Milano: TINO STEFANONI – “L’enigma dell’ovvio” – La bellezza nelle cose di tutti i giorni

| 18 dicembre 2013

 

Una suggestiva mostra attualmente in corso alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese ci presenta Tino Stefanoni, uno tra i protagonisti più interessanti dell’arte italiana degli ultimi cinquant’anni. Questa esposizione, curata da Valerio Dehò, presenta oltre cento opere dal 1965 ad oggi per documentare il percorso creativo di un artista che è riuscito a combinare gli echi della Pop Art internazionale con la razionalità della Metafisica di Carlo Carrà creando delle vere e proprie icone contemporanee. Il percorso espositivo è organizzato secondo un ordine cronologico; seguiamo, in proposito, il vademecum del curatore estrapolando il concetto fondamentale di ogni sezione.

1965/68  RIFLESSI –  Esordisce creando piccole superfici convesse per dipingere paesaggi in miniatura; pittore realista e concettuale insieme.

1969/75  LE TAVOLE – Ai tondi sostituisce le immagini timbrate, sagomate ed applicate sulla tela. Gli oggetti sono pressentati nella loro assoluta ovvietà.

1969/70  SEGNALETICA – I cartelli stradali non contengono solo immagini, ma obblighi, divieti, indicazioni da rispettare per cui gli oggetti “ovvi” inseriti inducono a comportamenti e strategie di azione.

1971  PIASTRE , GUIDA PER LA RICERCA DELLE COSE – Sette soggetti in ferro realizzati manualmente e ripetuti dieci volte, semplicità replicata con una regola.

1975/76  MEMORIE – La replicabilità e la riduzione degli oggetti quotidiani a disegno è attuata attraverso la carta carbone.

1976/83  ELENCO DI COSE – Un libro-diario dove le immagini sostituiscono le parole.

1983/84  APPARIZIONI – Le immagini sono colte come attraverso un cielo nebbioso. Epifanie di cose normali svelate poeticamente dall’arte.                                                                                                                                                                                                  Dal 1984  SENZA TITOLO – Silenziosi paesaggi in cui il blu e il verde scandiscono la terra e il cielo che lo hanno reso celebre ovunque, con citazioni da Carrà (“marine versiliesi”) e da Beato Angelico. A questa serie appartengono i bronzi, sculture-paesaggio in miniatura.

Dal 2012  SINOPIE – Nascono dall’esigenza di dar forma ad un’idea dell’arte in cui il gesto ed il pensiero coincidono       (Le “sinopie” sono da sempre le traccie delle immagini abbozzate sottostanti agli affreschi, che il colore poi copre).

L’ artista rende queste linee protagoniste delimitando i contorni degli oggetti e dei paesaggi senza chiuderle.  Secondo il curatore “Tino Stefanoni non adopera dei simboli, non vuole far aprire le porte all’ignoto o dell’inconoscibile. La sua apparente freddezza racchiude una passione per tutto ciò che di semplice l’uomo sia riuscito a creare, la sua arte ha pochi coinvolgimenti emotivi in questa fase proprio per l’essenzialità della disciplina platonico-cartesiana ma presuppone la complicità dello spettatore, la sua capacità di farsi sorprendere dall’ovvietà come strada per rileggere l’intera realtà. Il lavoro di Stefanoni è cristallo di rocca da scaldare con lo sguardo”.  A nostro avviso l’artista riesce a darci il primo valore assoluto della realtà, il più grande!

Alcune note biografiche.

Tino Stefanoni, nato a Lecco nel 1937, ha studiato al Liceo Artistico Beato Angelico e alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano. La sua vera e propria attività artistica inizia nel 1967 con il conseguimento del 1° premio San Fedele di Milano e nel 1968 con la prima personale alla storica galleria Apollinaire di Milano con un saggio di Pierre Restany. Dal 1967 a oggi molte sono le esposizioni in Italia e all’estero. Tra le tante ricordiamo: Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1977, Museo I C C di Anversa nel 1981, Museo di San Marino e Villa Manzoni di Lecco nel 1994, Istituto Italiano di Cultura di Parigi nel 1996 e di Chicago nel 1997, Palazzo Forti di Verona nel 2002, Trevi Flash Art Museum nel 2003 e Palazzo Pubblico Magazzini del sale di Siena nel 2006, unito alla creazione del Drappellone del Palio del 16 Agosto 2006. Nel 1970 e nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Venezia.                     “Solo un poeta autentico riesce a raggiungere – con un tratto minimalista e una tavolozza altrettanto essenziale – un’intensità visiva così liricamente pregnante. Ho incontrato Tino più di 40 anni fa, queste due qualità prevalgono tutt’ora nel suo lavoro. Egli ha fatto suo il consiglio che Majakowskij dava, ai giovani poeti, “Si rammenti sempre che il regime di economia in arte è la norma principale e perenne di ogni produzione di valori

Galleria Gruppo Credito Valtellinese –  Corso Magenta 59, Milano     Fino al 11 Gennaio 2014; orari: da lunedì a venerdì 13-19-30; sabato 9-12; ingresso libero      Per maggiori informazioni: www.creval.it ; Tel. + 39 02 48008015

In concomitanza con questa è possibile visitare fino al 22 Dicembre 2013 nella galleria Luca Tommasi Arte Contemporanea la seconda mostra di questo nuovo spazio espositivo in Via Tadino 15 dal titolo “IPOTESI DI PAESAGGIO”, a cura di Alberto Fiz, con catalogo di Silvana Editoriale, certamente più contenuta di quella in Corso Magenta ma anch’essa carica di significati e suggestioni.                                                                                                                             Orari mostra: da martedì a sabato 12-19, ingresso libero; Tel. +39 335 242433

StefanoniFabio Giuliani

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