui il nome del figlio, futuro grande artista. Dopo una formazione alla scuola di pittura veneta, che si espresse tramite contatti con Giorgione e soprattutto Tiziano, Dosso nel 1510 arrivò a Mantova al servizio dei Gonzaga. successivamente fu a Ferrara presso gli Este: di Alfonso I e della sua famiglia fece ritratti secondo il gusto dell’epoca e nel 1514 fu nominato pittore di corte a Ferrara decorando insieme ad altri artisti i celebri Camerini d’alabastro. “La sua arte è di una sola fumata sorta su immensa dalle ceneri violette di Giorgione, mescolatasi nella dolce nebbia della valle padana con qualche soffio gemente di espressionismo boreale, o diradatasi alla lucidezza dell’antichissimo classicismo ritmico dell’Italia centrale che splendeva fisso verso il sud.” (Roberto Longhi)                                                                                                                                                                                                            Questo evento espositivo è corredato da un importante catalogo ricco di studi a cura di Vincenzo Farinella, Lia Camerlengo, Francesca de Gramatica, pubblicato da Silvana Editoriale.

Castello del Buonconsiglio – Via Bernardo Clesio, 5 – Trento; fino al 2 Novembre 2014; orari: tutti i giorni, tranne lunedì, 10-18                                                               Tel. 0461 233770 www.buonconsiglio.it

Fabio Giuliani

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