Primo romanzo in italiano per Velise Bonfante: “Fiore d’Ortica”

| 2 dicembre 2015
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L’affermata poetessa dialettale assoggetta il corredo ingenuo dell’amore ad una dialettica immanente del rapporto sentimentale.

Il “Fiore d’Ortica” di Velise Bonfante, edizioni Serra Tarantola , assoggetta delicatamente alla lettura le nostre teste distratte ed assuefatte ai motivi di un essere noiosamente quotidiano, accendendo le ambizioni passionali della miriade irrazionale di infinite qualità e specie di cuori umani. Il corredo ingenuo dell’amore. Inserito nei battiti di trama ad ostacoli, che ritraduce la linea drammaturgica in romanzo appoggiato alla morbida eleganza di una forma che richiama lo stile epistolare. E dall’alto di capoverso, il titolare associativo di detti e contraddetti a cura delle riflessione forti di letterati, filosofi, maître à penser. Primo romanzo per la stimata e vincente poetessa, nonché drammaturga e appassionata promotrice di eventi letterari, partendo dalla sua Rivoltella. Lavoro che si caratterizza tra l’altro, pensando a Velise ed alla sua maestria nella scrittura nelle diverse diramazioni dei dialetti gardesani, con l’utilizzo della lingua italiana. “Il soggetto era nato in origine per una commedia dialettale – ricorda a questo proposito Velise Bonfante – i due personaggi avrebbero dovuto dialogare sul palcoscenico intervallati da flash di diapositive o piccoli sketch per illustrarne la trama. Poiché l’intreccio della storia mi piaceva e in dialetto non trovava la strada giusta, ho ripiegato sull’italiano. Ho poi pensato che una volta messo su carta avrei potuto modificarlo e trasformarlo in rappresentazione scenica vernacolare. Invece i protagonisti, a poco a poco hanno abbandonato la scena, prendendo vita propria per imboccare la loro strada. Scrivi e scrivi ne è uscito un romanzo”. E questo è l’incipit di ideazione e successiva scrittura. Il seguito arriva con l’idea di pubblicarlo “Il lavoro è rimasto a lungo su un ripiano di un mobiletto. Un giorno è stato tolto e messo casualmente su un tavolo. Mia figlia l’ha visto e mi ha chiesto di leggerlo, dopodiché mi ha stimolata a pubblicarlo. Così, sempre grazie ai miei figli, è stato inserito come e – book su Amazon per poi approdare al cartaceo”. Finale ambito e meritato quello di poterlo scorrere su carta questo “Fiore d’Ortica”. “Che è il titolo di una mia poesia riportata in copertina perché mi sembrava tematicamente appropriata – spiega ancora Velise Bonfante aggiungendo che – in molti credono che si tratti di una storia vera, ma non è così, si tratta solo di fantasia. Qualche spunto sulle disavventure in orfanatrofio di mio marito, che appare tra l’altro come baldo giovane sulla cover, ma niente di più”. La trama è il classico ed attraente tappeto di ricordi che invitano ad un lirismo temperato al linguaggio descrittivo del romanzo. Un uomo dal passato angosciato e ribelle vuole lasciare la sua donna. Anche se è l’unica che lui abbia amato. Perché? Ed allora avanti con le storie del passato che navigano a vista tra, amore, dolore e rimpianto. In mezzo le strutture presenti/assenti dell’irrazionalità del volersene andare pur in presenza di un bene condiviso. Mistero e fascino senza regola dell’attrazione sensibile ambivalente e complessa per definizione . Ed ancora di traverso quel che dicono gli altri. Quelli importanti del capoverso iniziale del capitolo. Condizioni mescolate di bene e male, che s’impegnano nell’accorgersi a turno di emettere e vivere dentro una molteplicità tanto interessante e passionale, quanto coerentemente ingiudicabile. E da osservare con intensità, leggendo con emozione questo corredo ingenuo d’amore.

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