Nuovo Presidente della Comunità del Garda: INTERVISTA A GIORGIO PASSIONELLI

| 13 aprile 2012
UHOHOI

“Dobbiamo impegnarci affinché il Lago di Garda sia percepito come una regione a sé stante e una meta turistica nel suo complesso, senza divisioni o particolarismi. Una macroarea che comprenda tutta l’offerta, dal divertimento allo sport e alla cultura. Il turista già percepisce il Lago di Garda come un unicum, come una meta che lo avvicina a Venezia, a Milano o alle Dolomiti. Quello che manca è lo sforzo nel proporre progetti orientati in questo senso”. Turismo, dunque, ma anche ambiente, navigazione, la necessità di un tavolo comune su cui far confrontare tutte le categorie interessate. Con questi argomenti il neopresidente della Comunità del Garda Giorgio Passionelli, sindaco di Torri del Benaco, mette subito in evidenza qual è il tipo di lavoro che ha in mente di svolgere nell’esercizio del suo ruolo. Lei eredita un passato della Comunità del Garda fortemente connotato dai presidenti che l’hanno preceduta. Come valuta questo passato e che impronta pensa di lasciare durante il suo mandato? Io considero come una ricchezza per  la Comunità del Garda il fatto che ogni presidente abbia caratterizzato in maniera forte la propria gestione. Per quanto mi riguarda, sono una persona molto pratica, non mi piace affrontare dei problemi senza risolverli. Penso alla tassa di soggiorno, ma anche ai livelli del lago e a tutte le altre questioni che per quanto mi riguarda sono della massima importanza. Per quanto riguarda i livelli del lago qual è la situazione attuale? Già quest’anno siamo sotto di 40-50 cm rispetto alla media del periodo. Bisognerà quindi pensare a delle soluzioni adatte a mantenere il lago a un livello adeguato a tutte le necessità: balneazione, approvvigionamento idrico per l’acqua potabile, la navigazione e l’agricoltura. Non è semplice, perché spesso questi elementi non si conciliano. Una questione piuttosto trascurata finora, ma di importanza rilevante, è quella del collettore Sull’argomento riqualificazione del collettore mi aspetto collaborazione fra la Comunità del Garda, Federalberghi e i Comuni della Riviera. È una partita difficile, che però, se ben giocata, ci  darà un grosso ritorno di immagine e, soprattutto, ci metterà al riparo dai problemi che, se non interveniamo subito, ci si proporranno sicuramente più avanti. Negli anni ’70 il collettore è stato pensato e previsto con le sublacuali, che sono diventate poi un grosso problema perché difficili da monitorare. Bisogna quindi ripensare la questione e prevedere due depuratori distinti, uno nel bresciano e uno nel veronese. Queste due stazioni di depurazione dovranno poi essere in grado di sostenere il milione di persone che giornalmente abbiamo sul lago. Quello che c’è adesso ne può sostenere appena 300.000. Questa è la vera battaglia che tutti dovremmo affrontare, collaborando senza distinzioni. Le questioni sul tavolo quindi sono le acque, il collettore, l’ambiente. E poi? E poi, guardando molto in là, bisognerebbe ripensare alla mobilità, che sul Garda è forse una delle peggiori che abbiamo nel nord Italia. Ci si muove solo con l’automobile e la navigazione ha grossi limiti, anche economici. Dev’essere prioritario quindi trovare formule diverse. Ci sono laghi nel resto d’Europa dotati di piccoli battelli elettrici che compiono percorsi più brevi, con più tappe, e che circolano anche di notte. E poi parcheggi di scambio con auto elettriche, piattaforme di informazioni digitali d’area, per tutto il Garda, non solo di un Comune o di una Provincia. Sono esperimenti già provati e riusciti, forse basterebbe andare a vedere cosa fanno gli altri e copiare. I progetti ci sono, le idee chiare anche, bisogna capire se il presidente Passionelli avrà il margine di manovra e il sostegno necessari a realizzarli.

Paola Russo

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