MiLano: PIERO MANZONI (1933-1963)
Milano
Artista pensatore
“Forma,colore,dimensioni,non hanno senso:
vi è solo per l’artista il problema di conquistare la piu integrale libertà:
le barriere sono una sfida,le fisiche per lo scienziato come le mentali
per l’artista”
(Piero Manzoni 1961)
La vita, il mondo, come opera d’arte. Ecco perchè sono convinto che il nostro Piero sia un grande artista e,devo dire, anche grande teorico e critico d’arte. I suoi scritti ci parlano di una profondità di pensiero e di sentimenti in una persona di giovanissima età,quindi non dettati da una lunga esperienza di vita ma da una grande intelligenza sensibile innata che si esprime con nuove tecniche e argomenti.Quanto alla “Merda d’artista” io ritengo che la prima ispirazione gli sia venuta vedendo alcune opere che riteneva mediocri,sopravvalutate solo per la firma famosa che portavano in calce perchè nessuno è miglior giudice dei propri colleghi e predecessori del vero artista. Emblematica è la critica fatta al Premio S.Fedele di Milano,pubblicata in occasione di una mostra di giovani pittori al Bar Giamaica in Via Brera 32: “ Noi esponiamo in un bar ma non per questo la nostra mostra è meno valida. Con essa e con questo manifesto noi vogliamo affermare la nostra inequivocabile presenza nel mondo dell’Arte e della Cultura, contro tutti coloro che intendono sofficarla in certe falsate e poco culturali Rassegne d’Arte” firmato: Guido Biasi – Aldo Calvi – Piero Manzoni – Silvio Pasotti – Antonio Recalcati – Ettore Sordini – Angelo Verga – Alberto Zilocchi.Lo scopo di Piero Manzoni era dire cose nuove non solo con le opere ma anche con il suo modo di pensare l’arte attraverso scritti e riviste,una figura veramente esplosiva. Curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino Di Marineo vediamo a Palazzo Reale una grande mostra dedicata a uno degli artisti più geniali,innovatori e controversi del ventesimo secolo. Nato a Soncino nel cremonese nel 1933 in una famiglia della ricca borghesia lombarda, nel 1950 prende lezioni private di disegno e inizia a dipingere. Dal 1951 studia a Milano all’Istituto Leone XIII retto dai gesuiti dove studiano anche alcuni suoi futuri compagni di ricerca: Nanni Balestrini,Leo Paolazzi e Vanni Scheiwiller. Viaggia in Europa,legge libri di filosofia che gli fanno abbandonare gli studi giuridici all’Università Cattolica di Milano e si trasferisce a Roma iscrivendosi al corso di laurea in filosofia. Torna a Milano e dal 1956 si dedica totalmente all’arte esponendo in varie gallerie in Italia e all’estero. Molti giornali italiani e stranieri dedicano attenzione al suo lavoro. Muore a Milano nel suo studio di Via Fiori Chiari nel 1963 non ancora trentenne. La conclusione del suo lavoro è: “Non c’è nulla da dire, c’è solo da essere, c’è solo da vivere”. L’esposizione documenta il suo percorso con oltre 130 opere dagli esordi in area post informale agli “achromes”, dalle “linee” alle “impronte”, dal “fiato” alla “merda d’artista” dal coinvolgimento del corpo fisico vivente nell’opera alla dimensione totalizzante dell’esperienza estetica di “placentarium”. Importante per capire l’artista è il catalogo che riporta sotto le opere fondamentali il suo pensiero. Ad esempio leggiamo il testo che accompagna gli “Achromes”: “Diamo un bianco che non è un paesaggio polare, che non è una materia evocatrice, che non è una sensazione che un bianco e basta, anzi che è: essere (nella totalità non vi è piu colore:siamo nella a-chrome, verso l’immateriale). Quadri antimateria”. Fra le opere che piu mi hanno colpito cito il “Socle du monde”(1961), basamento con la firma capovolta che trasforma in opera d’arte tutta la terra e i suoi abitanti; opera con la quale l’artista intende fare un “omaggio a Galileo” come riporta l’iscrizione metallica, scienziato che per eccellenza ha studiato e osservato la realtà con nuove metodologie e con nuove prospettive, anche perchè mi ricorda un testo poetico (intitolato Antipodi) da me scritto che ottene una menzione di merito a un premio internazionale di poesia: “Tramonta il sole mentre sorge l’alba, tutto si desta al canto del gallo,risplende in cielo mistero di luna.” Il catalogo edito da Skira è importante e da collezione anche perchè fa il punto sulla grande creatività milanese in cui l’artista ha operato,arte lombarda ancora all’avanguardia dopo Caravaggio e Giacomo Ceruti, mentre non mi pare un idea peregrina collegare la riproduzione odierna del multiplo della “Merda d’artista” (90 esemplari prodotti ed inscatolati nel 1961 (gr.30 ciascuna) conservata al naturale (Made in Italy) al volumetto di Flaminio Gualdoni della collana SMS che ne ripercorre la genesi e il crescere sino ad oggi della sua eccentrica fortuna storica,che ne ha fatto un simbolo assoluto della cultura contemporanea.
Palazzo Reale – Piazza Duomo, Milano; fino al 2 Giugno 2014; orari:lun 14.30-19.30; mart, merc, ven, dome 9.30-19.30; giov e sab 9.30-22.30 www.mostramanzonimilano.it
Fabio Giuliani
Commenti