RIFLESSIONI D’AUTUNNO

| 2 novembre 2010

Si sta come le foglie. Che si piegano su se stesse, arrossendo al ricordo dei fasti verdeggianti dell’estate. Equinozio d’Autunno. Il tempo si fa incerto, le ore placide.

Nuove intimità rimpiazzano le esuberanze da canicola. Ci si riveste il corpo e l’anima con datate avvolgenze e qualche inedita morbidezza. Riporre, riordinare, eliminare. Fare posto. Chiudere. Per aprire su più tenui prospettive. Le spiagge sono vuote di sassi. E di rami emaciati dal moto della risacca. Dissolte le oasi di ombrelloni, come palme al gelo. Silenzio e quiete. Svaniti i roboanti cortei dei motoscafi e le processioni sommesse delle vele. Disperse le schiere d’auto all’ingresso delle rotonde. Evanescenze dolciastre da crema solare s’insinuano nelle narici per riemergere in fotogrammi scoloriti dalla luce. Balneari sinestesie evocano il tempo lungo delle notti estive. L’origano della pizza e il canto della fisarmonica. Nelle piazze popolari e negli esclusivi privée si stipano le medesime eccitazioni. Resta il tasso d’ostentazione dei corpi abbronzati a fare la differenza. Ma l’eco delle febbri da vacanza si va frangendo sui fuochi fatui della memoria. Ora è il turno di più intriganti temperanze. Di lana e di castagne. Di ombrelli fradici di pioggia e di domande. Dell’attesa di un Natale che è soprattutto accoglienza. Mentre sbiadisce il segno del costume, si squaglia l’immagine eroica, depilata e tatuata, lasciata cadere con nonchalance fra i tavoli affollati dei bar. Riaffiorano inesorabili le mai sopite fragilità. Dissolvenze da cambio di stagione, da anticipo d’inverno. Quando i primi brividi di freddo giocano a rimpiattino fra la pelle e le ossa. E il campionato di calcio ritrova il proprio spazio. Di tempo e di senso. Primo giorno del Mehr nel lunario iraniano, festa di condivisione dell’amore nel culto di Zoroastro. Ricorrenza dei riti di famiglia per il popolo giapponese. Celebrazione del raccolto, nelle consuetudini del Regno Unito. Principio dell’anno per il calendario della Prima Repubblica di Francia. Equinozio d’Autunno. Occasione di connessione fra simili negli affetti, nella religione, nella società. Riscoprire, rinsaldare, riunire attorno al fuoco dei sentimenti e delle tradizioni. Ricreando sinapsi virtuose fra la storia personale e l’appartenenza alla Storia. Di una famiglia, di un territorio, di un mondo. Equinozio d’Autunno. Notte uguale al Giorno. Fine e Inizio di cicli uguali e diversi. Al ritmo ascensionale del disco lunare, una nuova danzatrice ha offerto il primo pianto alla Vita. Mia figlia.

Tanti Auguri a Tosca…
Dolci, appassionate declinazioni augurali per queste notti sguainate dentro i giorni urlati e primigeni di Tosca.
Sonorità originalmente esuberanti. Che rielaboriamo, in delicata sensazionalità, nel corrispettivo evocante di queste parole avvinghiate alla regola di benvenuto. Sparigliata e ritrasmessa con il fragoroso impeto dei suoi/tuoi/vostri incondizionati effervescenti sogni.
dalla Redazione di Dipende Giornale del Garda

Di: Anna Dolci

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