Prendere il treno a Desenzano: “Mi chiedo: ma chi me lo fa fare?”

| 10 dicembre 2015
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Una lettrice lonatese ha scritto in redazione per denunciare il grave problema della carenza di parcheggi alla stazione ferroviaria di Desenzano.

Chi, come tanti, deve necessariamente arrivare in auto a Desenzano per recarsi in treno in città per studio o lavoro non trova un parcheggio di adeguata capienza nelle vicinanze. Laura Buffoli lavora a Verona, e ha scelto di utilizzare i mezzi pubblici per spostarsi, poiché oltre ad un diritto ritiene che si tratti di “un dovere civico” limitare traffico e inquinamento. Laura impiega circa 90 minuti tutti i giorni per andare al lavoro: arriva con l’auto da Lonato a Desenzano, a Verona in treno, e in bicicletta fino a Borgo Trento. Tuttavia, ci scrive Laura: “nei pressi della stazione di Desenzano i parcheggi sono altamente insufficienti; si è scelto di mettere nelle zone limitrofe della stazione parcheggi con sosta massima di 1 ora e nel parcheggio sul retro della stazione si è riservato il posto a due autobus per turisti”. Il problema esiste anche per chi non deve parcheggiare, ma solamente accompagnare qualcuno, che non ha un posto dove poter far scendere il figlio, il parente, o l’amico, poiché non esiste una piazzola di sosta: la rotatoria che occupa l’intero piazzale della stazione, che sembrerebbe progettato appositamente a questo scopo, è invece riservato ai taxi e sempre vigilato per impedire anche la minima fermata di solo carico/scarico. Esistono inoltre solo sei parcheggi a sosta 60 minuti, che ovviamente si trovano quasi sempre occupati. Molti sono i disagi per i pendolari, ma la questione del parcheggio non è da sottovalutare: Laura, come moltissimi altri cittadini, rischia ogni giorno di non trovare un posto, o trovarlo lontanissimo, perdere il treno per questo motivo, o arrabattarsi a parcheggiare in qualche modo, rischiando di prendere una multa. A questo proposito Laura fa un appello alla Polizia Municipale chiedendo di controllare la stazione alle 7 e alle 20, quando la stazione pullula di “persone non proprio raccomandabili” che dormono sulle panchine, rendendo la zona poco sicura, piuttosto che passare a metà mattina a multare i mezzi dei pendolari. Aggiunge dunque: “Provate a venire a vedere perché la gente è costretta a parcheggiare così, a capire quali sono i disagi di chi cerca di utilizzare il treno invece di limitarvi alle contravvenzioni.” Questa lettera è sintomatica dei problemi legati alla quotidianità del vivere in provincia ma anche della necessità di garantire servizi minimi a chi, lavoratori, studenti, turisti, scelga di usare i mezzi pubblici, e chieda un minimo supporto logistico a chi si vanta di essere la Capitale del Garda.

Silvia Fusi

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