Renzo Bertasi presenta il suo nuovo fotolibro: Il Mondo di Maigret
“Le immagini che qui presento non sono illustrazioni ma interpretazioni fotografiche ispirate dalla lettura dei romanzi di Simenon con protagonista il commissario Maigret. Nelle mie interpretazioni cerco di confondere lo spettatore, rendendo ambiguo il rapporto realtà-finzione che caratterizza la contemporaneità nelle mie immagini e spero abbiano sempre un senso pratico, l’attenzione massima rivolta verso l’inquadratura (vedere) cercando un’attesa che caratterizzi il mio lavoro o che lo renda particolare. Non mi stanco mai di cambiare e mi rinnovo di continuo, cercando di dialogare soprattutto con chi lavoro, la gente o gli attori che fotografo, cogliendo i loro gesti come se la fotografia fosse uno strumento per costruire noi stessi. Forse la fotografia che ho sempre cercato di fare è una scrittura umorale della mia vita. Dunque, per me, la fotografia è un’urgenza di quieto vivere dentro il labirinto della mia mente, una ricerca di ritmo e di spontaneità. A questo punto mi vengono in mente tante domande, che mi fanno portare il ragionamento a quegli elementi che compongono la bellezza dell’immagine, pensando non di “prendere”delle immagini ma di “farle”. Queste immagini presentano tematiche differenti, accomunate dalla ricerca della semplicità eppure uniche e irripetibili, simili ma non identiche. Questo lavoro è durato più di un anno, poi l’ho lasciato riposare-depositare come si fa con il vino. L’ordine scelto è quello in cui ho letto i romanzi di Maigret e il tempo di riposo è servito per dar spazio ai ricordi. Ogni Renzo Bertasi presenta il suo nuovo fotolibro Il Mondo di Maigret romanzo ha lasciato tracce nella memoria, in alcuni casi il ricordo e l’immaginazione hanno trasformato le immagini aggiungendo personaggi, trasfigurando i luoghi o rendendo le azioni più contemporanee. Ho cercato di mantenere la freschezza e l’immediatezza delle mie impressioni condensandole in brevi sceneggiature su cui ho basato le performance, per giungere infine ad una sola immagine che rappresentasse per me ognuno dei romanzi. Ho iniziato il lavoro ambientandolo dietro casa mia e tutt’intorno sulle colline del Garda, mantenendo nella ricerca una visione poetica ininterrotta intorno al mistero della nostra vita. Non ho ignorato la tecnica di base: inquadratura, scena e sequenza. In questo lavoro ho usato pellicole alla gelatina d’argento partendo da 50 ASA 3200 ASA e ho stampato personalmente ai sali d’argento su carta baritata. La magia (della pellicola) individua un vissuto dei luoghi sino ad ora sfuggito, ma in questi luoghi va detto che non è sufficiente guardare ma vi è una necessità di vedere. Ho usato quattro modi di fotografare per questo lavoro: Primo piano: l’inquadratura propone la figura umana dalle spalle in su. Campo medio: è quell’inquadratura che propone per circa metà della sua estensione verticale una o più figure umane. Campo lungo: si ha quando la figura umana, considerata nel senso della sua altezza occupa nell’inquadratura una parte ridotta della sua dimensione verticale. Campo totale: si ha quando un determinato luogo scenico con le figure e gli oggetti che vi sono rappresentati è abbracciato nella sua totalità, alcuni studiosi riservano la definizione di campo totale esclusivamente a immagini di interni, quando l’inquadratura propone la totalità dell’ambiente rappresentato. E’ stato un lavoro totale, sia nella ricerca delle ambientazioni che dei costumi, e soprattutto di scelta degli interpreti, in un rapporto di accrescimento reciproco e di scoperta di un nuovo modo di fare fotografia”.
Renzo Bertasi 2015
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