Torino – “WOMAN IN BALI” – Mostra fotografica di Bruna Rotunno
Bali è un’isola dell’Indonesia con una superficie di 5.561 km² e una popolazione di circa 4.298.000 abitanti Fa parte dell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda ed è separata dall’isola di Giava dallo stretto di Bali. Amministrativamente è una provincia, con capoluogo la città di Denpasar, l’unica provincia a maggioranza induista ed è la più importante meta turistica indonesiana. Bali si trova circa 8° a sud dell’equatore. L’isola, di forma romboidale, misura approssimativamente 153 km da est a ovest e 112 km da nord a sud. Ad ovest è divisa dall’isola di Giava da un canale largo circa 4 km, mentre ad est è separata dall’isola di Lombok dallo Stretto di Lombok, attraverso il quale passa la Linea di Wallace, il confine tra le regioni biologiche dell’Asia e dell’Oceania. La costa orientale ed il centro sono montagnose, mentre verso sud il terreno forma una piana alluvionale, solcata da fiumi che disseccano durante la stagione secca ed esondano nel periodo delle piogge. Il rilievo più elevato è il Monte Agung (3 142 m s.l.m.), che si trova presso la costa orientale ed è un vulcano attivo la cui ultima eruzione risale al marzo 1963. Anche il Monte Batur (1 717 m s.l.m.), al centro dell’isola, è un vulcano attivo: si ritiene che un’eruzione di quest’ultimo avvenuta circa 30 000 anni fa sia stata la più violenta e catastrofica eruzione avvenuta sulla terra. Le strade principali dell’isola percorrono la costa o la tagliano da nord a sud, seguendo le creste delle catene montuose. Non sono presenti ferrovie. Le cittadine principali dell’isola sono: Denpasar, la più popolosa città di Bali e attuale capoluogo della provincia; Singaraja, porto settentrionale e vecchia capitale del periodo coloniale; Seminyak, zona settentrionale di Kuta e centro turistico dell’isola; Ubud, 20 km a nord di Denpasar, centro culturale dell’isola per la presenza di musei, gallerie e mercati d’arte.
“Bali è un’isola viva che ha sempre suscitato in me emozioni contrastanti stimolate dalla sua luce fluida e mutevole, da una ritualità fatta di gesti che rendono visibile l’invisibile e soprattutto da una bellezza diffusa che riflette un’armonia in continuo divenire. Nel corso del tempo ho incontrato tante donne, sia balinesi sia provenienti da altre parti del mondo che sull’isola hanno avviato progetti artistici, etici e sociali. Attraverso i loro ritratti ho cercato di coglierne l’essenza, raccontando la forza dell’energia femminile simboleggiata dall’acqua, veicolo di memorie antiche e strumento di guarigione. Le immagini sfiorano la quotidianità di un luogo in cui tutto è sacro e dove la potenza creatrice della natura risuona con l’energia creativa presente in ognuno di noi, rendendo più lucidi e realizzabili i nostri sogni. Questo progetto vuole essere un omaggio all’isola e a tutte le donne che la abitano.” Con queste parole, Bruna Rotunno, fotoreporter italiana di fama internazionale, spiega la sua ricerca-studio dedicata proprio all’isola durato otto anni, culminato in un prezioso ed esauriente volume (Silvana Editoriale) con oltre 150 immagini, i testi di Anita Lococo, americana residente a Bali da 35 anni e della scrittrice locale Cok Sawitri, seguita poi da un suggestivo evento espositivo itinerante, a cura di Gigliola Foschi, inaugurato nel 2016 al Museo India Habitat Center di New Delhi, attualmente ospitato al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino. La Rotunno, che visitò quell’ambiente per la prima volta vent’anni fa, presenta un racconto per immagini sulla popolazione balinese, in particolare sui soggetti femminili, considerando innanzitutto la mitologia locale, fondata sul culto dell’acqua (la “Holy Water”, la “Grande Madre”, simbolo di creazione e purificazione), testimoniando ovviamente le tradizioni locali, riti vari, creatività, arte, musica, danza attraverso gli atteggiamenti delle donne, principali artefici di addobbi sacri ed offerte alle divinità, compiuti sempre con grazia e certo stile, inserite spesso in ambienti naturali densi di vera poesia. Non solo nei confronti della native – come diceva lei stessa – ma l’attenzione è rivolta anche alle donne di altri Paesi che, per una ragione o per l’altra, hanno scelto Bali quale residenza di vita, portando nuovi progetti di varia natura e contribuendo in tal modo, sempre nel pieno rispetto delle tradizioni radicate, a portare sviluppo e maggiore considerazione internazionale nei confronti di questo “mondo a parte”. Alcuni esempi: l’americana Robin Lim, con la sua Bumi Shat Foundation, ha aiutato a far nascere più di 5000 bambini riducendo l’alto tasso di mortalità; L’indonesiana Sri Adnayani Oka ha fondato una banca di microcredito per aiutare i poveri, l’irlandese Nattalia Sinclair ha aperto sull’isola una scuola “Montessori” (la pedagogista italiana, studiosa dei comportamenti dei bambini, ideatrice del notissimo metodo educativo che porta appunto il suo nome) e l’inglese Mary Northmore che, con la sua non-profit Smile Foundation finanzia operazioni per correggere malformazioni congenite nei soggetti più piccoli. Un suggestivo ed affascinante percorso, quindi, tra 80 scatti ed un breve filmato su Bali girato dalla stessa autrice, “The Island of Healing”, arricchito da un gruppo di piccole sculture in legno femminili degli anni Cinquanta e da alcuni oggetti legati alla cultura di quell’isola, gentile prestito dalla collezionista milanese Mariangela Fardella. MBruna Rotunno vive tra l’Europa e l’Asia, i suoi lavori sono stati pubblicati su prestigiosi magazine internazionali come Vogue, Muse. Il suo cortometraggio “Sultan Dream” (Sogno del Sultano) è stato presentato alla Biennale di Venezia 2006; il lavoro “Shangai 24h” alla Triennale Bovisa nel 2010; tra i riconoscimenti ottenuti: “Menzione d’Onore” al Tokyo International Foto Award nel 2016; ha all’attivo varie pubblicazioni. E’ rappresentata nel mondo da Mandala Creative Productions, Milano; i suoi lavori artistici sono esposti alla Molin Corvo Art Gallery di Parigi.
MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, Torino; fino al 10 Settembre 2017; Orari: da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19 (la biglietteria chiude un’ora prima); Per informazioni: Tel. 011 4436919; 340 3739197 (Fondazione Torino Musei)
Fabio Giuliani
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