Milano – XXI TRIENNALE

| 25 luglio 2016
Triennale Milano XXI - 2

Dialogo fra arti applicate e industria

Il 2 Aprile scorso ha preso il via la XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano dal titolo “21st Century. Design After Design” (“XXI Secolo. Il Design dopo il Design”), che avrà luogo fino al prossimo 12 Settembre. Dopo vent’anni torna la grande esposizione internazionale della Triennale di Milano, grazie al sostegno del BIE (Bureau International des Expositions, lo stesso Ente che assegna le varie Esposizioni Universali), del Governo Italiano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e Camera di Commercio di Monza e Brianza. Per questo particolare evento è stato ideato un programma di mostre, eventi, festival e convegni diffusi in tutta la città, fra 12 sedi: Palazzo della Triennale, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Palazzo della Permanente, Pirelli Hangar Bicocca, Politecnico di Milano (Campus Leonardo e Bovisa), IULM (Università di Lingue e Letterature Straniere), MUDEC-Museo delle Culture, BASE (entrambe negli spazi delle ex ANSALDO), Area EXPO, Villa Reale di Monza. Quest’ultima, citata ora, non perché sia la meno importante, ma, anzi, in quanto da là è partito tutto: infatti, all’ultimo piano del complesso costruito tra il 1777 e il 1780 per volontà dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, si tennero le prime edizioni della “Esposizione Internazionale delle Arti Decorative”. Il “Triennale Design Museum” (spazio diretto da Silvana Annichiarico), proprio in Villa Reale presenta l’esposizione “Il design prima del design. Guido Marangoni e le Biennali di Monza 1923-1927”, a cura di Renato Besana e con progetto di allestimento di Lorenzo Damiani. Viene qui ricostruita l’appassionante storia – e l’atmosfera – delle Biennali monzesi grazie a un approfondimento sulla figura di Guido Marangoni (1872-1941), deputato dal 1909 al 1921, conservatore del Castello Sforzesco, giornalista, fondatore e direttore de “La Casa bella” e, soprattutto, ideatore, propugnatore ed animatore delle Mostre internazionali di arti decorative; le prime tre edizioni, dal 1923 al 1927, che qui si svolsero ogni due anni, costituirono la premessa delle future “Triennali”, che dal 1933 avrebbero trasferito la propria sede a Milano, nel Palazzo dell’Arte. Possiamo vedere testi, fotografie d’epoca, documenti, opere di Marangoni ed una selezione di lavori di Maestri, da Ponti a Depero a Mazzucotelli, per citarne soltanto alcuni. Tornando a Milano, e riassumendo: 20 mostre di cui 11 curate dal comitato scientifico della XX1T, e 9 in collaborazione con altri soggetti (Musei, Enti, istituzioni, aziende), citiamo qui le principali: “La logica dell’approssimazione, nell’arte e nella vita”, a cura di Aldo Colonetti, Gillo Dorfles in collaborazione con la Permanente. “Brilliant! I futuri del gioiello contemporaneo”, a cura di Alba Cappellieri in collaborazione con ICE. “STANZE. Altre filosofie dell’abitare”, a cura di Beppe Finessi in collaborazione con Il Salone del Mobile di Milano. “Studiare il futuro già accaduto”. Un progetto esplorativo su Uomo, Ambiente e Cultura, in collaborazione con Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci. “Design Behind Design”, a cura di Natale Benazzi, Carlo Capponi, Laura Lazzaroni, Marco Romanelli, Andrea Sarto, in collaborazione con Museo Diocesano. “Road to R(e)volution. Prospettive di futuro”. La poetica del domani fra car design e mobilità in collaborazione con il periodico “Quattroruote”. “Game/Video Art. A Survey”, a cura di Matteo Bittanti e Vincenzo Trione in collaborazione con IULM. “Campus & Controcampus. Architetture per studiare e ricercare”, a cura di Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni in collaborazione con Politecnico di Milano. Secondo l’intento dei suoi ideatori “21st Century. Design after Design” non vuole dare visioni sul futuro ma cerca di decodificare il nuovo millennio e di individuare i cambiamenti che coinvolgono l’idea stessa di progettualità. La preposizione “after” può essere intesa come “dopo”, in riferimento a una progettualità in quanto fatto posteriore o susseguente al Novecento, oppure come “nonostante” in riferimento a una progettualità che si fa largo, in via antagonista, a dispetto del persistere di condizioni ascrivibili al secolo precedente, tocca questioni chiave come la nuova “drammaturgia” del progetto, che consiste soprattutto nella sua capacità di confrontarsi con i temi antropologici che la modernità classica ha escluso dalle sue competenze (la morte, il sacro, l’eros, il destino, le tradizioni, la storia); la questione del genere nella progettazione; l’impatto della globalizzazione sul design; le trasformazioni conseguenti la crisi del 2008 e l’arrivo del XXI secolo; la relazione tra città e design; i rapporti tra design e accessibilità delle nuove tecnologie dell’informazione; i rapporti tra design ed artigianato. Una breve storia di questa eccellente Istituzione di portata internazionale. Antonio Bernocchi, umile artigiano nato nella località brianzola di Castellanza nel 1859, poi divenuto industriale, destinò con testamento al Comune di Milano i fondi per la costruzione di una sede destinata alla cultura. La costruzione del palazzo fu affidata al geniale architetto Giovanni Muzio ed inaugurato nel 1933 con il nome di “Palazzo dell’Arte” che subito divenne luogo privilegiato per il rapporto fra arti applicate e produzione, pista di lancio per l’innovazione fra il Design, l’architettura e l’urbanistica. La prima esposizione mondiale fu appunto il trasferimento della Biennale monzese. Per le “Triennali” hanno lavorato artisti famosi come Lucio Fontana, Angelo Del Bon, Gianni Dova.

Palazzo della Triennale e sedi varie – Per informazioni generali, biglietti, logistica: Tel. 02 724341; www.triennale.org

Fabio Giuliani
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