Salò e Vobarno (Bs) EMERGENZA TERREMOTO

| 28 gennaio 2005

Dignitosa e preoccupata situazione post-sisma

BUONA VOLONTA’
DA SPONSORIZZARE Su oltre 200 milioni di euro di danni globali l’erogazione statale arriverà solo a 80 milioni. I Sindaci di Salò e Vobarno rilanciano per un adeguamento.
“I problemi maggiori arrivano adesso”. 


Terremoto report inizio 2005. Notizie belle e brutte sul versante post disastro. Buona volontà e impegno della gente in abbondanza. Ma deficit problematico per quanto riguarda gli stanziamenti previsti per la ristrutturazione: su oltre 200 milioni di euro di danni globali, esclusi gli edifici di culto non ancora stimati con precisione, l’erogazione statale arriva sì e no a 80 milioni, di cui una quarantina da stanziare in 15 anni. Giampiero Cipani e Carlo Panzera, sindaci di Salò e Vobarno, i Comuni più colpiti dal sisma, raccontano il difficile momento con dignitosa ed attenta concretezza bresciana. Intanto scuole, uffici pubblici, ospedale e ASL funzionano regolarmente. Le attività industriali e commerciali hanno ripreso a produrre. E presto sul lago riapriranno gli alberghi. Poi ci sono i ritorni a casa. A Salò gli sfollati sono passati dai circa 1.200 agli attuali 900, mentre a Vobarno sugli 80 nuclei familiari (circa 160 persone) ne sono tornati a casa venti. “L’ordinanza esecutiva dello stanziamento di 20 milioni di euro è ormai in atto – inizia Giampiero Cipani, Sindaco di Salò – si tratta di un intervento che permetterà, a fronte di certificazione di agibilità, di erogare fino a diecimila euro per ogni gruppo familiare che ha subito danni all’abitazione. Poi c’è il sostegno per gli affitti, tetto massimo per nucleo familiare 400 euro. Sono i primi passi che aiutano ad affrontare l’emergenza, ma non sono sufficienti.” “Qui da noi – si rammarica Carlo Panzera, Sindaco di Vobarno – sono in pochissimi che usufruiranno dei 10mila euro a famiglia per ristrutturare. I danni agli immobili sono infatti molto più consistenti. Inoltre il contributo arriva al massimo all’80% del costo dell’ intervento. E con il tetto fissato a 10mila euro è facile capire dove si può arrivare. Ma c’è di più. Questi fondi riguardano solo la prima casa. Sono escluse le attività e i proprietari di edifici in affitto, per cui il campo diventa ancora più ristretto.” Prima fase difficile. Purtroppo però le complicazioni maggiori arrivano adesso. “Alla fase di emergenza – spiega Cipani – deve seguire quella della ricostruzione. In questo caso il Governo deve trovare risorse adeguate perché quelle attuali non sono sufficienti. Infatti se lo Stato non interviene, molta gente andrà in crisi.” Riassumendo su 200 milioni di euro di danni, 80 milioni globali non bastano. Nemmeno dalle parti di Gardone e Valsabbia, dove la gente fa silenzio e lavora senza regalare nulla al piagnisteo. Però le cifre sono cifre. Riparare o ricostruire gli immobili costa caro. “Avverto nella popolazione una grande preoccupazione – insiste Panzera – e lo scetticismo è diffuso. L’adeguamento del fondo per gli aiuti è indispensabile.” I servizi, gli uffici, l’ospedale e le scuole hanno comunque ripreso a funzionare. “Anche se – continua il primo cittadino vobarnese – la metà degli istituti scolastici del nostro territorio non è ancora rientrato nella propria sede.” Fuori sede è anche il Comune di Salò, ubicato provvisoriamente nell’ex immobile Telecom “Tutti i nostri servizi sono attivi – conferma Cipani – per quanto riguarda la sistemazione dell’edificio storico comunale i costi sono molto alti, perché l’operazione riguarda un fabbricato di edificazione parte quattrocentesca e parte seicentesca, per un preventivo di spesa di circa 4 milioni di euro. Contiamo comunque entro i primi di febbraio di appaltare le opere che dovrebbero concludersi nel novembre- dicembre del 2005.” A Salò funziona con tutti i servizi anche l’Ospedale che ha solo sostituito la Psichiatria con la Comunità Protetta per Inabili Mentali. La terra ha dunque tremato, ma le solide fondamenta valsabbine e gardesane garantiscono fiducia per il futuro. Parlando con la gente si assiste ad una sorta di orgoglioso pudore, che non lascia tracce di retorica e rassegnazione. Conferme di solidità che non devono far dimenticare le preoccupate ed attente sollecitazioni di Panzera e Cipani, su un pronto adeguamento dei fondi per la ricostruzione.


 

Di: Giuseppe Rocca

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