Salò (Bs) PEDOFILIA A SCUOLA

| 2 ottobre 2006

    Finito in carcere a Brescia il bidello con l’accusa di aver molestato alcuni studenti dell’Istituto Tecnico “Battisti” 

Scapolo, classe ‘58, ascoltato in cella l’11 agosto in occasione dell’interrogatorio di garanzia dal gip Lorenzo Benini, ha preferito rimanere zitto. Il bidello era stato tratto in arresto dai carabinieri della compagnia di Salò che gli avevano notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Benini su richiesta del pm Roberta Licci. L’accusa: violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di minori dell’Istituto Tecnico Battisti di Salò. A quanto si è appreso il dipendente, residente a Polpenazze (Bs), era da tempo nel mirino degli investigatori dopo che una ventina di studenti di una classe prima lo avevano denunciato di morbosità in una lettera inviata al Preside dell’Istituto. Le indagini cominciano però dopo la segnalazione del padre di uno degli studenti insospettito per lo strano rapporto che il bidello intratteneva con i suoi figli. I Carabinieri di Salò, con l’aiuto di uno psicopedagodista hanno cominciato un lungo lavoro di interrogatorio agli studenti, soprattutto frequentanti le classi prime, che ha portato alla raccolta di prove inconfutabili per l’arresto dell’imputato. Le violenze erano perpetrate in zone boschive, in auto e nella scuola stessa, confermate dalle indagini e subite da almeno sei minori tutti di sesso maschile. Durante le perquisizioni sono state inoltre rinvenute nel computer del bidello centinaia di foto pedopornografiche. L’uomo era già stato allontanato nel 1992 da una scuola elementare locale per atti osceni e libidine. “La scuola deve stare più attenta nelle assunzioni” ammonisce il Procuratore Capo di Brescia Giancarlo Tarquini, che si è occupato delle indagini. Oltre al comprensibile silenzio stampa totale dell’Istituto Tecnico salodiano, fanno scalpore le reazioni dell’opinione pubblica. Il Vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Salò, prof. Gualtiero Comini è stato oggetto di critiche feroci per aver bollato come “pettegolezzi” le voci che circolavano sull’accaduto prima della conferma ufficiale nella conferenza stampa del 12 agosto. In un comunicato stampa diramato i giorni successivi all’interrogatorio la giunta comunale ha pubblicamente smentito e si è impegnata nell’evitare in futuro episodi simili. L’uomo è tuttora agli arresti domiciliari e in attesa del processo in cui dovrà rispondere dei reati di violenza sessuale aggravata ai danni di minore, pedofilia e possesso di file pedopornografici. Nel frattempo le indagini dei Carabinieri di Brescia e Salò continuano.
Matteo Todesco

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