Desenzano: Luca Doninelli. QUESTA E’ LA STORIA DI UNO DI NOI ANCHE LUI NATO PER CASO IN…

| 1 aprile 1993
Luca Doninelli

Chi sono, dove vanno, da dove vengono

Iniziamo così una indagine a puntate alla scoperta dei Desenzanesi affermati in professioni cosiddette “di grido”, che hanno fatto “il salto” e vivono nelle grandi città. Giornalismo ed editoria: quanti studenti sui banchi del Liceo Bagatta sognano di lavorare, “da grandi”, tra la carta stampata? Luca Doninelli e Gilberto Bazoli (per gli amici Gigio) ce l’hanno fatta: ambedue trentasettenni, scrittore ed “editore” per la Garzanti il primo, inviato per il settimanale “Gente” il secondo. La loro storia comincia proprio nelle aule del nostro liceo classico; sono compagni di classe, amici inseparabili ed insieme coltivano, grazie soprattutto -per loro stessa ammissione- all’egida culturale e carismatica dell’indimenticabile Prof. Giancarlo De Pero, la passione per la letteratura. Insieme frequentano, a Milano, la facoltà di Filosofia all’Università Cattolica; insieme vivono in un piccolo appartamento reso ancora più piccolo dal disordine imperante -confessa Luca- e dai chili di carta su cui stavano scritti decine e decine di racconti mai pubblicati.
E’ Luca tra i due a sentire il richiamo della letteratura: si improvvisa critico e nel ‘78 collabora al settimanale “Il Sabato”, inoltre conduce una rubrica di interesse letterario a Radio Super Milano, una delle prime emittenti libere della città. Nel ‘79 avviene l’incontro, fondamentale per la sua formazione, con Giovanni Testori; in quello stesso anno pubblica il racconto fantastico “La donna bianca”. Nell’80 insieme a Testori scrive e pubblica “Intorno ad una lettera a Santa Caterina” (Rizzoli). Nell’83 Luca intraprende la via del giornalismo e viene assunto alla redazione del quotidiano “L’Avvenire” dove resterà solo tre anni. Luca Doninelli non ama questo lavoro, preferisce l’approfondimento letterario, la riflessione, predilige la scrittura dell’analisi anzichè quella del ‘reportage’. Intensifica così la sua attività di scrittore e critico, conosce e frequenta Pietro Citati, arrivano i primi riconoscimenti: nel ’90 il suo libro “I due fratelli” vince il premio “Giuseppe Berto”. Il resto è storia di oggi:Luca è ormai noto e non solo ai desenzanesi, che lo apprezzano e lo seguono. L’estate scorta si è molto scritto e parlato del suo romanzo “La revoca” (Garzanti, ’92) grazie al quale concorre da finalista ai premi letterari “Campiello” e “Catullo”. Riguardo questo suo importante risultato Luca è un po’ scettico: “E’ un libro che non mi ha mai convinto, è strano, io amerei scrivere cose più semplici. Questo romanzo per me è come un figlio che si sarebbe voluto vedere ingegnere ma che fa il missionario in Uganda!”. -Cosa ti tiene culturalmente legato a Desenzano e quindi al passato (Luca ora vive a Milano dove si è sposato ed è diventato due volte papà) ?- “Mia madre vive ancora a Desenzano, io ci torno spesso: culturalmente resto legato a Tommaso Podavini (Galleria del Libro) e ovviamente al ricordo di De Pero”. -E per il futuro ?- “E’ di prossima uscita, da “Guanda”, un libro su Testori; inoltre in settembre verrà pubblicato un grosso volume che raccoglie i miei racconti”. …Mentre tutto questo succedeva a Luca, Gilberto Bazoli, suo compagno di strada e forse anche di sbornie, si innamora della cronaca. Come Luca, comincia lavorando a Radio Super Milano, ma anzichè recensire libri si occupa del notiziario. Diventa giornalista professionista nel 1981, e nell’84 viene assunto alla redazione del quotidiano “L’Ordine di Como”. Nell’85 è alla “Notte”, un quotidiano molto letto a Milano, che esce nel pomeriggio e privilegia le notizie di cronaca. E’ il suo lavoro: Gilberto ama il giornalismo “d’assalto”, sempre alla rincorsa dell’ultimo evento, vuole vivere sui fatti, è un vero giornalista. Nel ‘91 diventa capo servizio, e dal novembre del ‘92 lavora come inviato del settimanale d’attualità “Gente”. Alla domanda di rito, su cosa lo tenga ancora legato a Desenzano, risponde: “Psicologicamente
sono ancora molto legato al mio paese: torno spesso per la mia famiglia, i miei amici e la bellezza dei luoghi. Per quanto riguarda la mia formazione culturale resta indelebile il ricordo dei professori del Liceo, Marcolini e più di tutti De Pero…” “In futuro vorrei fare quello che faccio ora, l’inviato, ma per un quotidiano. Amo la frenesia che si respira in un quotidiano, il settimanale lascia pause di riflessione troppo lunghe per i miei gusti.” Ma…un attimo, non possiamo chiudere così: per essere giornalisti non è necessario vivere a Milano. Chi sono i nostri corrispondenti per i quotidiani locali e nazionali? Giornalista a tempo pieno è Tullio Ferro (Telegarda, “Il Giorno”, Teletutto, ecc…): la sua rubrica “Vedi il lago dal lago” ha offerto una radiografia completa dei nostri luoghi. Ed anche il desenzanese Maurizio Bernardelli Curuz, redattore e geniale editorialista del “Giornale di Brescia”. Con Encomiabile costanza e precisione seguono le cronache desenzanesi Mauro Carrozza (“Bresciaoggi”), Ennio Moruzzi (“Il Giornale di Brescia” e “Il Corriere della Sera”), Maurizio Toscano (“La Gazzetta di Mantova”) ed il nostro Direttore Responsabile, Giuseppe Rocca (“Il Giornale di Brescia”). Da Desenzano. Faranno il “salto metropolitano”?
Chissà se ce ne sia poi bisogno…

Elena Schiavo

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