Torino: RENOIR – dalle collezioni del Museo D’Orsay e dell’Orangerie –
Fra tentazione rivoluzionaria ed attaccamento alla tradizione
“Renoir: tutto quello che so l’ho appreso da Paolo Veronese” ; e poco prima di morire, volle farsi portare oemai vegliardo su una sedia a rotelle al Louvre al Louvre ad ammirare per l’ultima volta la tela del grande pittore veneto “Le nozze di Cana” per cui aveva scritto “per dipengere le nozze di Cana occorre avere la ‘Grazia’”, nel senso dato da Pascal e i Giansenisti di illuminazione. L’Italia dunque, occupò un posto centrale nello svolgimento della sua carriera pittorica ed ora Torino rende omaggio a questo protagonista dell’impressionismo con l’esposizione di circa sessanta opere provenienti dai due musei parigini (che da poco tempo si sono unificati) che ne custodiscono gran parte, rende omaggio a questo innamorato del nostro paese e dei nostri artisti che ammirò durante il suo primo viaggio in Italia visitando Venezia, Firenze, Roma e la Calabria. La mostra si dipana nelle tematiche che la vita propone iniziando dalle figure: “Il ragazzo con il gatto -1968”, i ritratti dei colleghi Sisley, Monet e di molte donne (uno dei temi preferiti dal pittore, adorate da Proust che scrisse “per la strada passeggiano donne diverse da quelle del passato, diverse perché sono opera di Renoir”; il pittore infatti scrive: “Sì, voglio dipingere la vera regina della vita moderna, la parigina.” Seguono scene di vita cittadina emblematiche della possibilità di svago del tempo come l’altalena e la danza. Viene quindi affrontato il tema del paesaggio, un genere per lui meritevole quanto gli altri, secondo i precetti della nuova pittura, realizzata en plein air; egli non abbandonò mai quello che chiamava “il corpo a corpo con la natura” affermando: “Non ho bisogno delle cascate del Niagara, la bellezza è ovunque”. L’esposizione prosegue con lo sguardo di Renoir rivolto al mondo dell’infanzia, favorito dalla presenza dei suoi bimbi o da alcune commissioni; sono più di duemila i ritratti in cui i bambini occupano il primo posto fra i molti vediamo “Maternità” (la signora Renoir con il figlio Pierre al seno) “Un’eternità di tutti i giorni colta all’angolo della strada vicina” (Renoir); il ritratto di Pierre appartenente alla Galleria Civica di Torino spunto intelligente di questo omaggio. Seguono i “fiori” una fonte di ispirazione, sempre più frequente dagli anno ottanta; in proposito egli scrive “Dipingere fiori mi riposa il cervello….. cerco tonalità, testo colori audaci…. e l’esperienza che traggo da queste prove le applico ai miei dipinti”. Infine vediamo le bagnanti: “il nudo, una delle forme indispensabili dell’arte, la donna nuda sorgerà dall’onda amara o dal suo letto, si chiamerà Venere o Ninì, mai si inventerà cosa migliore” (Renoir). Egli intende qui misurarsi con i grandi maestri del passato per cui nutre ammirazione quali Raffaello, Rubens, Tiziano con un evidente omaggio alla Venere di Urbino di questo maestro. Per Renoir il nudo è anche un mezzo per “sfuggire al motivo e per questo scegliere qualcosa che tutti conoscono, ancora meglio totalmente senza storia”; uno dei grandi temi della pittura occidentale riformato con originalità. Questa sezione ha come ultima opera le famose bagnanti immerse in un Eden atemporale, dipinto sintesi della sua concezione del nudo e della pittura considerata da Matisse il capolavoro del pittore in cui la morte non trova posto. La mostra a cura di Gui Cogeval, Sylvie Patry e Riccardo Passoni è corredato dal bel catalogo Skira che rende pienamente la gioia pittorica di Renoir e documenta con un esauriente cronologia arricchita da foto d’epoca tutta la sua attività, con i contributi critici di Sylvie Patry, Riccardo Passoni e Augustin De Butler.
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea; Via Magenta 31, Torino
Fino al 23 Febbraio 2014; Tel. 011-0881178; www.mostrarenoir.it Orari: mar, mer, ven, sab, dom 10-19.30; giov 10-22.30, chiuso lunedì Biglietto d’ingresso: solo mostra € 12 intero, € 9 ridotto; mostra e collezioni € 15 intero, € 11 ridotto
Fabio Giuliani
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