Milano: Studio Marconi – GIUSEPPE UNCINI

| 8 aprile 2015
Uncini-Jori

In principio era il disegno. Disegni 1959-1977  ; MARCELLO JORI – Le Grand Jour à l’Ile de la Grande Jatte

Nello storico spazio espositivo fondato da Giorgio Marconi di recente ulteriormente ampliato – possiamo vedere in contemporanea due mostre personali dedicate a Giuseppe Uncini e Marcello Jori. Uncini, nato a Fabriano nel 1929, si trasferisce a Roma dal 1953 dove entra in contatto con alcuni esponenti dell’arte italiana e internazionale, tra cui Burri, Capogrossi, Afro, Mirko, Cagli. L’intera sua produzione è caratterizzata dall’utilizzo di materiali non convenzionali, quali ferro e cemento armato per la realizzazione di opere di grandi dimensioni, si afferma come uno dei maggiori protagonisti dell’arte italiana, e sviluppa nel tempo numerosi cicli di opere. Il suo percorso artistico è lo sviluppo di un’assidua necessità del “costruire” l’opera, emblema niente altro di se stessa e dei suoi stessi principi generativi. In quest’ottica il disegno svolge, sin dagli inizi dell’attività di Uncini, un ruolo di primaria importanza, rivestendo sempre una funzione centrale per la progettualità del suo lavoro. E le stesse modalità esecutive del disegno inducono a considerazioni pertinenti tanto l’ambito di pittura e scultura, quanto quello dell’architettura. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Uncini, presenta tre nuclei di disegni che corrispondono ad altrettanti periodi della produzione artistica di Uncini. Il primo (1959-1964) comprende elaborati – tracciati a matita o a inchiostro, penna sfera o acquerello – riferibili per lo più alla creazione dei “Cementarmati”; il secondo considera l’arco temporale compreso tra il 1965 e il 1970, ed evidenzia la nuova preoccupazione dell’artista riguardante la progettazione fisica del rapporto luce-ombra; il terzo ed ultimo raggruppamento invece documenta l’interessante esperienza dei “Terracementi” e delle “Colline artificiali” (1971-1977) che ispireranno molti anni dopo i suoi ultimi lavori intitolati “Artifici” (2007). Completano il percorso espositivo alcune opere in ferro e cemento, tra cui l’importante lavoro del 1968, “Sedia con ombra”, in cui è evidente la volontà di Uncini di uscire dalla superficie del quadro per invadere fisicamente lo spazio. Per l’occasione la Fondazione Marconi ha prodotto un catalogo, a cura di Bruno Corà, edito da Cambi Editore. In contemporanea allo Studio Marconi ’65 di via Tadino 17 è esposta un’interessante selezione di disegni e studi degli stessi anni mentre dal 9 al 12 aprile sarà al MIART con l’opera Grande Parete Studio Marconi MT. 6, espressamente realizzata da Uncini nel 1976 per la storica galleria. Si segnala, inoltre, che dal 7 marzo, la galleria Vistamare di Pescara ospita, sempre in collaborazione con l’Archivio Uncini, una mostra di sculture dell’artista, dai primi “Cementarmati” alle “Dimore”.  Ben quattro anni di lavoro è durata la preparazione della mostra di Marcello Jori che ha per titolo “Le Grand Jour à l’Ile de la Grande Jatte” e che presenta il punto d’arrivo e di partenza di una ricerca “in cui il tempo non ha inizio e non ha fine, un luogo in cui gli artisti non sono mai morti e quelli viventi saranno sempre vivi”. Un percorso che va al di là del tempo e dello spazio, per incontrare l’arte e viverla come un vero e proprio luogo spirituale. Nato a Merano (1951) Jori è un artista versatile che da sempre si confronta con linguaggi diversi che vanno dalla pittura alla letteratura e all’illustrazione, per arrivare alla fotografia e al design. Persegue da subito un progetto di arte totale, riprendendo in chiave contemporanea l’atteggiamento dell’artista rinascimentale, pittore, scultore, architetto e scrittore al tempo stesso, capace di ricevere ispirazione da ogni forma artistica. Agli inizi degli anni Ottanta comincia la produzione dei “Cristalli”, gemme preziose, contenitori di energia e di luce da cui nasceranno fortunati dipinti con la serie dei “Giacimenti”, delle “Foreste” e delle “Città”. Nel 1996 presenta il libro “La città meravigliosa degli artisti straordinari”: ambizioso progetto di una città dipinta per artisti viventi destinati all’immortalità, in cui ogni edificio è a misura dei loro stessi corpi, un mondo ideale di cui l’artista si fa artefice e custode. Nel 2010 la Fondazione Marconi ospita un progetto importante, “Gli Albi dell’Avventura”, veri e propri distillati del suo fare artistico che definisce una svolta significativa nel suo percorso. L’artista altoatesino inventa e dipinge un’amicizia “immaginaria” con Lucio Fontana, impossibile nella vita reale e racconta in prima persona le proprie imprese ed emozioni con parole e immagini, a metà tra realtà, storyboard e fantastico racconto. Nell’esposizione attuale al piano terra vediamo quadri di grandi dimensioni realizzati, dalle parole dell’artista, con pittura ad acqua su carta artigianale fusa con la tela. Jori li definisce “sogni dipinti su carta goffrata simile a una pelle…pitture che sembrano acquerelli, così grandi da rasentare l’impossibile”. Qui il nume tutelare è Georges Seurat, “l’amico” da riportare in vita e da incontrare con la fantasia, per esplorare l’Ile de la Grande Jatte di Parigi, così com’è oggi. L’incontro reale e poetico è invece quello che avviene tra “arte” e “natura”, il pointillisme di Seurat e il puntinismo del cielo: la neve… Per questa occasione la Fondazione ha realizzato il Quaderno n. 17, con testi di Bruno Corà, edito da Cambi Editore. In contemporanea Marcello Jori curerà un nuovo catalogo edito da Skira della serie “Gli Albi dell’Avventura”.

Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea – Via Tadino 15, Milano; Fino all’11 aprile 2015;                                                                                                 orari: martedì-sabato 10-13 e 15-19; Ingresso gratuito; Tel. 02 29 41 92 32; www.fondazionemarconi.org

Fabio Giuliani

 

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