Rivoltella: 52 VOLONTARI per aiutare la vita

| 30 ottobre 2006
CAV_Bergamo_resoconto

Servono nuove leve e sostegno economico per il Centro Aiuto Vita a Rivoltella. Bruna Filippini: “seguiamo 290 nuclei familiari, il 70% delle donne assistite sono extracomunitarie”.

Sparsi per l’Italia vi sono più di 250 centri di Aiuto alla Vita ciascuno con gestione autonoma ma sempre in contatto fra loro grazie ad una segreteria di collegamento. Inoltre è sempre attivo il numero verde S.O.S. VITA 8008.13000 messo a disposizione per chiedere aiuto o per sentirsi confortate e consigliate. L’associazione, infatti, si rivolge alle donne in maternità che stanno attraversando qualche difficoltà, materiale o psicologica. Lo scopo è fornire a queste persone un concreto sostegno, con la missione di salvaguardare la vita che sta per arrivare e chi la porta in grembo. Bruna Filippini, responsabile del Centro di Desenzano, ci descrive l’intensa attività del centro: tamponare le necessità di prima urgenza ovvero dare loro un alloggio temporaneo, fornire vestiario ed alimenti, dopo il loro ritiro presso il Banco Alimentare di Verona, accompagnarle ai vari servizi, fornire consulenze specialistiche, aiutarle per le pratiche di regolarizzazione del permesso di soggiorno, quando possibile.. Queste le prime mosse. Ma c’è un infinito lavoro di fino, quello di natura psicologica, che sta alla base dell’operato del Centro. Offrire amicizia, sostegno, comprensione. Il clan nel paese di origine spesso rappresentava per le donne un’ala sotto la quale sentirsi sicure. In Italia sono sole in un momento particolare della loro vita: la gravidanza e la maternità vengono vissute senza punti di riferimento parentali e sociali. La solitudine e l’isolamento trovano terreno fertile in situazioni di ordinaria miseria. Saper gestire la maternità e tutto quello che ne consegue non è facile, anche in condizioni di benessere. Un raffreddore o una febbre, in un paese straniero, dove i farmaci ci sono e molte malattie si possono curare, ma la lingua e la non conoscenza sono ostacoli insormontabili, possono diventare fonte di confusione e angoscia. Il Centro di Desenzano è ben conosciuto da parte della struttura ospedaliera dove, due mattine alla settimana, è presente con una volontaria disponibile ad offrire l’aiuto richiesto. Perché di bisogno, quello disperato, ce n’è così tanto da spaventare. La sede di via Benedetto Croce 27 a Rivoltella conta sul generoso operato di 52 persone e segue ben 290 nuclei famigliari e le loro delicate problematiche. Il 70% è costituito da donne extracomunitarie, marocchine ed albanesi in prevalenza, provenienti da 19 paesi diversi: Albania, Algeria, Brasile, Cina, Colombia, Egitto, Ghana, India, Ex-Iugoslavia, Marocco, Moldavia, Nigeria, Perù, Polonia, Romania, Senegal, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay. La lingua è spesso un problema di primaria importanza. Una scuola di alfabetizzazione è a loro disposizione, ma non tutte hanno la libertà di accedervi. L’associazione è sostenuta dal Comune di Desenzano del Garda e da altri comuni limitrofi, da alcune Parrocchie e dalla generosità delle persone. Ma c’è bisogno anche e soprattutto di nuove leve, giovani volonterosi, filantropi o semplicemente persone attente e partecipi a quanto gli accade intorno. Questo l’appello accorato che ci rivolge la signora Bruna. Ci racconta con grande coinvolgimento e sensibilità 20 anni dedicati ad una causa di grandissima importanza: aiutare la vita. Le gratificazioni personali compensano gli sforzi e l’impegno, ogni esperienza vissuta da volontari è il pane dei ricordi belli, quelli che spesso commuovono e rimangono nel tempo. Uno per tutti? Ce ne sarebbero tantissimi, ma quello che ha toccato più l’animo della signora Bruna è la vicenda di una giovane prostituta che ha scelto di tenere il suo bambino e, con il dovuto sostegno, di abbandonare i marciapiedi, tornando nel suo paese dove ora lavora e si è presa carico anche dei bimbi della sorella ammalata. Oltre alla commozione per quel ricordo, la signora ricorda nitidamente la tristezza, quando si è recata nella “casa di appuntamenti” dove la ragazza lavorava. Le altre donne presenti, con gli occhi velati, le hanno fatto vedere le foto dei loro bimbi lontani. Si ripete che la maternità dovrebbe essere un diritto e che mantenere dignitosamente la propria famiglia un principio inalienabile. Le parole sono vuote. E’ l’azione unita all’impegno ciò che davvero conta.

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