ODISSEA A RIVOLTELLA – ottobre 2012 di Elena Magalini

| 23 ottobre 2012
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Una signora di Rivoltella, giunta ad una certa età, saggiamente decide di sbarazzarsi dell’automobile, non sentendosi più sicura e confidando nel corposo via-vai di autobus e corriere che attraversano la frazione. Mi partecipa questa idea e io la condivido pienamente. Anzi, essendo momentaneamente sua ospite e dovendomi recare spesso a Peschiera, decido di provare io stessa il mezzo pubblico: sono esaltata all’idea di ricompiere un’azione che non faccio più dai tempi del liceo: salire su una corriera! Risparmierò gasolio e soprattutto contribuirò ad inquinare meno l’ambiente. A piedi, vado a studiare l’orario delle fermate in Viale Agello, davanti alla farmacia. Ottimo. Una corriera ogni ora. Entro in tabaccheria e chiedo i biglietti per la corriera. Risposta : “ Noi non li teniamo”.  “Dove li trovo allora?”. Doccia fredda: “Qui a Rivoltella non li tiene più nessuno, che io sappia”. E io: “Ma come? Ci sono ben due linee! Il locale e quella tra Brescia e Verona!”. Vado dal giornalaio: “No, io non li tengo. Quelli delle corriere mi hanno supplicato affinché li vendessi, ma io, per il 2%, non lo faccio”. “E io allora come faccio?”.  “Provi al bar dei cinesi, davanti alla fontana”. E così vado al bar. E poi in un’altra tabaccheria, da altri giornalai, in posta e in altri esercizi commerciali, tipo panifici e alimentari…Tutto rigorosamente a piedi, perché nel frattempo una semplice azione si è trasformata in una missione, in una questione di principio… Ma nessuno, sottolineo nessuno, nel paesino di Rivoltella ha da vendere i biglietti della corriera. Mi dicono : “Vada alla Stazione dei treni di Desenzano; lì, dovrebbero esserci”. Sono più di 2 chilometri, ma mi accingo a percorrerli, ovviamente a piedi (sì, per principio, ma anche perché non troverei comunque parcheggio, per quei 10 minuti che mi servirebbero per  acquistare i biglietti). Nell’ultimo negozio in cui tento, una signora anziana del luogo, ergo non automunita, ergo utente dei mezzi pubblici, mi fornisce le prime risposte concrete : “ per il locale, lo fa direttamente sul mezzo e costa 1€ [N.d.A.: non ho verificato]; per i mezzi di linea…provi in quel posto nuovo che fa i panini ed è anche rosticceria…Comunque, è un disservizio”. Riflettendo sulla parola “disservizio” che finora non mi era venuta in mente, cammino fino a codesto locale, entro, chiedo e finalmente trovo i biglietti della corriera per andare a Peschiera! In un fast-food! (che dunque si merita questa mia riga di pubblicità: Stuzzicomania Fast-Food – Rivoltella del Garda – via Parrocchiale 44 ). Suggerisco al gestore di segnalare questo servizio anche all’esterno e finalmente acquisto 2 biglietti per Peschiera, € 3,80. Faccio un rapido confronto con quello che spendo di gasolio: se considero quest’unico fattore, il costo è pari; se invece aggiungo anche l’usura della vettura da un lato e dall’altro ipotizzo una qualche forma di abbonamento, dovrei risparmiare (a patto che ogni volta che acquisto i biglietti io non debba girare a vuoto una giornata e perdere ulteriore tempo a scrivere lamentele…). Concludendo: alla luce dei fatti e della parola “disservizio” il mio stupore si è trasformato in indignazione; non so attribuire colpe, ma è evidente che qualcosa “grippa”; la zona è servita, i mezzi ci sono, occorrerebbe sostituire questo ingranaggio che funziona male, danneggiando il sistema; altrimenti…per il bene della signora che ha rinunciato all’auto (e degli anziani non automuniti e di chi vuole aiutare l’ambiente) non ci resta che sperare in una lunga vita per quel fast-food unico dispensatore di biglietti di linea…

Elena Magalini

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