Trento LA MISURA DEL TEMPO

| 1 agosto 2005



La Misura del Tempo – L’antico splendore dell’orologeria italiana dal XV al XVIII secolo 


Da sempre Chronos, il Tempo, testimone della continuità cosmica, ha impegnato filosofi, scienziati d artisti alla ricerca di una definizione e di una unità di misura collegata all’alternarsi del giorno e della notte, ai ritmi stagionali della semina e dei raccolti, della preghiere recitate nei monasteri. In ogni epoca si sono dipinte la ‘Danza delle Ore’ e le ‘Parche’ che dipanano, filano e recidono. Dall’invenzione dell’orologio l’umanità capisce meglio quando alzarsi la mattina, quando pranzare o andare a messa, quando riunirsi per i vesperi o chiudere porte e finestre e quindi l’ora del riposo notturno.
Secondo le possibilità tecnologiche che di volta in volta si sono susseguite nei secoli lo strumento denominato orologio ha vissuto notevoli evoluzioni e modifiche, cambiando nostro modo di usufruirne, sia nella collettività che singolarmente. Molti esempi di questo oggetto sono diventate vere e proprie opere d’arte a tutti gli effetti, nelle sue dimensioni maggiori quale complemento d’arredo, o più ridotte, da trasporto individuale. Ora la storica sede del Castello del Buonconsiglio è teatro della più esaustiva rassegna fino ad ora in Europa sulla storia dell’orologio in un periodo compreso tra XIV e XVIII secolo. Vediamo 350 pezzi provenienti da importanti collezioni private e pubbliche: dagli apparecchi solari a quelli astronomici, clessidre, poi pendole, orologi a proiezione, da petto e da taschino. Tra gli enti prestatori spicca il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ‘Leonardo da Vinci’ di Milano in quanto da qui sono giunti vari strumenti di lavoro, compassi, libri, ingranaggi che, uniti in mostra, compongono un antico laboratorio per la costruzione degli orologi, appartenential maestro orologiaio Bartolomeo Antonio Bertolla (1702-1789).

L’esposizione è strutturata in nove sezioni.
1) Orologi solari, meridiane portatili ad opera di autori italiani; astrolabi rappresentanti la mappa delle stelle fisse nella sfera celeste con il Polo Nord al centro.
2) I prototipi dell’orologio meccanico e i modelli che servivano a definire la cadenza dei servizi religiosi nei monasteri.
3) I primi orologi pubblici e planetari con indicazioni legate all’astrologia posti sulle torri civiche o edifici religiosi.
4) Gli orologi rinascimentali e gli ‘automi’, i più curiosi manufatti della mostra; nel ‘500 sono oggetti di lusso, decorati da orafi ed artisti con sculture di animali che si muovono allo scoccare delle ore.
5) Gli orologi da persona, anch’essi testimonianza di elevato rango sociale; tra i rari esemplari conservati in Italia fino ad oggi risalta l’orologio di San Filippo Neri per opera di Giovan Maria Barocci (zio del famoso pittore Federico) e quello in cristallo di rocca realizzato da Giovan Battista Mascarone di Milano.
6) Gli orologi notturni; alcuni di essi autentici capolavori artistici costruiti a metà del Seicento per calmare l’insonnia di Papa Alessandro VII Chigi. I fratelli Campani furono i più famosi autori in proposito con la creazione di un orologio silenzioso leggibile anche al buio, secondo il principio della lanterna magica. Alcuni esempi di questo tipo furono decorati da pittori di fama e possiamo vedere esposto quello con la raffigurazione del tempo e le quattro stagioni dipinto dal Maratta.
7) Qui sono descritte le diverse scuole regionali di orologeria da Milano, Venezia, Roma, Genova, Napoli e Firenze.
8) Nell’ottava sezione viene reso giusto tributo alla storia dell’orologeria trentina di cui Antonio Bartolomeo Bertolla (1702-1789) è il principale fautore: egli realizzò, su progetto di Francesco Borghesi (1723-1802) un celebre orologio astronomico per Maria Teresa d’Austria, proveniente da Washington.
9) L’ultima sezione è la parte legata all’iconografia, alla raffigurazione del mezzo misuratore del tempo inserito in un contesto di ritratto ambientato: circa una trentina tra incisioni e dipinti; tra questi, il già citato Papa Alessandro VII di Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio, il conte Nicolò Soderini, dipinto da Pompeo Batoni; la dama con orologio di Alessandro Longhi e il ritratto di dama di Lavinia Fontana.

Il comitato scientifico della mostra è coordinato dal Prof. Giuseppe Brusa (grande esperto di storia dell’orologeria), l’allestimento curato dall’architetto Michelangelo Lupo. Con il biglietto d’ingresso al Buonconsiglio si potrà visitare il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano e viceversa. La Misura del Tempo – L’antico splendore dell’orologeria italiana dal XV al XVIII secolo Trento – Castello del Buonconsiglio fino al 6 Novembre 2005 Orari: 10-18 ; lunedì chiuso. 

Info: Tel. 0461 / 233770 ; www.buonconsiglio.it

Di: Fabio Giuliani

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