Sirmione: Nel pane e calcio di Claudio. Fino all’ultimo contrasto.

| 8 dicembre 2017
Us Rovizza 72

La prematura scomparsa di Perdoncin, allenatore, calciatore, imprenditore e padre di famiglia con esclusive capacità nel fare squadra fuori e dentro il rettangolo di gioco. L’ultima perla del campionato vinto dai suoi Imbattibili ed i ricordi dell’amico Toni

Claudio perdoncin Toni Corsini 72

Con la voglia sempre attiva di vincere ogni contrasto di gioco. Tra preparazione, schemi, tattiche e motivazioni riletti appassionatamente fra tradizione e innovazione.  Articolando l’elegia del dribbling come perla da apprezzare, ma sulla quale non insistere abusandone narcisisticamente. Perché l’unisono si chiama squadra. Determinata, precisa e ben assortita formazione intenzionale, dentro e fuori il rettangolo di gioco. Mettendo l’innata sintonia di sentimenti e ragioni forti con l’incisiva forza di esempio, partecipazione e lavoro. Elementi semplici, di campo e di vita. Amalgama espressiva, unica ed inconfondibile per raccontare Claudio Perdoncin, allenatore del football genuino e vero. A intersecare, senza lustri, con regole e dinamiche del quotidiano che si fa vita dettandone ritmi, successi, insegnamenti ad ampio spettro. Tanti i ricordi e le riflessioni affacciati oggi a questo balcone di sgomento ed incertezza, che il suo volarsene altrove ha reso visibili al cospetto di chi lo conosceva più o meno nel profondo. Univoca e non retorica la sensazione del rimpianto sincero. Rammarico che traduce un troppo rapido percorso di vita intrecciato a quel modesto, ma volitivo, modo di essere che Claudio possedeva come connotato originale. “La nostra amicizia era qualcosa di speciale – racconta Toni Corsini, sodale da una vita con Claudio e suo stretto collaboratore a vari livelli nell’Unione Sportiva Calcio Rovizza di Sirmione dove Perdoncin allenava la squadra amatori. Un team che sotto la sua guida, aveva raggiunto lo scorso anno la vittoria nel Campionato UISP, conquistando lo straordinario primato di totale imbattibilità per tutta la stagione   – con lui ci si sentiva almeno un paio di volte al giorno – continua Toni –  motivi sportivo/agonistici, oltre che di lavoro, svago e sostegno reciproco. Le sue caratteristiche principali erano serietà, onestà, sincerità e disponibilità nell’aiutare chi chiedeva aiuto, sia nel lavoro, che nell’attività sportiva, come negli affetti”. Padre e marito attento e molto presente, insieme alla moglie Barbara ed ai due figli Nicholas,  e Christian, formava una famiglia di consolidata e concreta omogeneità sentimentale e progettuale. E del resto la sua storia familiare di continuità era chiara. Con mamma Linda e papà Silverio, imprenditore edile a dare solide fondamenta alla discendenza. A cominciare dal lavoro, proseguimento e consolidamento dell’impresa, con il fratello Luciano, fondata dal padre. L’impresa Edile Perdoncin Silverio appunto che vede l’impegno già attivo del ventiduenne Nicholas, geometra e probabilmente, nel prossimo futuro, anche quello del giovane Christian. Per proseguire con il calcio: vera esplosiva passione. Da militante prima come giocatore, allenato dall’altro amico, calciatore e oggi Direttore Sportivo, Ivano Signori, e successivamente come dirigente, allenatore e molto, molto altro sempre dalle parti di Lugana, Sirmione, Rovizza. “Poi c’era anche il Claudio dell’amicizia intima – ricorda con affetto Toni– quella vera, libera,  ed anche un po’ scanzonata, difficile da vedere nei suoi modi di essere abituali, ma sempre all’insegna della sincerità ed dell’assoluto rispetto per persone, avvenimenti e situazioni”.  Velatura malinconica quella di Toni Corsini, che si aggiunge a quella dei suoi ragazzi che gli hanno regalato con la squadra imbattibile quel suo ultimo titolo. Come quella personale, arcaico pedatoria, risvegliata nel piacere della preparazione, del gioco e dello stare in campo proprio da Claudio con quel suo fare serio e corroborante di stimoli per ogni età o latitudine umana che sia. Oggi Toni Corsini è subentrato a Claudio Perdoncin alla guida degli Imbattibili. “Tu vai avanti che io arrivo” Il suo incitamento finale a Toni prima di affrontare il match di Coppa, poi brillantemente conquistata. Alla memoria ed al ricordo vivo e indimenticabile di chi ha lottato, giocato, allenato, sostenuto e voluto bene sempre. Fermato solo da quell’ultimo maligno, inesorabile contrasto senza regole.

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