Rovereto (TN) SCHIELE , KLIMT , KOKOSCHKA E GLI AMICI VIENNESI

| 1 novembre 2006

“L’arte non può essere moderna perché è eterna” – Egon Schiele –

Siamo giunti ad un’altra tappa nel programma espositivo del MART, il Museo per l’arte moderna e contemporanea ideato qualche anno fa con due sedi a Trento e Rovereto, consistenti entrambe in una pregevole collezione permanente. Nello spazio roveretano in questi anni sono stati attuati sempre qualificati progetti soprattutto legati alle arti figurative tra fine Ottocento e ventesimo secolo, spaziando tra differenti stili e periodi storico-artistici. La mostra che inaugura la stagione autunno-inverno 2005/2006 è dedicata ad un particolare ed interessante momento per la pittura europea d’inizio Novecento e, più specificatamente, all’ambiente austriaco che, a quei tempi, stava vivendo gli ultimi atti del grande potere imperiale, destinato a tramontare di lì a pochi anni dopo la Prima Guerra Mondiale. Qui si formano alcune generazioni di artisti meritevoli in seguito di essere tra le più ricordate e celebrate da pubblico e critica, soprattutto nei tre loro maggiori esponenti: Egon Schiele (1890-1918), Gustav Klimt (1862-1918), Oskar Kokoschka (1886-1980). Con loro praticamente prende forma l’ ‘Espressionismo’, tendenza coinvolgente non solo l’arte ma anche altri aspetti della comunicazione visiva e culturale, che avrà anche nella vicina Germania protagonisti validi con opere di grande significato. La novità di questa rassegna, secondo la direttrice del MART Gabriella Belli, è il non considerare questi tre artisti come giganti solitari dell’arte ma vederli nei loro reciproci rapporti sotto l’aspetto umano e professionale. L’itinerario espositivo, infatti, attraverso un centinaio di opere racconta circa diciotto anni di vita a Vienna, con il lancio sul tavolo della tradizione artistica locale della ‘Neukunstgruppe’, una libera associazione di artisti che intraprese una serie di scambi e confronti con i tre grandi Maestri prolungando così ben oltre la breve vita di Klimt e Schiele, una solida tradizione pittorica austriaca, attribuendo a quella eccezionale avventura viennese una nuova inedita dimensione sociale del fare arte con la loro spinta profonda al rinnovamento. Di questo gruppo vediamo opere di autori validi quali Max Hoppenheimer, Wilhelm List, Albert Paris Gutersloh, Anton Faistauer, Anton Kolig, Felix Albert Harta, Ludwig Heinrich Jungnickel, tutti pittori che spaziano liberamente tra ritratto, paesaggio e natura morta. La mostra, secondo Franco Bernabè, Presidente del MART, ha l’intento di costruire un tessuto privilegiato di relazione con il mondo culturale germanico, allargando il bacino d’utenza del Museo trentino. Le opere esposte provengono dall’ Osterreichische Galerie Belvedere di Vienna, Istituzione museale co-produttrice della mostra insieme al MART. Per questa occasione la Casa Editrice Skira ha realizzato un esaustivo catalogo con le riproduzioni delle opere esposte, immagini fotografiche relative ai luoghi ed ai personaggi considerati e saggi critici. Da qualche tempo a questa parte in questa sede vengono allestite due situazioni espositive in contemporanea, questa linea è ora proseguita con la mostra dedicata a Douglas Gordon, artista scozzese, considerato uno dei più creativi ed interessanti personaggi specialmente nel settore della video-art, molto apprezzato a livello internazionale e vincitore di numerosi Premi, ultimo dei quali il Turner Prize proprio quest’anno. Egli propone spesso video-installazioni su grande formato corredate spesso da scritte collocate sui muri degli ambienti dove espone e sulle superfici più diverse; Nei suoi interventi Gordon intende porre l’attenzione sul rapporto tra chi guarda e ciò che è visto, per una stretta relazione tra pubblico ed opere, inserite in spazi adatti ad una riflessione mentale sulla vita e le sue molteplicità quotidiane. Questo concetto è sviluppato anche nell’attuale esposizione al MART : in ‘Hour Psycho’ il celebre film Psycho di Alfred Hitchcock è rallentato enormemente, quasi fotogramma per fotogramma, fino alla complessiva durata di circa 24 ore, operando un’alterazione temporale e modificando quindi la percezione sensoriale e temporale. ‘Play dead. Real Time’ (2003) ‘gioca’ sul concetto di doppia immagine: su schermi giganteschi un elefante da circo ammaestrato si muove lentamente su una pavimentazione semi-trasparente (dove il movimento della videocamera provoca un suggestivo effetto circolare) fino a piegarsi sulle zampe e a distendersi facendo ‘il morto’. Quindi ‘Pretty much every film and video’ è un insieme di opere-video dell’artista, realizzate dal 1992 ad oggi, presentate su una serie di schermi televisivi ravvicinati, qui proposte in un settore oscurato, a cui i due curatori, Giorgio Verzotti e Mirta D’Argenzio hanno contrapposto una parte in luce naturale. Anche per la mostra di Gordon è stato pubblicato un catalogo Skira in cui viene descritta la sua attività lavorativa in Italia, dove esordì nel ’92 al Cafè Picasso di Roma; a quella performance sono seguite poi varie partecipazioni a rassegne collettive culminate con la sua presenza alle Biennali di Venezia del 1997 e ’99.
MART – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Corso Bettini 43, Rovereto. Tel. 0464-438887 ; www.mart.trento.it 7 Ottobre 2006 – 21 Gennaio 2007 ; orari: lunedì-domenica 10-18 / venerdì 10-21 Chiuso lunedì 15/1/2007 ; Infoline e prenotazioni individuali: Numero Verde 800-397760 Prenotazione obbligatoria visite guidate per gruppi e scuole: Tel. 0424-600435

Di: Fabio Giuliani

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