Salute e bellezza L’ORTICA

| 1 giugno 2006

La vendetta della suocera
Come tutte le cose rare e quasi perdute, se ne riscoprono usi e virtù, accantonando volentieri i timori indotti dal suo proverbiale effetto urticante

Deve essere capitato a più di uno di aver avuto un’impellente urgenza e, trovandosi testè in prossimità di un invitante bosco, aver avuto l’ardire di riscoprire istinti primordiali e comportamenti ancestrali, oggi definiti incivili. Se poi l’audace malcapitato, per provvisoria toilette, si è ritrovato un folto letto di ortiche, ecco forgiato un detto tanto pungente, è il caso di dirlo, quanto azzeccato, che per pudore non si riporta, ma si intuisce e si traduce come “andarsele a cercare”. Ma a cercarla per davvero, l’ortica sta diventando sempre più introvabile. L’urtica, dal latino uro=brucio, come dicono i dotti, o l’ortiga (garganella, pistidurri, ardica, lurdica, rittica, pizzianti mascu…) come diciamo noi del vulgo, è un’autentica miniera di sostanze attive come minerali, composti azotati, sali, acido formico. Le sue parti aeree contengono ferro e silicio, provitamina A, vitamina C, carotenoidi, acidi fenolici, flavonoidi. Le nonne sapevano che questa pianta infestante era un ottimo rimedio contro il rachitismo, l’anemia, la caduta dei capelli, la scarsa produzione di latte, l’artrosi, i reumatismi ed in generale per una rapida remineralizzazione dell’organismo. Infine era usata spesso come depurativo per il sangue. Niente male per essere l’erbaccia più fastidiosa che conosciamo. Diverse sono le varietà: l’urtica Dioica, diffusa a nord, la Urens e la Membranacea, presenti prevalentemente al centro e al sud ed infine la Pilulifera, pianta di certo adorata da Citto la Qualunque (n.d.r. personaggio di Antonio Albanese), di cui è ricca la nostra costa. Ma questa volta, invece dei soliti elenchi di magagne con relative cure empiriche, vogliamo sfoderare le nostre competenze culinarie e presentarvi questa simpatica pianta in una veste insolita: come leccornia. Sì, perché l’ortica dopo 24 ore è innocua, se sbollentata lo è subito e quindi può diventare protagonista di ricette molto appetitose. La “vendetta della suocera”, curioso epiteto coniato come monito per tutti i maschietti avvezzi ad imboscarsi furtivamente, si cuoce – i Greci ne andavano golosi – come zuppa, è ottima per i risotti, i casoncelli, le frittate ed i pasticci. Si possono preparare squisite salse e il pesto, bevande fermentate e, dulcis in fundo, c’è pure la torta alle ortiche. Un intero menù per esorcizzare una nemica dei vostri fanciulleschi giochi nei prati e per scoprire sapori inediti. Quando si raccoglie? Sia che vogliate darvi a verdi banchetti da Trimalcione sia che desideriate porre fine alla seborrea, bisogna utilizzare le foglie giovani in primavera-estate e farle essiccare in un luogo asciutto ed ombroso. Ricetta: frittata con ortica 

Ingredienti:
200 g di ortiche giovani, 5 uova, 50 g di soppressa nostrana, origano, olio extravergine di oliva, sale.
Preparazione: sbollentare le ortiche in acqua salata, scolarle e tritarle. Aggiungere le uova sbattute assieme a un pizzico di sale, alla soppressa a pezzettini e a un pò di origano.
Cuocere la frittata in un padella unta d’olio extra vergine doverosamente del Garda. 

Di: Elena Pellegrini

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