Musica classica ALL’IMPROVVISO

| 1 marzo 2005

ALL’IMPROVVISO. 
Ciaccone, Bergamasche e un po’ di follie. Cd Alpha 512. distr.Jupiter, Crusinallo (Vb).

La francese Alpha è una delle più intraprendenti ed interessanti case discografiche presenti sul mercato mondiale. Homo fugit velut umbra, cd del 2002 interamente dedicato a Stefano Landi, è stato una scoperta abbagliante, mozzafiato: dischetto assolutamente indispensabile per capire lo splendore solare del Barocco, per intuire perché il “recitar cantando” faceva piangere, commuovere, gioire, disperare (mentre oggi, nei casi fortunati, fa addormentare). Il gruppo di Christina Pluhar, “L’Arpeggiata”, vive e respira all’unisono, si muove in totale comunione d’intenti, come il matrimonio d’una volta: un corpo e un’anima sola. Il cantante Marco Beasley pronuncia le parole una ad una, capisci quello che canta, lo sta dicendo proprio a te; non importa che non sia filologico, che non canti in maschera, che sia pelato come un pallone della Nike, che si muova come un puparo siciliano. Importa che si doni completamente alla composizione e agli ascoltatori che ha di fronte, come solo i grandi sanno fare. Sciocchi critici: gli hanno detto che somiglia a Branduardi, pensando di offenderlo; invece gli hanno fatto un complimento, senza rendersene conto. In All’improvviso compare anche uno strepitoso Gianluigi Trovesi ai clarinetti e il canto sciamanico di Lucilla Galeazzi. Da tempo non mi capitava di riascoltare un disco due o tre volte di seguito, forse non lo facevo dai tempi dei Police, dei Pink Floyd (senza offesa per Sant-Saens, Reger, Luigi Nono).

Di: Enrico Raggi

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