Mondovì / Cuneo – MANET E “PROGETTO MONDRIAN”

| 15 dicembre 2017
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La “Provincia” piemontese fonte di cultura

“Abbiamo voluto concludere gli eventi culturali programmati per i 25 anni della Fondazione CRC (Cassa di Risparmio di Cuneo) con un progetto artistico di importanza assoluta, portando in provincia di Cuneo un’opera di uno dei più grandi esponenti mondiali dell’Impressionismo – commenta Giandomenico Genta, Presidente della Fondazione CRC – . L’esposizione di un dipinto di Manet a Mondovì, inoltre, ben si inserisce nel filone delle collaborazioni che la Fondazione CRC quest’anno ha avviato con enti e soggetti di alto profilo nell’ambito della promozione culturale, com’è successo con la GAM di Torino per la mostra sulla Pop Art italiana, con la Reggia di Venaria per la scultura ‘Light Signs’ di Patrizia Guerresi, con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea per la mostra su Enzo Cucchi e, infine, con la GAM di Milano e il Centro Conservazione e Restauro per il caso Manet. Eventi culturali a cui si aggiunge l’inedita mostra Piet Mondrian Universale.”

Il Museo della Ceramica di Mondovì, collocato nel settecentesco Palazzo Fauzone di Germagnano, ospita l’allestimento permanente delle collezioni ceramiche distribuite nelle 17 sale dei piani nobili del Palazzo. Le sale espositive, ricche di affreschi, stucchi, tappezzerie, specchiere, camini, sapientemente restaurati, si affacciano con una vista superba su Piazza Maggiore, sulle Alpi Marittime e sulle colline delle Langhe. Sono esposti oltre seicento pezzi ceramici distribuiti su quasi 600 metri quadrati; duemila pezzi sono poi custoditi nei depositi visitabili, destinati a studiosi, collezionisti, cultori della materia. Le ceramiche provengono dalle collezioni di Marco Levi     (1910-2001), ultimo proprietario e direttore della fabbrica “Vedova Besio e figlio”, e di Carlo Baggioli. Quella di Baggioli – la più ricca collezione di ceramiche del distretto monregalese – era stata acquistata negli anni Novanta del secolo scorso da Marco Levi, che l’aveva poi donata insieme alla propria alla Fondazione Museo della Ceramica “Vecchia Mondovì”. Sin da allora Marco Levi aveva coltivato il sogno di preservare e trasmettere la memoria storica di una plurisecolare esperienza artistica e industriale e di farla rivivere in una prestigiosa sede museale. Proprio questa Istituzione ospita ancora per qualche giorno in un’apposita sala l’esposizione monografica dal titolo “Il caso Manet. Indagini sul Signor Arnaud a cavallo della GAM di Milano”, iniziativa che rappresenta un’anteprima mondiale assoluta, e porta in provincia di Cuneo il grande dipinto del noto pittore impressionista francese Edouard Manet (1832-1883). La mostra presenta il progetto di studio attualmente in corso sull’opera, di proprietà della Galleria d’Arte Moderna di Milano, per provare a spiegare quando e come, dopo la morte di Manet, il dipinto sia stato modificato. Il progetto di studio, diretto da Paola Zatti (Conservatore Responsabile, GAM, Milano) e da Barbara Ferriani (Restauratrice, Milano), si svolge con il supporto della Fondazione CRC e della Fondazione Magnetto, presso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, dove è stata avviata un’estesa campagna diagnostica condotta dai laboratori scientifici e di imaging, con il supporto dei laboratori di restauro e dell’area storico artistica che permette una nuova chiave di lettura dell’opera dell’artista. Il percorso espositivo accompagna il visitatore con una serie di pannelli esplicativi che raccontano la storia dell’opera e le diverse fasi della ricerca, iniziando da un’introduzione storica con alcune testimonianze fotografiche di fine ‘800 grazie alle quali si è appurato che alcune opere, al momento della morte dell’artista, erano incompiute e furono completate successivamente: tra queste, oltre a “Il Signor Arnaud a cavallo”, “Femme en robe de soirée”, di proprietà del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, su cui è in corso un analogo intervento di indagine scientifica. Il percorso prosegue con il racconto delle diverse analisi condotte, per permettere al pubblico di seguire passo dopo passo il lavoro di ricerca documentaria e indagine diagnostica, sino ad arrivare all’esposizione dell’opera.

Museo della Ceramica – Piazza Maggiore 1, Mondovì (Cuneo); fino al 17 Dicembre 2017; orari: 15-18; sabato e domenica 10-18; ingresso libero; Tel. 0174 40389; www.museoceramicamondovi.it

Ci spostiamo nella vicina Cuneo dove troviamo “Piet Mondrian Universale – Immersive interactive experience”, progetto espositivo con regia e direzione artistica di Alessandro Marrazzo e la consulenza scientifica di Ilaria Porotto e Andrea Lerda che si focalizza sulla poetica dell’artista olandese  Piet Mondrian (1872-1944) attraverso tutta la sua ricerca creativa che consente al pubblico di interagire con lo spazio espositivo grazie a un percorso multimediale interattivo, creando una narrazione continua in cui il visitatore è protagonista.   L’esposizione segna l’inaugurazione del nuovo Spazio Innov@zione, un’area espositiva multimediale dotata di tecnologie di avanguardia situata al piano terra dello stabile della Fondazione CRC, che ha trasformato gli storici locali nella prima galleria virtuale, immersiva e interattiva al mondo, capace di ospitare mostre ed esposizioni di arte e non solo. Un nuovo concept espositivo, un modo totalmente innovativo di proporre la fruizione dell’arte, attraverso un allestimento multimediale capace di immergere il visitatore in un’esperienza di straordinario impatto visivo ed emotivo, attraverso vari “momenti”. Il primo è un viaggio nel tempo: grazie ad una meticolosa ricostruzione 3D a misura reale, attraversando la soglia della prima sala, si “entra” fisicamente nello studio di Mondrian. Una realtà virtuale attraverso la quale lo spettatore viene proiettato nei primi anni del secolo scorso. Attraverso l’uso di videoproiezioni ad alta deIinizione, a 360° ed interattive, l’esperienza immersiva è totale. Essere con l’artista, tra i suoi oggetti, muoversi nei suoi spazi e vedere con i suoi occhi, vivere per qualche minuto la sua vita e i suoi pensieri per capire come nasce la sua geniale visione artistica.                Quindi un secondo “tour”, questa volta attraverso i luoghi che hanno segnato la vita e la carriera di Mondrian: da Amsterdam a Parigi,   da Londra a New York, ogni luogo rappresenta una distinta fase nello sviluppo della sua arte, dalla pittura realista di fine Ottocento, alle sperimentazioni post-impressioniste dei primi anni del XX secolo, dal suo coinvolgimento nel movimento “De Stijl” e le sue famose pitture a griglia Iino ad arrivare al dinamismo del suo lavoro tardivo negli Stati Uniti, ispirato dai ritmi del jazz e dalla vita frenetica della metropoli. Il viaggio successivo, profondo e immateriale, è un viaggio nell’ispirazione. Appassionato ballerino e cultore della nuova musica che in quegli anni stava esplodendo, Mondrian vedeva nel jazz l’inizio di un processo di rottura della musica con il passato, l’abbandono del bello, della narrazione e dell’emozione, per un’evoluzione verso il ritmo puro, quindi, come nella sua pittura, verso una composizione totalmente astratta. I colori primari, le rette perpendicolari come note musicali. Come per le note musicali, così nella pittura si possono ottenere innumerevoli possibilità cambiando la dimensione o la collocazione spaziale dei rettangoli dai colori primari, tasselli compositivi elementari e sintetici per armonie dalle infinite combinazioni, capaci di rappresentare qualunque cosa: la vita, il tutto, l’Universale.  “…chi rimarrà in sala potrà ammirare le pitture neoplastiche appese alle pareti o ancor meglio, se i mezzi tecnici lo permetteranno, proiettate.” (1924, Piet Mondrian)

Spazio Innov@zione – Via Roma 17, Cuneo; fino al 1° Aprile 2017 (domenica di Pasqua);  Orari: martedì, giovedì 9-13; venerdì 9-13 e 17-20; sabato e domenica 9-13 e 15-19; ingresso libero;   Sito Internet di riferimento: www.spazioinnovazione.com

Fabio Giuliani

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