MOULIN ROUGE di Baz LUHRMANN
MOULIN ROUGE di Baz LUHRMANN
Christian, un giovane scrittore bohemien ( Ewan Mc Gregor ), Satine, (Nicole Kidman), bella ballerina del Moulin Rouge e sua innamorata, Toulouse-Lautrec, amico di Christian e un nuovo spettacolo finanziato dal Duca, altro innamorato di Satine, la tisi, che ucciderà la splendida eroina. Ecco gli ingredienti del film, che è una storia d’amore piuttosto convenzionale e soprattutto un musical, ovviamente ricco di love songs.
La pellicola, ambientata in una Parigi tardo-ottocentesca, ne rispecchia in parte gli ambienti, i colori, i costumi…Parrebbe di assistere a una ricostruzione storica fino a quando non si dà inizio alle danze del Moulin Rouge. I primi shows, dove ammiriamo Satine in tutto il suo splendore, ci stupiscono e ci turbano per l’incredibile sfavillio di forme e colori da cui siamo bombardati. Ciò che più ci meraviglia è la presenza di canzoni dei nostri giorni decisamente fuori luogo in quest’ambientazione ottocentesca: da “Diamonds are a girl’s best friends”, agli U2, “Smells like teen spirit” dei Nirvana e “Voulez-vous coucher avec moi?” in versione cover che molto si ispira al film e fa furore nei locali proprio in questo periodo. La pellicola ci appare come una grande giostra postmoderna, dove passato e presente si confondono per farci rimanere a bocca aperta. I balli fantasmagorici ricordano “Romeo and Juliet” con Leonardo Di Caprio, ma quel film si svolge chiaramente nell’epoca attuale, mentre in “Moulin Rouge” l’incongruenza storica è lampante. La componente ludica e spettacolare è sicuramente un elemento fondante del genere musical, ma qui diventa abbagliante e quasi eccessiva. Nicole Kidman, seppur sempre bellissima, perde forse parte del suo fascino quando ballicchia durante le prove dello spettacolo. Il contrasto con la bellezza aristocratica e raffinata che possedeva in “Eyes wide shut” di Kubrick è evidentissimo. Che sia volutamente ricercato? E’ solo all’arrivo del tengo di “Roxane” che ci si emoziona per la sorte infelice dei protagonisti. Un lento montaggio alternato infatti ci spiega i sentimenti di dolore e gelosia provati da Christian, mentre Satine è costretta a cenare nella torre gotica col Duca. Da questo momento la storia d’amore dei due sembra più efficace e patetica .In fondo però tutto resta molto in superficie. Ad esempio i Bohemiens credono nella bellezza, arte, verità e amore, ma queste parole restano solo un motto che il film non tenta di sviluppare e riempire di un chiaro contenuto. Una pellicola adatta al grande pubblico, che divertirà i romantici e i meno romantici , ma forse lascerà un pò insoddisfatti gli spettatori più attenti ed esperti, che sorrideranno condiscendenti al Taj-Mahal psichedelico o all’elefante-pagoda della scenografia.
Di: Vera Agosti
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