Milano: ROBERTO CRIPPA

| 15 marzo 2014
Crippa 2

Spazio e materia, il cosmo di Crippa

Il sughero è un tessuto vegetale di di origine secondaria che riveste il fusto e le radici delle piante legnose nelle quali sostituisce l’epidermide, che viene lacerata dall’accrescimento secondario (diametrico) dell’organo. Particolarmente pregiato commercialmente è quello della sughera. L’estrazione avviene solo nel periodo che va dai primi di maggio a fine agosto, quando il sughero distacca più facilmente senza causare danni alla pianta. Il sughero, per le ottime caratteristiche isolanti, viene utilizzato nella produzione dei tappi per vini di qualità, nell’edilizia (sia in forma naturale che come agglomerato) e nell’industria calzaturiera. Dalla seconda metà del Novecento questo materiale ha assunto particolare notorietà nell’arte italiana grazie alla creatività del milanese Roberto Crippa (1921-1972) che, intuendone particolari potenzialità poetiche, lo utilizzò in diverse sue composizioni, divenute in seguito, praticamente il suo “marchio di fabbrica”, con alte valutazioni a livello internazionale.

In questi giorni, la Galleria Arte92, contenuto ma apprezzato spazio espositivo in centro città, nei pressi della Pinacoteca Ambrosiana, ospita una bella mostra di Crippa dove possiamo vedere opere gentilmente concesse da collezionisti privati, quindi, se non inedite, poco conosciute al grande pubblico. Il percorso espositivo ideato da Nicoletta Colombo, inizia dal 1951 con i primi “discorsi nello spazio”, così come egli definiva le spirali, grovigli ellittici gestuali – prima in tonalità bianco e nero e successivamente a colori – seguendo il concetto di possesso fisico dello spazio, derivato dalla sua passione per il volo acrobatico e dalle esperienze durante la sua attività espositiva a New York tra il 1951 e il ’52, la vita come dinamismo; quindi, il periodo dal 1954 con i “Totem”, dipinti e sculture a metà tra il primitivo ancestrale e ominidi di galassie future. Arriviamo agli anni Sessanta e agli “assemblaggi” materici con l’ausilio di frammenti di sugheri, cortecce, legni, giornali, amiantiti che costituiscono strutture anche monumentali.

Alcuni cenni biografici. Roberto Crippa nasce a Monza nel 1921. Frequena a Milano l’Accademia di Brera dove si diploma nel 1947 e vince i Premi Hayez, Leonardo da Vinci…Nel 1948 e nel ’50 partecipa alla Biennale di Venezia dove espone varie volte. Incessante è la sua partecipazione a rassegne in Italia e all’estero. Nel 1957 gli viene assegnato il Premio Carrara all’Internazionale di Scultura, nel 1960 vince il Gran Premio alla XIII Triennale di Milano, nel 1970 i Premi Biancamano ed Einaudi. Nel 1972 muore in un incidente aereo all’aereoporto di Bresso. Si sono occupati di lui i maggiori critici del suo tempo come uciano Caramel, Gampiero Giani, Guido Ballo, Marco Valsecchi, Franco Russoli, Raffaele De Grada, Roberto Sanesi, Luigi Cavallo. Personalmente ritengo che la sua vitalità impressionante, la sua sintesi irripetibile, come dimostra in modo particolare il suo autoritratto.                                                                                                                                                 La mostra è corredata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) con testo introduttivo della curatrice, la riproduzione delle opere esposte e vari apparati.

ARTE 92 – Via Moneta 1a, Milano; Tel. 02-8052347; www.arte92.it; fino al 23 Marzo 2014; Orari: da martedì a sabato dalle 10-13 e 16-19

Fabio Giuliani

 

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