Rivoltella del Garda PARTE LA RISTRUTTURAZIONE DI SAN GIUSEPPE A MONTONALE

| 1 ottobre 2002

Il FAI, Fondo per l’ambiente italiano, ed il Centro Studi e Ricerche sul Restauro di Desenzano ridanno vita a San Giuseppe di Montonale. 

Nel mese di ottobre infatti, prenderanno il via i lavori di restauro della chiesa settecentesca, situata sulle colline che circondano Desenzano. Si tratta di un importante intervento, che permetterà di offrire al pubblico un pezzo consistente di patrimonio artistico e religioso, caratteristico della zona Gardesana. Si può parlare dunque di recupero possibile dello stile e delle strutture barocche, con un linguaggio moderno, tecnologicamente affidabile e con intenti divulgativi? La risposta è sì, dopo aver ascoltato il Prof. Quaglia, docente e direttore del Centro Studi e Ricerche sul Restauro, che descrive come sono stati rinvenuti alcuni importanti dipinti, scoperti in questo piccolo tempio campestre. “La Pieve di San Giuseppe – spiega il Professor Quaglia – è un piccolo edificio, dalla connotazione stilistica appunto barocca, sorto nel 1756 grazie a Camillo Faini di Rivoltella, che ottenne la benedizione e l’apertura al culto, solo un anno dopo nel 1757. Una curiosità: molte pareti degli edifici di quell’epoca, furono coperte (e con loro anche i dipinti che le decoravano) dalla calce. L’operazione si era resa necessaria per disinfestare gli spazi dai germi della peste che diffondeva epidemie a macchia d’olio. Le pareti imbiancate consentono tuttavia di scorgere, nelle volte della chiesa, un’ampia decorazione a stucco, insieme alle figure dei quattro evangelisti e di alcuni putti policromi. Questo luogo sacro – prosegue il direttore dei restauri – fu profanato nel primo dopoguerra. Negli anni ’50 ospitò infatti anche una sezione di scuole elementari.” Meravigliosa e da mozzafiato, è la visuale che si scorge dall’altura in cui è situata la chiesa. Per ultima, non certo per importanza, va ricordata la disponibilità dei proprietari della chiesa in questione. Grazie al profondo impegno e alla loro grande sensibilità culturale, consentiranno agli operatori di restaurare un bene artistico, testimonianza storica religiosa del nostro passato che altrimenti andrebbe perduta.

Di: Angela G. Ferrari

Commenti

×